SIAMO RADICAL CHIC
Siamo pochi e forse non contiamo niente, ma la storia è bizzarra e imprevedibile.
di
|Ammettiamolo: siamo radical chic. Abbiamo la casa piena di libri. Qualcuno di noi gira con il Rolex al polso. Abbiamo cominciato con Mario Savio e il suo Free Speech Movement all’università di Berkeley, California. Poi abbiamo proseguito con Cohn-Bendit e la sua immaginazione al potere lungo il selciato del Boul Mich a Parigi. Più tardi, qui abbiamo sfilato con Mario Capanna, in difesa di vietnamiti, palestinesi e abbiamo dato una mano, con discrezione, agli amici spagnoli ancora sotto il giogo di Franco.
In anni che sono appena alle nostre spalle, abbiamo fatto il tifo per Catia Pellegrino, il comandante del pattugliatore Libra della Marina Militare italiana, che tutte le mattine prendeva il mare alla ricerca di migranti da salvare, e si portava dietro anche latte in polvere e pannolini per i bambini che, sapeva, avrebbe tirato su dalle acque del Mediterraneo. Abbiamo fatto il tifo anche per Astrosamantha, l’italiana che è andata nello spazio, ingegnere e pilota di jet. E fra quelli che volano, siamo diventati fan dei top gun del 31esimo stormo dell’aviazione militare: non sono armati, non sganciano bombe, ma con i loro jet Falcon-ambulanza corrono sempre contro il tempo per salvare bambini colpiti da malattie rare che solo incerti ospedali sanno curare. Sono andati persino fino a Shangai (rotta polare) per portare un bimbo al Gaslini di Genova. Finora ne hanno salvati più di 200.
E ci siamo innamorati dei meravigliosi cani Usar (Urban search and rescue) e dei loro istruttori. La mattina del terremoto in centro-Italia solo da Bolzano ne sono partiti 18 in elicottero. Ma anche Milano e Torino hanno mandato giù i loro elicotteri con i preziosi cani. Dopo un’ora stavano già frugando sotto le macerie. Hanno salvato quasi 300 persone.
Siamo radical chic, ci piace la bella Italia. E quindi ci siamo anche un po’ innamorati di Renzi e di tutto il nuovo che sembrava si portasse dietro. Di recente avevamo fatto anche pace con il Cavaliere, che sembrava desideroso di dare vita a uno schieramento liberal-democratico. Ma, come tante altre volte, ci sbagliavamo. Il Cavaliere ha scelto Salvini e l’azienda.
Noi rimaniamo radical chic, ma sappiamo di essere soli. Un po’ la cosa ci spaventa, ma non tanto. I ragazzi del “Non mollare” (il primo giornale clandestino antifascista di Firenze, Salvemini, Ernesto Rossi, i fratelli Rosselli, Adone Zoli) forse non erano nemmeno in dieci e sono finiti quasi tutti in prigione. Ma hanno cambiato la storia.
A Ventotene, a scrivere il manifesto per l’Europa post-bellica, erano addirittura solo in quattro: Spinelli, Ernesto Rossi e Eugenio Colorni, con in più Ursula Hirschmann.
Eppure, siamo in Europa.