Soffia il vento…..

Soffia il vento………

 

Dire che 8 pale eoliche di oltre 100 metri d’altezza non hanno un impatto sul paesaggio è un’impresa ardua se non impossibile e soprattutto richiederebbe motivazioni di carattere ambientale inattaccabili.
La proposta del parco eolico del Giogo di Villore e Corella risponde a ineludibili necessità ambientali oppure è solo una sostanziosa proposta economica di tipo industriale?

Prima di rispondere alla domanda bisogna però indicare almeno un paio di norme che potrebbero rendere la domanda superflua ovvero le norme del Piano di Indirizzo territoriale della Regione Toscana e del Piano energetico regionale.

Nelle norme collegate al Pit ( che allego all’articolo) si indicano le aree non idonee alla realizzazione di parchi eolici industriali ( con potenza superiore a 1 MW) tra queste ci sono le aree di notevole interesse pubblico indicate dal codice dei beni ambientali nella parte in cui tutela il paesaggio (art 131- 14)ì3). In particolare si può citare il comma d) dell’art.136 ovvero “le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze  “. Se il luogo scelto per il parco eolico rientra in questa casistica non è autorizzabile.

Inoltre il Pit nella scheda dedicata all’Ambito Mugello sezione 3 pone tra gli obiettivi di qualità del territorio “la Valorizzazione delle relazioni di carattere naturalistico presenti nell’ambito della montagna mugellana dalle Alpe di San Benedetto fino al passo della Futa che rappresentano elementi di specificità anche attraverso attività di carattere culturale favorendone l’inserimento all’interno di circuiti econaturalistici. Miglioramento della gestione delle masse boschive e mantenimento della relazione con le aree a pascolo o a seminativo e dei livelli di naturalità complessiva”.

Il sito prescelto per il parco eolico rientra in pieno nell’ambito descritto e quindi la presenza di 8 pale di oltre 100 metri (un palazzo di oltre 30 piani) e i necessari lavori di sbancamento e di nuova viabilità mal si conciliano con gli indirizzi del piano.

D’altra parte Il PIT, “quale strumento di pianificazione con specifica considerazione dei valori paesaggistici, unitamente al riconoscimento, alla gestione, alla salvaguardia, alla valorizzazione e alla riqualificazione del patrimonio territoriale della Regione, persegue la salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e la promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nel singoli contesti ambientali.(art 1 comma 3 delle finalità del Piano).

Se questi sono obiettivi condivisi trovo molto difficile sostenere che il crinale appenninico del Giogo Villore- Corella non presenti elementi di pregio paesaggistico e naturalistico.

La creazione di parchi eolici ha invece una valenza economica interessante per chi lo realizza e per il comune che lo accoglie. Il comune di Firenzuola per il parco eolico del Carpinaccio che è composto da 17 turbine da 800 KW ( sono più piccole di quelle di Villore) per una produzione di 13,6 MW riceve per 20 anni 170 mila euro l’anno più altri benefit per la frazione vicina agli impianti.

Nel comune di Firenzuola e confinanti erano stati proposti altri 3 parchi eolici ( Pascoli, Piancaldoli e monte Gazzaro) che sono stati tutti bocciati dalla valutazione di impatto ambientale della Regione Toscana.

L’impianto che viene portato ad esempio di Rivoli nel veronese ha come unico interesse la grandezza delle pale che sono da 2 MW come quelle proposte a Villore , ma è una situazione ambientale molto diversa. Il crinale del monte Mesa è tra 290 e 309 metri rispetto ai mille del Giogo di Villore- Corella ed ha richiesto nuova viabilità per solo in minima parte essendo in una zona agricola e vicina alla viabilità tradizionale. Le pale installate in un primo tempo sono state 4 poi portate a 6 mentre quelle del crinale appenninico sarebbero 8 con la necessità di realizzare 8 piazzole in cemento armato di notevoli dimensioni e una nuova viabilità per permettere l’accesso di mezzi di trasporto di oltre 30 metri con notevoli movimenti di terreno in un’area molto delicata. A questo si devono aggiungere gli sbancamenti per la realizzazione delle canalizzazioni interrate di collegamento alla rete elettrica nazionale.

La Toscana già produce quasi dieci volte più energia eolica del Veneto ed ha un numero 6 volte superiore di impianti per cui anche l’interesse a diminuire le emissioni di Co 2 è relativo, tenendo poi conto che il primo obiettivo di una seria politica energetica ambientalmente sostenibile è il risparmio e l’efficienza energetica che non interessa certamente a chi trae profitto solo dai maggiori consumi.

Anche il Piano energetico regionale quando parla della localizzazione degli impianti dice che dovranno essere privilegiate “localizzazioni in are già dotate di grandi infrastrutture ( linee elettriche , grandi vie di comunicazione , insediamenti industriali)favorendo l’integrazione con impianti industriali caratterizzati dalla presenza di strutture verticali; l’utilizzo di strade esistenti senza compromettere tracciati di viabilità storica, qualora presenti;soluzioni che rispettino la morfologia naturale del suolo e che non ne prevedano modificazioni significative con opere di movimento terra; localizzazioni che limitino gli interventi di alterazione del patrimonio boschivo”.
Chiudo ricordando quanto afferma la carta nazionale del paesaggio:

La buona qualità del paesaggio è condizione per una buona qualità della vita, non solo per le popolazioni che vi abitano, ma anche per tutti coloro che possono fruirne. Questo risultato è raggiungibile combinando il modello dell’eccezione del patrimonio culturale, quale valore primario e assoluto, incentrato sulla bellezza, fonte di orgoglio di appartenenza, di ricchezza e attrazione turistica – e quindi volano di crescita economica -, con quello che, in linea con la Convenzione europea del paesaggio, definisce quest’ultimo come “componente essenziale del contesto di vita delle popolazioni” e come tale fondamentale per una strategia di sviluppo sostenibile.”

Leonardo Romagnoli

4.12.19

norme eolico

Fonte Quale Energia al 2018

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