Stati generali per l’agricoltura in Mugello

Stati generali per l’agricoltura

“Stati generali dell’agricoltura in Mugello” , un titolo pomposo per una iniziativa che in realtà è stato un incontro con il neo assessore regionale all’agricoltura Stefania Saccardi dal quale sono emerse alcune informazioni interessanti ma in cui si è evitato di parlare di situazioni che invece sono molto rilevanti per l’agricoltura mugellana.

Dal punto di vista politico balza agli occhi che nell’organizzazione di una giornata così importante non figuri sul manifesto ufficiale tra i relatori il presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello, mentre troviamo il sindaco di Scarperia che ha la delega all’agricoltura.

Il presidente Moschetti ha poi portato il suo saluto alla riunione come ha potuto constatare chi si è collegato con la diretta facebook , tra l’altro su una pagina non istituzionale e con non poche difficoltà di comprensione.

E’ vero l’ Unione non ha più deleghe nel settore ( ed è una delle conseguenze negative e assurde dell’inutile passaggio da Comunità Montana a Unione) ma è pur sempre la proprietaria del Centro Carni che è la struttura fondamentale che ha permesso e permetterà alla zootecnia da carne del nostro territorio di mantenere un ruolo di rilievo a livello regionale.

Invece del Centro Carni non si è parlato nonostante sia stata pubblicata nel 2020 la gara per l’assegnazione della gestione ventennale che è andata deserta. Il Centro ha bisogno di importanti interventi di ammodernamento e di miglioramento dei consumi energetici che secondo la gara sarebbero stati tutti a carico del gestore ( che fino ad oggi è stata la CAF).

Visto che si sta parlando di fondi europei del PNRR e di PSR 2021-22 perché non inserire questo investimento fra le priorità per l’agricoltura mugellana e la sua zootecnia? A che punto è l’assegnazione della gestione? Quali gli ostacoli da superare?

Per essere una riunione sugli Stati Generali non c’è stata nessuna relazione che facesse il punto sull’agricoltura del nostro territorio salvo alcuni dati forniti in alcuni interventi come ad esempio quello di Ignesti che ha parlato dell’incremento delle aziende convertite al biologico e dell’aumento della Sau biologica ormai vicina al 50%.

Si è parlato ancora del Distretto Rurale dando la colpa dei ritardi nella sua approvazione al covid, ma l’incarico è stato assegnato nel dicembre 2018 e i lavori si sono conclusi nel 2019 con gli atti già in possesso dell’Unione ma mai discussi in nessuna commissione.

L’assessore Saccardi ha ricordato che nello speciale PSR 2021-22 che avrà un fondo di 312 milioni di euro ci saranno 100 milioni ( 50 per anno ) riservati al biologico ( che in Toscana rappresenta ormai il 32%) con importi più che raddoppiati rispetto alla precedente programmazione.

Questi fondi del Psr vanno impegnati tutti entri il 2023 e poi rendicontati entro il 2025 per evitare di perdere risorse europee anche nel futuro ( disimpegno automatico).
“I fondi pubblici – ha ricordato Saccardi- servono per crescere e migliorarsi, con un’attenzione all’ambiente e alla qualità dei prodotti” e non possono essere un sussidio per le aziende. Un altro aspetto fondamentale per il futuro dell’agricoltura toscana dipenderà anche dalla capacità di valorizzare l’eticità della filiera produttiva e di certificarla verso i consumatori finali ( nel settore manifatturiero e industriale esiste già una certificazione etica la SA 8000 di cui era dotata , ad esempio, la Centrale del Latte di Firenze che ha comunque ancora un codice etico consultabile sul sito).

L’assessore ha presentato come una novità il voler destinare 5 milioni di fondi del Psr all’agricoltura sociale. Si tratta di un’attenzione interessante ma non certo di una novità :
L’agricoltura sociale sta diventando sempre più uno degli strumenti per dare risposte ai bisogni delle persone fragili e delle comunità. A partire dalla strategia Europa 2020, l’inclusione sociale rappresenta un obiettivo delle politiche dell’UE e in particolare una della 6 priorità della politica di sviluppo rurale.”(RRN L’attuazione dell’agricoltura sociale nella programmazione 2014-2020 della politica di sviluppo rurale )

Le misure che danno un contributo più rilevante all’Agricoltura Sociale sono la 16 “Cooperazione”, con la sottomisura 16.9 , che sostiene la cooperazione per la diversificazione delle attività agricole in attività sociali e la 6 “Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese”, soprattutto con la sottomisura 6.4 , dedicata alla diversificazione delle imprese, ma potrebbero essere utilizzate anche la 6.2 ( attività extragricole) e la 7.4 per i servizi alle popolazioni rurali. Si tratta di misure attivate anche dal Psr della Toscana e in alcuni casi gestite dai Gal.

L’assessore regionale ha infine espresso una preoccupazione per quella che sarà la programmazione 2023-27 che rischia di essere nazionale ( adesso i Psr sono regionali) con il pericolo di non considerare completamente le specificità regionali che sono invece una ricchezza del nostro paese.

Infine qualcuno ha fatto notare che nell’incontro si è trascurata l’importanza dei giovani per l’agricoltura dei prossimi anni e dell’agriturismo come proposta di accoglienza turistica da valorizzare proprio nella fase post covid.

 

Leonardo Romagnoli 26.2.21

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