Agricoltura sociale, approvata la proposta di legge

Agricoltura sociale, approvata la proposta di legge

Agricoltura sociale, approvata la proposta di legge

 

L’azienda agricola può diventare anche centro di servizi. Si chiama agricoltura sociale e la Toscana adesso le dà gambe forti tra le prime Regioni a dotarsi di una propria legge apposita che aggiorna precedenti normative regionali a conferma di un’attenzione costante nel corso degli anni.

La giunta ha appena approvato una proposta di legge perché l’agricoltura, ampliando i suoi orizzonti, offra strumenti di inclusione, nuove opportunità per le persone più fragili e al tempo stesso integrazione al reddito per le imprese.

La proposta, predisposta dalla vicepresidente e assessora all’agroalimentare, arriva dopo un lungo lavoro svolto insieme ad Anci, Federsanità, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop ed Università di Pisa, sulla scorta della legge nazionale 141/2015 che individua chiaramente il campo di applicazione della agricoltura sociale.

L’obiettivo della Toscana: dare una risposta normativa e organica al sistema legato all’agricoltura sociale e dare il via ad un processo di innovazione sociale progressivo, costante e possibilmente stabile capace di creare una visione condivisa tra molti soggetti e competenze in campo agricolo, sociale, sanitario e non solo.

La proposta di legge

E’ composta da quattordici articoli con cui si definiscono le attività di agricoltura sociale e i soggetti legittimati ad esercitarle.
Sarà istituito un elenco regionale degli operatori di agricoltura sociali i quali, per essere iscritti, dovranno essere in possesso di adeguate competenze derivanti da esperienza pratica triennale già acquisita al momento della richiesta o conseguita tramite adeguata formazione
Per lo svolgimento delle attività di agricoltura sociale potranno essere utilizzati gli edifici ad uso abitativo e i manufatti o gli annessi agricoli già esistenti nell’azienda agricola o recuperati. Le aziende che hanno operatori di agricoltura sociale iscritti nell’apposito elenco regionale avranno un apposito segno distintivo, con la dicitura “Fattoria sociale – Regione Toscana”.
Saranno i Comuni a vigilare sull’osservanza della legge, i controlli sulla DUA saranno invece svolti da ARTEA.
Sarà anche istituita una “cabina di regia tecnica per l’agricoltura sociale regionale” coordinata dall’assessora regionale che sia un luogo di confronto e co-disegno collaborativo capace di collegare diverse istanze (sociali, sanitarie, agricole, educative), competenze (tecniche, progettuali, di disegno dell’innovazione e delle politiche) e capacità operative (dalle organizzazioni ai portatori di pratiche sul territorio). La cabina si occuperà del monitoraggio e l’elaborazione delle informazioni sulla presenza e sullo sviluppo delle attività di agricoltura sociale in collaborazione con l’Osservatorio nazionale per Agricoltura sociale; raccoglierà in maniera coordinata le ricerche concernenti l’efficacia delle pratiche di agricoltura sociale e loro inserimento nelle competenti Comunità locali e nella rete dei servizi sociosanitari territoriali; proporrà iniziative finalizzate al coordinamento e alla migliore integrazione dell’agricoltura sociale nelle politiche di coesione e di sviluppo rurale.
Entro il 30 giugno di ogni triennio, a partire dall’anno successivo a quello dell’entrata in vigore della legge, la Giunta regionale presenterà alla commissione consiliare competente una relazione comprendente tra l’altro i dati risultanti dell’attività.

Il bando

In piena sintonia con la proposta di legge è il bando emanato di recente, nell’ambito di GiovaniSì, per dare attuazione alla sottomisura FEASR PSR 16.9 “Diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare”.

Il bando, fondamentale start up per la promozione del sistema regionale normato con la proposta di legge appena deliberata, punta a costituire partenariati per la realizzazione di progetti per la multifunzionalità delle imprese agricole che realizzino interventi e servizi sociali, socio-sanitari ed educativi.

Quindi serve a realizzare tirocini di inclusione sociale, per la formazione e l’inserimento o il reinserimento. Punta all’autonomia della persone o alla riabilitazione di soggetti fragili e fasce deboli che possono essere portatori di disturbi psichici, disabili, tossicodipendenti, minori, richiedenti asilo, persone vittime di violenza, persone sole con figli a carico, persone inserite in strutture di accoglienza o in programmi di assistenza, detenuti ecc.
Con una dotazione finanziaria di 8.898.674,00 interamente finanziati attraverso le risorse messe a disposizione dallo strumento dell’Unione europea per la ripresa (EURI – European Recovery Instrument) del Next Generation UE (NGEU), è destinato a ATS (Associazione temporanea di scopo) fra soggetti pubblici e enti privati in cui, oltre ai privati, siano presenti, per esempio, la Società della salute e un soggetto pubblico individuato dalla Conferenza zonale Integrata.

Il bando scadrà alle 13 del 30 settembre 2022

 

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