Pianificazione del paesaggio e sviluppo sostenibile in Italia: il caso della Toscana.

 

All’interno del Rapporto mondiale sullo stato delle foreste redatto dalla FAO nel 2018, la Regione Toscana è stata scelta come esempio, insieme ad altri sette casi di studio, per esaminare il tema del paesaggio è stato abbinato al settore forestale nei programmi e nelle strategie di sviluppo sostenibile. La Toscana è stata scelta in quanto ritenuta leader nella realizzazione di politiche di gestione e tutela del paesaggio, incluso il paesaggio forestale. La Toscana, infatti, è stata, nel panorama nazionale, la prima regione a redigere un piano paesaggistico, così come previsto del Codice del Beni Culturali.

Il Piano di Indirizzo Territoriale, risulta essere di particolare rilevanza in quanto è un documento che integra la pianificazione urbanistica alla pianificazione del paesaggio. La scelta di creare un piano integrato è finalizzata ad una molteplicità di obiettivi che si basano sulla consapevolezza che il paesaggio è frutto della coevoluzione tra uomo e natura; tra questi: creare un modello di pianificazione e gestione che armonizzi tutte le realtà pubbliche coinvolte nel processo di pianificazione del territorio, assicurare l’effettiva riduzione del consumo del suolo e stimolare la partecipazione pubblica per promuovere un maggiore coinvolgimento nei processi decisionali.

Il piano paesaggistico della Regione Toscana è sovraordinato ad ogni altro livello di pianificazione e cerca di integrare i tre principali approcci che caratterizzano, ad oggi, la pianificazione del territorio. Prende quindi in considerazione non solo le peculiarità estetiche e la percezione del pubblico, ma anche i valori ambientali, la struttura ecosistemica e l’importanza dell’identità locale e della relazione imprescindibile tra uomo e natura nei processi che consentono la creazione ed il mantenimento di certe strutture di paesaggio.

A livello strutturale il piano è suddiviso in più documenti riferiti alla pianificazione a livello regionale ed a livello locale. A livello regionale il piano individua quattro invarianti strutturali che risultano essere le linee che regolano la trasformazione del territorio. I boschi sono inseriti nella Invariante legata ai caratteri ecosistemici del paesaggio.

A livello locale, invece, il Piano paesaggistico organizza il territorio, così come previsto dal Codice dei Beni Culturali, in ambiti, aree omogenee definibili anche come unità di paesaggio. Per ogni ambito il piano prevede, oltre agli indirizzi già presenti a livello regionale, degli obiettivi specifici in coerenza con i valori e le peculiarità dei singoli territori. Complessivamente i principali obiettivi che si tenta di perseguire prevedono in particolare di valorizzare la ricchezza, sia culturale che ambientale, del paesaggio dei singoli ambiti, cercando di assicurare una gestione integrata volta a garantire una coerenza tra la geomorfologia locale e l’estensione degli insediamenti.

All’interno del piano paesaggistico è stato poi dato spazio anche alla pianificazione forestale. L’importanza della superficie forestale nella nostra regione è in primo luogo dettata dalla sua estensione, copre infatti il 52,1% del territorio regionale; ma nonostante ciò, anche in Toscana, così come nel resto d’Italia, l’utilizzo della risorsa boschiva è estremamente ridotto (la produzione legnosa rappresenta lo 0,25% del GDL regionale). L’attenzione rivolta nel piano paesaggistico all’ambito forestale non è quindi connessa al suo valore economico ma al valore dei servizi forestali associati al paesaggio, per questo motivo la gestione del patrimonio boschivo è considerata un’attività indispensabile per garantire il perpetuarsi di tutti i valori associati alle foreste, che si esplicano non solo in termini di biodiversità e di protezione dal rischio idrogeologico, ma anche come valori culturali e del patrimonio tradizionale. I boschi sono così valutati, tutelati e gestiti per i valori ambientali e culturali ad essi associati, così come per il ruolo che ricoprono nel paesaggio rurale tradizionale, fondamentale per il turismo. Diversamente da altre regioni il piano prevede anche di ridurre le superficie forestali, ripristinando terreni agricoli abbandonati, allo scopo di mantenere un equilibrio nel paesaggio.

La Regione Toscana è quindi riuscita a creare, all’interno del piano paesaggistico, una visione che integra gli obiettivi economici, sociali e ambientali alla pianificazione del territorio, incentrandosi sulla valorizzazione del patrimonio  rurale tradizionale che si è rivelato un importante mezzo di crescita economica e promozione del territorio attraverso il turismo e la produzione di cibo di qualità. La Toscana è infatti la prima regione italiana per i prodotti agricoli tradizionali certificati che secondo i dati MIPAAF sono 461. Nonostante gli evidenti successi ottenuti, si riscontrano comunque alcuni ostacoli da superare tra i quali il contrasto tra le politiche che supportano lo sviluppo e quelle che si incentrano su approcci restrittivi. Bisogna tenere conto, infatti, che il paesaggio è una realtà dinamica e non possono essere applicate ad esso le stesse misure che si riservano a monumenti o aree protette.

Il successo rappresentato dal caso toscano descritto nel SOFO può essere così sintetizzato:

  •  La pianificazione paesaggistica ha proposto una visione in grado di integrare gli aspetti economici, sociali ed ambientali all’intero del modello di sviluppo.
  •  Il paesaggio contribuisce allo sviluppo delle aree rurale, grazie anche alla componente forestale, contribuendo alla crescita economica, in particolare attraverso l’agriturismo, attività in costante crescita negli ultimi anni nonostante la crisi economica. 
  • Grazie al piano paesaggistico anche i piani di sviluppo rurale hanno iniziato a contribuire alla qualità del paesaggio, favorendo le attività forestali di valore paesaggistico. 
  • Il piano riconosce il valore culturale del patrimonio forestale, combinandolo con i valori ecologici.
  • Il piano, per la prima volta in Italia, prevede di ridurre i boschi non gestiti risultati dall’abbandono delle aree coltivate, nell’obiettivo di mantenere il delicato equilibrio a cui il paesaggio toscano deve il suo successo. 
  • Il valore del paesaggio toscano è stato riconosciuto anche dall’iscrizione di tre paesaggi all’interno del Registro Nazionale dei paesaggi rurali di interesse storico presso il Ministero delle politiche agricole e forestali; rappresentando, così, la Regione con il maggior numero di paesaggi iscritti nel Registro che si affiancano al sito UNESCO della Val d’Orcia. La Toscana ha per ora l’unico paesaggio forestale iscritto nel registro quello dei castagneti monumentali di Moscheta. 

Le tematiche dove invece è richiesto un miglioramento del piano individuate dal SOFO sono le seguenti:

  • Necessità di risolvere la tensione fra le politiche di sviluppo economico e le politiche di conservazione. L’applicazione di vincoli e limitazioni di uso non è sempre la soluzione più adeguata alla conservazione del paesaggio rurale, in particolare del paesaggio forestale, che ha una natura dinamica e la cui conservazione è legata ad una gestione attiva. 
  • Una maggiore contributo interdisciplinare sarebbe auspicabile sia nella redazione degli indirizzi di pianificazione che nella individuazione degli obiettivi di qualità del paesaggio.  

FAO Infografiche

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