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25 aprile – Le celebrazioni a Borgo San Lorenzo

di Leonardo Romagnoli

Borgo San Lorenzo, anche se un po in tono minore, ha dignitosamente ricordato e commemorato l’80° anniversario della liberazione dal nazifascismo (1945) con una serie di manifestazioni ed eventi che hanno caratterizzato tutta la giornata di martedì 25 aprile 2025. La cronaca, che ormai stiliamo da 60 anni, ci ricorda che  le autorità civili, militari, associazioni combattentiste e d’arma e associazioni di volontariato, hanno iniziato la giornata con la celebrazione della Santa Messa in memoria di tutti i caduti delle guerre, officiata nella Pieve di San Lorenzo, da don Luciano Marchetti con la presenza del  “Semplicemente Coro” diretto da Marilisa Cantini.

Presenti fra gli altri il sindaco Leonardo Romagnoli, con il gonfalone, il presidente del consiglio comunale Federica Cerbai, il presidente dell’Anpi Paola Poggini, con lo stendardo, l’Arma dei Carabinieri con il Capitano Francesco Ferrara e il Maresciallo Pietro Vecciarelli unitamente ad altri militi, il comandante della Guardia di Finanza Luogotenente Vincenzo Emanuele, la Polizia  Municipale con il comandante Marco Bambi, l’associazione dei Carabinieri in congedo, il Gruppo Alpini, la Confraternita di Misericordia, il Gruppo Donatori di Sangue Fratres e  lo scrivente di queste note come delegato del Mugello dell’Associazione Regionale delle Vittime Civili.

Al termine si è formato un corteo, con in testa la Banda Musicale di Popolano Marradi, che  si è portato a deporre una corona d’alloro nei monumenti cittadini; in piazza Dante ai Caduti della prima guerra mondiale, al cimitero della Misericordia alla Cappella-Ossario, in piazza del Poggio alle Vittime Civili, in piazza Martiri della Libertà al monumento alla Resistenza, nella rotonda del Santuario del SS. Crocifisso al monumento agli alpini, per sciogliersi poi in piazza Dante dove si era tenuta la commemorazione ufficiale. 

Don Luciano Marchetti saluta le autorità civili e militari

Don Luciano Marchetti saluta le autorità civili e militari © Foto A. Giovannini – C. Tortoli

Davanti al Monumento dei Caduti della I° Guerra Mondiale 

Davanti al Monumento dei Caduti della I° Guerra Mondiale  © Foto A. Giovannini – C. Tortoli

Davanti al Monumento alle Vittime Civili 

Davanti al Monumento alle Vittime Civili  © Foto A. Giovannini – C. Tortoli

Davanti al Monumento alla Resistenza

Davanti al Monumento alla Resistenza © Foto A. Giovannini – C. Tortoli

Davanti al Monumento degli Alpini

Davanti al Monumento degli Alpini © Foto A. Giovannini – C. Tortoli

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Vogliamo ricordare, grazie anche alla sollecitudine di alcuni amici ex allievi salesiani, dato che non viene mai ricordato, la grande figura dell’eroico sacerdote che fu il salesiano don Lorenzo Gasperi, valente insegnante all’Istituto di Borgo San Lorenzo dal 1937 al 1947. Era il 2 settembre del 1944, quando i soldati tedeschi nel tentativo di fermare l’avanzata degli alleati provenienti dalla Faentina, minarono con molte cariche di tritolo il ponte sulla Sieve, via Brocchi, via del Canto, una parte di piazza del Mercato e Porta Fiorentina all’ingresso di Malacoda.

Don Lorenzo Gasperi nativo di Trento e conoscitore della lingua tedesca, prese la decisione di conferire con il comando tedesco acquartierato nella villa Il Palagiaccio a Senni. Accompagnato dal pievano don Ugo Corsini, don Lorenzo fece presente al Comandante, il Maggiore Gustav Stheiner di origini austriache, con estrema determinazione e senza timore alcuno, dell’inutilità di far saltare quella parte storica di Borgo San Lorenzo, dove vivevano molte famiglie. Al termine del colloquio  molto aspro (vedi la testimonianza del dott. Aldo Angelini pubblicata sul libro storico sui Salesiani a Borgo San Lorenzo, che diverrà direttore della Rai nel dopoguerra), don Lorenzo a sprezzo del pericolo della sua stessa vita, poiché poteva essere fermato e arrestato, alla fine dicevamo del colloquio, come un miracolo, l’ufficiale (si dice che aveva studiato da giovane in un istituto salesiano), diede ordine di disinnescare il tritolo pronto per esplodere, con tutte le nefaste conseguenze, che ne sarebbero seguite.

Dopo aver subito il terribile bombardamento del 30 dicembre 1943 nella parte nord est, e se fosse saltato in aria la parte sud est, la nostra cittadina avrebbe perso secoli di storia architettonica e chissà quanti lutti ancora. Chissà se questa storia qualcuno presente alla cerimonia di oggi ne era a conoscenza. Nel nostro piccolo con alcuni amici siamo andati a porre un fiore sotto la lapide dello Slargo a lui dedicato dietro lo Stadio Romanelli; era il minimo, come ex allievi salesiani, che potessimo fare. Speriamo che il prossimo 11 settembre 2025, festa della liberazione di Borgo San Lorenzo, qualcuno lo possa ricordare e menzionare. 

Aldo Giovannini

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