Scuole ed elezioni? Che fare?

Scuole ed elezioni? Che fare?

Nel giugno scorso la Cgil aveva promosso una petizione per evitare che i seggi elettorali per la consultazione dl 20-21 settembre (regionali e referendum) venissero sistemati nelle scuole come avveniva normalmente.

La richiesta ha trovato numerosi consensi ma in questi mesi non è stato fatto nulla per cercare una nuova sistemazione ai seggi elettorali. Quindi il 14 settembre riapriranno le scuole  per poi richiudere , nella maggior parte dei casi, dopo pochi giorni fino alla riapertura definitiva il 22 o 23 settembre con le necessarie sanificazioni  e  attenzioni richieste dalla normativa sanitaria.

Tutto questo ha un senso? Oppure viste le difficoltà che tutti i comuni, e le stesse famiglie, si troveranno ad affrontare tra trasporti, mense, gestione dei bambini non sarebbe stato preferibile  rinviare tutto di 10 giorni da utilizzare per mettere a punto gli aspetti più problematici della ripartenza?

In un post sulla sua pagina facebook il presidente Rossi ha chiarito la sua posizione:
Ci sono colleghi presidenti di Regione che stanno pensando di posticipare l’apertura dell’anno scolastico. Chiarisco che per quanto mi riguarda resta la data fissata, a livello nazionale, del 14 settembre.
Quando si trattava di industrie o di esercizi commerciali per un giorno in meno di ripresa dell’attività si era disposti a fare la rivoluzione.
Ora per la scuola in troppi sono pronti ad accampare mille motivi per dilazionare.
Dovranno passare sul mio corpo per farmi cambiare idea.
Ci saranno forse problemi che non si risolvono certo posticipando l’apertura, ma affrontandoli e lavorando, come finora si è fatto in Toscana, con grande impegno e determinazione.
Siamo chiamati tutti ad uno sforzo collettivo per la più giusta tra le cause: garantire l’educazione delle nuove generazioni.
Sarà uno stimolo per lottare ancora di più contro il virus e quindi anche un bene per tutti.”

Una dichiarazione anche troppo forte per una questione che invece richiederebbe pragmaticità pur  coscienti che ogni ritardo sulla scuola può avere conseguenze negative sulla formazione di bambini e giovani.

Ma da giugno, quando è stato lanciato l’appello, sono state fatte delle verifiche per posizionare i seggi in strutture pubbliche o comunque disponibili sul territorio dei vari comuni?

Probabilmente la Regione dopo l’appello della Cgil avrebbe dovuto spedire a tutti i comuni un invito a verificare soluzioni alternative per la localizzazione dei seggi e, se questa non fosse stata possibile in tutte le zone, almeno sarebbe stata un’analisi utile anche per altre occasioni future.

 

Leonardo Romagnoli
31.8.20

 

 

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