Il Mugello e la via lattea

Il Mugello e la via lattea

Non si è mai parlato così tanto di latte come nell’ultima settimana, anche su giornali solitamente disattenti alle vicende del mondo agricolo, e con tanti interventi politici che danno però la sensazione di essere arrivati un po’ in ritardo e senza nessun coordinamento tra loro.
La nuova attenzione è stata alimentata da un fatto che era ampiamente scontato, l’eliminazione del Cda della Centrale del Latte della Toscana (ovvero Mukki) da parte della nuova proprietà della Centrale del Latte d’Italia che controlla anche lo stabilimento fiorentino e in particolare dalla richiesta di dimissioni da presidente a Campinoti , industriale senese di generatori, nominato lo scorso anno dai soci pubblici toscani alla testa della Mukki. Come ho già scritto questa era già una decisione discutibile presa senza nessun confronto con il territorio e i produttori che avrebbe dovuto richiedere un intervento puntuale della politica che non c’è stato. Voglio ricordare che a settembre del 2019 presentai con Mugello in Comune un’interrogazioni sulla nomina del nuovo cda Mukki manifestando alcune preoccupazioni e chiedendo un’attenzione dell’Unione dei Comuni a tutela degli allevatori locali. Preoccupazioni che allora non furono condivise e non fu convocato nessun incontro con allevatori, cooperative e associazioni per fare il punto della situazione. Criticare oggi, come ha fatto qualche amministratore mugellano, gli allevatori e le cooperative di conferimento per aver cercato un accordo sul prezzo del latte 2020 è profondamente sbagliato. L’accordo sul prezzo base di 36 centesimi a cui si aggiungono altri centesimi previsti dai contratti di conferimento in vigore fino al 2023 è un buon accordo tenendo conto del mercato nazionale. Non esiste invece nessun accordo sul 2021 come è stato scritto in modo errato e affrettato. Bastava leggere il comunicato rilasciato al termine dell’incontro con la nuova proprietà Mastrolia/Newlat che c’è stato il 26 giugno per capire di cosa si era trattato : “C’è stato oggi a Firenze il primo incontro operativo tra rappresentanti di Cooperlatte e Granducato, due delle principali cooperative che forniscono latte toscano a Centrale del Latte della Toscana (gruppo Centrale del Latte d’Italia-Cli), e Angelo Mastrolia, presidente di Cli e patron di Newlat azionista di riferimento di Cli.L’incontro si è tenuto alla vigilia della fusione, a partire dall’1 luglio, che vedrà Clt, che produce latte col marchio Mukki, incorporata in Cli.


“L’incontro, molto cordiale, è risultato positivo e proficuo per aver riscontrato l’interesse di Newlat a mantenere e sviluppare la filiera locale”, affermano Cooperlatte e Granducato in una nota.
“In un prossimo futuro – prosegue la stessa nota – saranno declinati specifici accordi”, sottolineano Cooperlatte e Granducato, spiegando che l’incontro, avvenuto allo stabilimento di Clt a Firenze, ha rappresentato “la prima occasione di potersi vedere di persona con il presidente del gruppo e, nell’occasione, sono stati esaminati anche alcuni aspetti di prospettiva tesi alla valorizzazione del prodotto in funzione degli interessi del nuovo assetto della Centrale del latte”.
All’incontro era presente anche il direttore generale di Clt Marco Massaccesi.(ansa).
Un normalissimo incontro preliminare nella normale logica dei rapporti sindacali, nessuna trattativa separata, ma volontà di tutelare il prodotto e la filiera locale.
Oggi si parla di patto territoriale con Regione e comune di Firenze ma questo rinnovato interesse non c’era lo scorso anno quando ormai erano già presenti le condizioni che hanno portato al passaggio attuale a Newlat con il peso determinate di Torino anche nel Cda fiorentino. Anzi per certi aspetti quello che ha dichiarato in questi giorni la nuova proprietà va in una direzione che potrebbe essere favorevole al Mugello che ricordo può contare su una presenza attenta alle esigenze del territorio nel nuovo cda della CLI con Valeria Bruni Giordani allevatrice di Firenzuola ( invece le dimissioni della Mansi per il Mugello sono di scarso significato e sono frutto di una tardiva solidarietà tra industriali dopo l’uscita di Campinoti).
Le prime dichiarazioni della Bruni Giordani sono state chiare :” io non rappresento la politica ma gli agricoltori e in particolare la zona del Mugello, credo che non si debbano dare giudizi affrettati : ci sono sul tavolo progetti importanti, con la riqualificazione della Mukki, il lancio nazionale del marchio e le assunzioni. Non mi sembra – ha proseguito l’allevatrice mugellana – che il territorio ne esca penalizzato, il fatto che Massaccesi, direttore della Mukki, sia diventato direttore generale della Centrale del Latte d’Italia è un ulteriore garanzia in questo senso”. Inoltre, sempre secondo quanto è stato dichiarato alla stampa ,a Firenze, oltre la direzione generale, saranno collocati la direzione personale e soprattutto il settore ricerca e sviluppo del nuovo gruppo, saranno investiti 5 milioni per un packaging eco- compatibile e per il latte toscano di qualità si prevede anche una specializzazione nel baby-food.


Non ci sarà più la ricapitalizzazione da 30 milioni che avrebbe ridotto ancora di più il peso delle istituzioni locali. Tutto bene dunque? Sicuramente no perchè ci potrebbe essere la necessità di ridurre alcuni costi, come già dichiarato ad aprile, e si tratterà di capire dove cadrà la scure.
In questo momento si dovrebbe evitare di far sembrare il Mugello un territorio non compatto a difesa delle sue eccellenze e della sua agricoltura con uscite estemporanee di singoli amministratori e allevatori e cercare invece un incontro tra produttori e loro associazioni con gli enti locali per chiedere un confronto aperto con la nuova proprietà nel rispetto dei rispettivi ruoli.

Leonardo Romagnoli
2.7.20

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