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I costi delle province… un falso problema

di Leonardo Romagnoli

Il tema della riduzione della spesa si è concentrato sui costi della politica ma sotto questo profilo le Province sono quelle meno esposte a critiche, visto che la loro spesa media ammonta a 105 milioni di euro, vale a dire 1,8 euro pro capite: lo ha riferito il professor Paolo Savona, docente presso la Luiss e presidente del Fondo interbancario di tutela dei depositi, ad un seminario sul riordino degli enti locali e la cancellazione delle Province. Diversamente – ha sottolineato – le Regioni spendono per gli organi elettivi 842 milioni, cioè 14,2 euro pro capite; e i Comuni 558 milioni, quindi 9,4 euro pro capite. Tra il 2008 e il 2012 le Province, ha ricordato, hanno ridotto le spese del 21,3% contro il 4,5% dei Comuni e il 4,2% delle Regioni; lo Stato invece ha accresciuto le spese correnti e ridotte quelle in conto capitale. Da ultimo, il professor Savona ha ricordato che il costo medio del personale delle Province è pari a 41.949 euro contro i 58.241 di quello regionale. (ANSA).

La riorganizzazione e la riduzione delle stazioni appaltanti, che al momento sono più di 10 mila, ridurrebbero i costi del Paese di circa 30 miliardi di euro a regime: lo ha sottolineato a margine di un seminario sulla riforma delle Province il professor Gustavo Piga, docente di economia all’università di Tor Vergata di Roma. Vorrei tuttavia sottolineare che questi dati relativi ai possibili risparmi – ha detto Piga – sono ben conosciuti dal ministero dell’Economia. In merito alle Province, Piga ha spiegato che ciascuna di esse potrebbe diventare, in una logica reale di riforma dei conti del Paese, una stazione appaltante e tutte e 107 potrebbero ridiventare la leva per l’aggiustamento dei conti del Paese. I 30 miliardi di risparmi che potrebbero essere ottenuti a regime, secondo Piga, potrebbero migliorare la competitività delle nostre aziende, facendo anche una opportuna considerazione dei costi standard, che possono supportare in maniera adeguata la riduzione dei costi del Paese. (ANSA).

“La frammentazione della gestione di alcune funzioni crea inefficienze e un aumento significativo dei costi, soprattutto per quanto riguarda le scuole e le strade”: lo ha riferito il direttore generale del Censis Giuseppe Roma intervenendo a un seminario sul riordino degli enti locali e la cancellazione delle Province. Nel nostro Paese le scuole sono 7.036 in 1.484 Comuni, ha ricordato, “e in media ogni Provincia ne gestisce circa 65. Ebbene – si è chiesto – cosa accadrà quando questa funzione passerà alle aggregazioni di Comuni?”. Stesso ragionamento per le strade, “di cui 111 mila km, cioè il 72,3% del totale, vengono gestite dalle Province, che si occupano anche della loro manutenzione e progettazione, con un costo di 1,8 miliardi di euro”. In Italia spesso “le riforme hanno peggiorato la vita dei cittadini – ha spiegato l’esponente del Censis – per questo serve lungimiranza da parte della politica e bisogna far attenzione a voler portare lo scalpo delle Province nelle mani di chi non si sa, perché magari il prossimo governo potrebbe avere a che fare con costi maggiori”.(ANSA).

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