l maltempo che ha recentemente colpito la Toscana continua a far emergere criticità inaspettate. Una delle più rilevanti riguarda la discarica sul Rio Rovigo, tornata alla luce dopo decenni a seguito dell’alluvione, senza che fino a oggi ne fosse nota l’esistenza. A sollevare la questione è Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia e membro dell’VIII Commissione Ambiente, intervenuta ieri al Consiglio comunale aperto di Firenzuola, convocato proprio per informare la cittadinanza sugli sviluppi della vicenda.
🔍 “È stato importante partecipare a questo momento di confronto e trasparenza – ha dichiarato Mazzetti – perché i cittadini hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo. Il fatto che nessuno fosse a conoscenza di quella discarica dimostra quanto ancora ci sia da fare per il monitoraggio del nostro territorio.”
Mazzetti ha inoltre ricordato di aver già presentato un’interrogazione in Commissione Ambiente al Governo per verificare la presenza di altre discariche simili nel territorio e per sollecitare una collaborazione istituzionale tra Regione Toscana, ARPAT e Consorzio di bonifica Medio Valdarno, affinché si proceda rapidamente con gli interventi di bonifica.
📦 “Smaltire queste tonnellate di rifiuti sarebbe stato molto più semplice con impianti adeguati sul territorio, invece di doverli trasferire altrove – ha aggiunto – forse finiranno negli impianti Hera in Emilia-Romagna, ma la gestione è complessa e serve un piano preciso e condiviso.”
L’Onorevole ha poi sottolineato la priorità assoluta della tutela ambientale, senza dimenticare le implicazioni per l’economia locale. “L’ambiente viene prima di tutto. Seguirò passo dopo passo l’iter delle bonifiche e dello smaltimento. Le responsabilità? Le accerteranno gli organi competenti, ma intanto dobbiamo agire”, ha assicurato.
💬 Il Consiglio comunale aperto è stato anche l’occasione per ribadire l’importanza della trasparenza istituzionale e della collaborazione tra enti locali e governo, specie in un contesto fragile come quello appenninico, segnato da continue emergenze ambientali.
Il caso Rio Rovigo riaccende dunque l’attenzione sulla gestione dei rifiuti, la mappatura delle vecchie discariche e il rischio idrogeologico: temi su cui i riflettori restano, e devono restare, accesi.