Sanità e scuola per la qualità della vita.

Sanità e scuola per la qualità della vita.

Curare un essere umano significa curare una persona immersa nel mondo e il mondo che è immerso in lui. Curare un uomo significa prendersi cura del tutto che è in tutti.(F.Arminio)

Questi mesi di emergenza sanitaria hanno messo in evidenza in modo incontrovertibile quelli che sono i settori vitali di una società moderna attenta al benessere dei cittadini.
Innanzitutto la sanità che rappresenta solo l’8,9% del PIL come spesa generale mentre la quota pubblica è del 6,7% , inferiore a quella di paesi europei come Germania, Francia o Olanda.
La sanità non è solo strutture ospedaliere tecnologicamente adeguate ma anche servizi sul territorio , dal medico di base fino alle visite specialistiche, con un potenziamento dell’assistenza domiciliare e ambulatoriale nelle quali utilizzare le competenze sempre maggiori anche degli infermieri/e che oggi sono tutte/i laureati/e. Un’attenzione particolare dovrebbe essere riservata alla prevenzione, telemedicina e gestioni associate per permettere alle persone di continuare a vivere anche nelle aree interne potendo contare su una rete assistenziale e di cura capillarmente diffusa e di qualità.
L’investimento in prevenzione ha un impatto positivo sulla spesa sanitaria; il modello di previsione di Meridiano Sanità ha stimato che un euro investito in prevenzione genera 2,9 euro di risparmio nella spesa per prestazioni terapeutiche e riabilitative e che l’orizzonte temporale nel quale l’investimento in prevenzione manifesta i suoi impatti sulla spesa per prestazioni curative e riabilitative, in percentuale della spesa sanitaria totale, è di 10 anni. Oggi il 38% della popolazione ha almeno una patologia cronica, valore che sale a 74,8% nella popolazione tra i 65 e i 74 anni e supera l’85% negli over 75. Un motivo in più per investire in sanità e prevenzione. (Fondazione Ambrosetti)

Tutto questo costa, ma si è capito che è indispensabile e richiede investimenti in personale e tecnologie adeguati allo scopo. E’ anche un investimento produttivo perché creando lavoro e sicurezza contribuisce in modo sostanziale al prodotto interno lordo di un territorio e di una nazione migliorandone il livello di benessere. Invece dal 2010 al 2019 sono stati sottratti alla sanità ben 37 miliardi finanziamenti.
La sanità genera benessere e ricchezza anche perchè stimola la ricerca e l’innovazione ed ogni euro investito in questo settore genera molto più lavoro dello stesso euro investito in grandi opere.

Lo stato impegna nella sanità quanto gli italiani spendono in gioco d’azzardo legale ogni anno.

Il maggior intervento pubblico non deve escludere l’importante apporto del terzo settore in campo socio-sanitario, che deve essere complementare e non sostitutivo come è avvenuto in alcune situazioni.Il principio di sussidiarietà come previsto anche dalla costituzione deve favorire la partecipazione dei cittadini singoli o associati al benessere collettivo e alla concreta attuazione di diritti fondamentali come quello alla salute. In effetti l’applicazione di questo principio ha un elevato potenziale di modernizzazione delle amministrazioni pubbliche in quanto la partecipazione attiva dei cittadini alla vita collettiva può concorrere a migliorare la capacità delle istituzioni di dare risposte più efficaci ai bisogni delle persone e alle soddisfazione dei diritti sociali che la Costituzione ci riconosce e garantisce(…)volontari e cittadini attivi, sono “disinteressati”, in quanto entrambi esercitano una nuova forma di libertà, solidale e responsabile, che ha come obiettivo la realizzazione non di interessi privati, per quanto assolutamente rispettabili e legittimi, bensì dell’interesse generale. (cittadinanza attiva).

Esiste poi un luogo previsto dalla legge che dovrebbe essere la sintesi dei servizi rivolti al cittadino ovvero le Case della Salute che dovrebbero favorire l’integrazione delle prestazioni sanitarie territoriali, sociosanitarie e sociali e valorizzare il ruolo delle comunità locali.

Secondo la legge regionale modificata su questo punto nel 2019 “ tra gli obiettivi stabiliti figurano l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari territoriali; l’organizzazione e il coordinamento delle risposte, privilegiando il domicilio e il contesto sociale e valorizzando le risorse della comunità locale; l’integrazione istituzionale e professionale dei servizi e delle prestazioni di prevenzione, di servizio sociale, assistenza sanitaria e riabilitazione funzionale; l’educazione e la promozione della salute; la valorizzazione dell’attività interdisciplinare tra le professioni sanitarie e l’integrazione operativa tra le prestazioni sanitarie e quelle sociali” con la partecipazione dei cittadini “ alla valutazione dei bisogni e dell’impatto delle iniziative rispetto agli obiettivi “.

