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Strappar via l’assistenza sanitaria a milioni di persone

di Leonardo Romagnoli

Strappar via l’assistenza sanitaria a milioni di persone, di Paul Krugman

New York Times 30 dicembre 2016

sanita

Se James Comey, il direttore dell’FBI, non avesse alterato gli equilibri nei giorni finali della campagna elettorale con quella lettera grottescamente fuorviante, in questo momento una Amministrazione Clinton prossima all’insediamento starebbe salutando alcune notizie davvero positive. Perché la riforma sanitaria, la realizzazione distintiva del Presidente Obama, si sta stabilizzando dopo un anno di sobbalzi.

Questo significa che i grandi successi sinora ottenuti – decine di milioni di americani assicurati per la prima volta e spettacolari riduzioni nel numero di persone che fanno a meno delle cure oppure sono dinanzi a difficoltà finanziarie a causa dei loro costi – sembrano destinati a durare.

Oppure, durerebbero se l’individuo che è andato al potere di stretta misura grazie al signor Comey ed a Vladimir Putin non fosse intenzionato a tradire i suoi sostenitori, e a strappar loro l’assistenza sanitaria di cui hanno bisogno.

Per apprezzare le buone notizie sulla riforma sanitaria di Obama è necessario comprendere da dove venivano le precedenti cattive notizie. Le polizze assicurative nelle borse sanitarie locali, i mercati creati dalla Legge sulla Assistenza Sostenibile, quest’anno in effetti erano cresciute bruscamente, perché gli assicuratori ci stavano rimettendo. Ma questo non dipendeva da una crescita dei costi sanitari complessivi, che erano aumentati molto più lentamente di quanto non accadesse in precedenza, da quando la legge era stata approvata. Dipendeva, invece, dalla composizione delle persone che si iscrivevano – un numero più basso di persone in salute e con costi bassi rispetto a quello che ci si aspettava, e un numero maggiore di persone con problemi cronici di salute.

La domanda era se si trattasse di un adattamento momentaneo o dell’avvio di una “spirale fatale”, con la quale polizze più elevate avrebbero spinto gli americani in salute fuori dal mercato, ulteriormente peggiorando quella composizione, portando a polizze ancora più elevate, e così via.

E la risposta è che pare si tratti di una faccenda momentanea. Nonostante polizze più elevate, le iscrizioni alle borse sanitarie stanno andando avanti rispetto ai loro livelli dell’anno passato; dunque, nessuna spirale fatale. Nel frattempo, gli analisti stanno documentando sostanziali miglioramenti finanziari per gli assicuratori: i rialzi delle polizze stanno rispondendo al loro scopo, interrompendo le loro perdite.

In altre parole, la riforma della sanità di Obama ha avuto un sobbalzo nel suo percorso, ma sembra tornare sui binari.

Ma sarà comunque liquidata?

In un certo senso, i democratici dovrebbero sperare che i repubblicani portino a compimento le loro promesse di abrogazione della riforma sanitaria. Dopo tutto non sanno come sostituirla, né mai lo sapranno. Hanno speso sette anni promettendo qualcosa di molto diverso e migliore della riforma di Obama, ma hanno continuato a non riuscirci, perché non potevano; la logica della copertura generale, specialmente per coloro con preesistenti problemi sanitari, richiede o un sistema come quello della legge di Obama, oppure un meccanismo centralizzato di pagamenti, che i repubblicani gradiscono anche di meno.  Quello non cambierà.

Di conseguenza, l’abrogazione avrebbe effetti devastanti, e le persone che hanno votato per Trump sarebbero tra quelle che ci rimettono al massimo. Stime indipendenti indicano che i programmi dei repubblicani costringerebbero 30 milioni di americani a perdere l’assistenza, con quasi la metà dei perdenti che proverrebbero dai lavoratori bianchi che hanno appoggiato Trump. Almeno alcuni di quei sostenitori di Trump probabilmente arriverebbero alla conclusione di essere stati vittime di un inganno politico – come sono stati.

Nondimeno i leader dei repubblicani del Congresso come Paul Ryan sembrano ansiosi di procedere con l’abrogazione. Di fatto, sembrano avere una gran furia, probabilmente perché hanno timore che se non disfanno la riforma sanitaria nelle primissime settimane dell’era Trump, i congressisti di rango inferiore cominceranno ad ascoltare i loro elettori che in realtà non vogliono perdere la loro assicurazione, proprio per niente.

Perché i repubblicani odiano la riforma sanitaria? In parte si tratta del fatto che la riforma di Obama è stata pagata con tasse sui ricchi, che raccoglieranno tanta manna se essa viene abrogata, anche se molte famiglie di classe media faranno i conti con aumenti fiscali.

Più in generale, la riforma di Obama deve soccombere perché sta funzionando, sta dimostrando che l’iniziativa di un Governo può realmente migliorare la vita della gente – una verità che non vogliono che nessuno venga a sapere.

Come cercheranno i repubblicani di contenere le conseguenze negative se procederanno con l’abrogazione e decine di milioni di persone perderanno l’accesso alla assistenza sanitaria? Senza dubbio cercheranno di distrarre l’opinione pubblica – e gli anche troppo compiacenti media dell’informazione – con oggetti scintillanti di vario genere.

Ma di sicuro un aspetto centrale della loro limitazione del danno consisterà in un tentativo di insistere su un falso racconto del passato della riforma dell’assistenza di Obama. La riforma sanitaria, sosterranno, è sempre stata un fallimento, e stava già collassando nell’epoca nella quale il Partito Repubblicano ha preso il potere. Quando i numeri dei non assicurati schizzeranno alle stelle sotto i loro occhi, sosterranno che non sarà una loro responsabilità – come ogni cosa, la responsabilità sarà dell’élite progressista.

È il caso, dunque, di confutare questo racconto in anticipo. La riforma di Obama è stata, di fatto, un grande successo – imperfetta, è vero, ma ha migliorato grandemente (e salvato) molte vite. E tutto indica che questo successo è sostenibile, che i problemi iniziali della riforma sanitaria non erano fatali ed erano in via di soluzione alla fine del 2016.

Se, come sembra anche troppo probabile, una débâcle della assistenza sanitaria è imminente, la colpa deve essere collocata dove deve stare: su Donald Trump e sulle persone che ne hanno cantato le lodi.

 

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