Il senso delle parole
Il senso delle parole sembra cambiare con il mutare delle condizioni storiche e politiche per cui definirsi conservatori o progressisti, conservatori o riformisti, conservatori o innovatori non ha nessun legame con le cose e gli atti che caratterizzano l’azione politica ma sono legati semplicemente al fatto che si vuol mutare la situazione esistente senza nessun riferimento al miglioramento delle condizioni di vita delle persone o alla tutela dei beni pubblici.
Il prof. Panebianco sul Corriere della Sera è un classico esempio di confusione intellettuale che confonde la difesa dei diritti con la conservazione e il riformismo con la reazione , il passo del gambero con il progresso. Ovviamente conservatrice è la sinistra che “ si tratti di scuola,di lavoro, di magistratura, di revisioni costituzionali o quant’altro”(…) e “ forse ciò aiuta a spiegare una circostanza che sarebbe altrimenti incomprensibile : il fatto che l’opposizione di sinistra non si sia minimamente avvantaggiata in questi anni, stando ai sondaggi, delle gravi difficoltà di un governo che ha dovuto fronteggiare le conseguenze della crisi mondiale e che è stato inoltre investito da scandali e furibonde divisioni”.
All’esimio professore non passa nemmeno per l’anticamera del cervello che forse la sinistra ha difettato proprio nell’avvicinarsi ai temi cari alla destra europea , nel tentare un dialogo con una destra nazionale eversiva che ha avuto come unico obiettivo la tutela degli interessi del padrone, quello dal quale Panebianco si aspettava “la rivoluzione liberale”. Per credere in simili favole bisogna essere o disinformati o ciechi oppure complici nell’attacco più grave che sia stato portato alle istituzioni repubblicane dagli anni 60/70 dei tentativi di golpe. Pensare di riformare
la Costituzione per stravolgere gli strumenti di garanzia a tutto vantaggio del potere esecutivo e per tutelare le massime cariche dello Stato(in realtà una sola) da eventuali problemi giudiziari. Cosa c’è di riformista e liberale in questo? Niente. In uno stato normale e liberale ci si preoccupa che chi ha gravi problemi con la giustizia, è titolare di concessioni pubbliche, è portatore di conflitti di interesse palesi e tali da condizionare l’azione di governo, non possa accedere a cariche in cui si richiede la massima trasparenza, moralità e attenzione al bene comune. E non stiamo parlando di affermazioni da provare ma di fatti comprovati dall’azione quotidiana di governo e da sentenze ormai passate in giudicato con condanne per corruzione ai danni dei maggiori collaboratori del “nostromo” o peggio di condanne per collusione con la mafia . Se provate a mettere in fila tutte le accuse provate e i comportamenti “ moralmente inaccettabili” viene fuori un quadro da “sonno della ragione” che sembra aver investito un intero paese nell’indifferenza di buona parte del mondo dell’informazione e della cultura ( del quale il nostro detiene quasi la maggioranza).
Chi fa i propri interessi è un riformista chi pensa al bene pubblico un conservatore?
Chi difende i principi costituzionali è un conservatore chi li vuole eliminare un innovatore?
Chi difende le conquiste sindacali e i diritti dei lavoratori è un conservatore chi propone precarietà ed eliminazione della democrazia nei luoghi di lavoro un progressista?
Stiamo vivendo in un mondo capovolto al quale ci stiamo abituando per paura e con poche prospettive, in cui la forbice tra chi ha di più e chi ha di meno non si è ristretta ma si è ampliata, dove vengono precluse le possibilità di premiare il merito a vantaggio della casta di appartenenza.
Quelli come Panebianco, dal loro sicurissimo posto di professori di ruolo, pensano che tutto questo DEBBA essere il futuro?
Un società che non fa intravvedere alle giovani generazioni una prospettiva per il futuro non è solo una società gerontocratica ma una società che rischia l’implosione con il venir meno di una solidarietà intergenerazionale che fino ad adesso a permesso ai padri di sostenere i figli.
Conservare e innovare gli strumenti che hanno permesso di diffondere benessere e democrazia è la scelta più moderna che possiamo fare. Abbiamo un futuro alle spalle da tutelare … e conservare.
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