Un’altra notazione locale riguarda l’ospedale del Mugello su cui da anni sono previsti importanti interventi di adeguamento sismico e di ristrutturazione ma che ancora non hanno trovato nessuna attuazione perché la progettazione è stata assegnata solo di recente e sarà consegnata solo a fine anno, quando era stato detto in passato che i lavori sarebbero partiti nel maggio del 2019. Così come non esistevano nel bilancio della ASL i famosi 36 milioni, infatti il 1 giugno scorso l’assessore regionale disse che erano arrivati 11 milioni dal ministero per gli interventi antisismici e ora con una delibera della giunta regionale si viene a sapere che dal 2021 saranno disponibili fondi ministeriali per 17 milioni e 647 mila euro( aggiuntivi e comprensivi degli 11 milioni di Giugno?) e 928 mila euro di fondi ASL per i soliti lavori di adeguamento sismico e ristrutturazione. La sensazione è che si sia giocato con le cifre per troppi anni ( vendendo in campagna elettorale per esecutivo quello che non lo era), speriamo che questa volta, complice anche l’emergenza sanitaria, i lavori vengano portati a termine davvero entro il 2022.

L’altro settore è la scuola inteso in senso ampio dal nido fino all’università perché è ormai appurato che la frequentazione anche in piccolissima età ha ripercussioni sulle capacità di apprendimento e sviluppo della persona. Eppure anche in questo caso le cifre sono veramente irrisorie ovvero il 3,8-4% del PIL nel 2017 ovvero 66 miliardi di euro con un calo di 6 miliardi rispetto al 2009 mentre Francia e Germania incrementavano i fondi pubblici che ammontano al doppio di quelli italiani. In questi anni si è investito molto, ma in modo non sufficiente, per rendere sicuri gli edifici dal punto di vista sismico ma siamo ben lontani da avere strutture efficienti e moderne. Incrementare questa spesa del 100% permetterebbe al nostro paese di adeguarsi ai migliori standard europei favorendo anche la frequentazione universitaria con sostegni economici dignitosi e anche accessi gratuiti.
La scuola deve essere il centro della crescita di una comunità e uno stimolo alla crescita culturale di un territorio. Deve essere un luogo aperto alla società e al territorio in un reciproco interscambio.

In questo caso la pandemia ha evidenziato la ristrettezza degli spazi e la carenza di nuove tecnologie nonché della dotazione di materiale per la didattica a distanza. C’è in rischio concreto dello sviluppo di forti disuguaglianze nelle opportunità di apprendimento con la prospettiva di un incremento dell’abbandono scolastico che è già oggi un fenomeno preoccupante.La scuola come investimento primario per il futuro a cui dedicare almeno il 5% del Pil come ha scritto il forum sulle diseguaglianze : Un investimento straordinario per dotare le scuole delle risorse necessarie, migliorare la qualità dell’istruzione rendendola più equa e incisiva, contrastare la povertà educativa e la dispersione scolastica. Un impegno da non considerare come una spesa a fondo perduto, ma un investimento per promuovere lo sviluppo e il benessere sociale ed economico delle generazioni presenti e future.

E’ una grande questione nazionale che riguarda milioni di studenti con le loro famiglie, migliaia di insegnanti e il personale tecnico amministrativo, che coinvolge i tempi di vita delle città e l’organizzazione della mobilità.

E’ fondamentale ricostruire e integrare un quadro del patrimonio di immobili e spazi di proprietà pubblica (un programma a regia comunale), di ricognizione di spazi in uso e disponibili, dall’altro è necessario progettare in modo progressivo un insieme di interventi integrati che abbiano come ambito di progetto non tanto la vocazione dello spazio pubblico , ma un’unità territoriale di prossimità con la scuola al centro.”

Ripensare l’uso del patrimonio pubblico è forse una delle indicazioni che vengono dall’emergenza Covid per dotare il comune di maggiori spazi da dedicare alle attività didattiche e culturali o per rispondere ai bisogni abitativi delle fasce più povere della popolazione. Ha ancora senso alienare immobili comunali che nel corso degli anni hanno perso gran parte del loro valore quando il recupero di questi volumi( anche attraverso la demolizione e ricostruzione) potrebbe permettere la creazione di nuovi spazi per la didattica nelle varie fasce di età ? Oppure permettere di realizzare decine di alloggi di edilizia residenziale pubblica? Perchè non impegnare in un simile investimento le risorse comunitarie e nazionali previste dopo l’emergenza sanitaria? Si creerebbero centinaia di posti di lavoro rispondendo a bisogni primari della comunità.

Intanto c’è necessità di spazi che verranno ricercati anzitutto negli edifici scolastici ma non andrebbe scartata una ricognizione delle opportunità offerte da altri immobili di proprietà pubblica come per esempio a Borgo san Lorenzo possono essere Villa Pecori Giraldi , il centro Incontri, il Multi + o lo spazio del Crs nel capannone del Foro boario oppure immobili privati come può essere l’ex monastero di S. Caterina in attesa del progetto di qualificazione di questo edificio storico. C’è anche bisogno di un confronto aperto per fare scelte che vadano al di là del difficile momento attuale.

Leonardo Romagnoli

3.8.20

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