Verso una gestione interamente pubblica dell’acqua. È questo l’obiettivo che un gruppo di sindaci toscani continua a perseguire con determinazione, trovando ora un importante punto di svolta nella recente posizione assunta dal Comune di Firenze.
Sono quattordici i primi cittadini che hanno firmato una nota congiunta per esprimere la loro soddisfazione e per ribadire la necessità di un cambio di rotta: Agliana, Borgo San Lorenzo, Calenzano, Campi Bisenzio, Cantagallo, Carmignano, Castelfranco Piandiscò, Gambassi Terme, Londa, Rufina, San Godenzo, Sesto Fiorentino, Vaiano e Vicchio.
“Una vittoria politica e culturale”
“Siamo molto soddisfatti per la recente presa di posizione di Firenze per il ritorno ad una gestione completamente pubblica dell’acqua”, dichiarano i sindaci, sottolineando come questo fosse l’obiettivo primario sin dall’inizio della discussione all’interno dell’Assemblea dell’AIT (Autorità Idrica Toscana).
La scelta di opporre resistenza alla gara per la selezione di un nuovo socio privato di Publiacqua, secondo i primi cittadini, ha dato i suoi frutti. Col tempo, infatti, sempre più Comuni, forze politiche e realtà sociali si sono avvicinate a questa posizione, contribuendo ad alimentare un dibattito che ora si avvicina a un passaggio cruciale.
“È necessario sospendere la gara”, si legge nella nota, “e adottare, già dalla prossima assemblea dell’AIT, un atto di indirizzo chiaro verso la ripubblicizzazione del servizio idrico in house”.
Plures resta sul tavolo, ma serve una svolta statutaria
Un nodo importante della questione riguarda la possibile permanenza del servizio idrico all’interno della holding Plures. I sindaci si dicono aperti a questa possibilità, a condizione che venga definitivamente esclusa qualsiasi ipotesi di quotazione in borsa e che lo statuto venga aggiornato per renderlo compatibile con una gestione in house.
“Occorre modificare lo statuto eliminando ogni riferimento alla quotazione e introdurre meccanismi di controllo analogo propri delle gestioni in house”, spiegano. Questo passaggio è considerato fondamentale per consentire l’affidamento diretto del servizio e per garantire un controllo pubblico reale e trasparente.
In altre parole, l’acqua deve tornare a essere un bene comune gestito senza logiche di mercato, sotto la diretta responsabilità dei Comuni.
Una fase complessa, ma possibile
I firmatari del documento sono consapevoli che la transizione verso un modello di gestione pubblica diretta sarà tutt’altro che immediata. “Sappiamo bene che si aprirà una fase complessa che richiederà alcuni mesi di lavoro”, ammettono, ma proprio per questo motivo ritengono fondamentale uscire dalla prossima assemblea dell’AIT con una proposta unitaria, su cui stanno già lavorando e che intendono condividere con tutti gli altri enti locali coinvolti.
L’obiettivo è condividere un percorso chiaro e sostenibile, che tuteli i diritti dei cittadini e rafforzi la capacità delle amministrazioni locali di gestire in modo efficiente un servizio essenziale come quello idrico.
Una battaglia che guarda al futuro
La nota congiunta rappresenta un segnale politico forte, che si inserisce in un contesto più ampio di richieste diffuse per la ripubblicizzazione dell’acqua, una battaglia che negli ultimi anni ha visto crescere il consenso a livello nazionale, anche grazie alle mobilitazioni civiche e all’esito del referendum del 2011.
Il modello in house – ovvero la gestione pubblica diretta attraverso enti o società totalmente controllate dai Comuni – viene considerato da molti come la via più efficace per garantire qualità del servizio, trasparenza e responsabilità pubblica.
Una nuova stagione per l’acqua toscana?
Con la presa di posizione di Firenze, il quadro politico all’interno dell’AIT sembra spostarsi in modo più netto verso un futuro di gestione pubblica. Se la proposta avanzata dai quattordici sindaci verrà accolta e sostenuta da altri Comuni, potrebbe aprirsi una nuova stagione per la gestione del servizio idrico in Toscana, una stagione basata su valori di equità, partecipazione e responsabilità pubblica.
La partita si giocherà nelle prossime settimane, ma un dato è certo: il fronte dei Comuni per l’acqua pubblica è più compatto e determinato che mai.

