E’ nata l’associazione Olivicoltori del Mugello

E’ nata l’associazione Olivicoltori del Mugello

L’edizione 2020 del Rotarolio che si è svolta a Borgo san Lorenzo ha portato finalmente una novità per il settore olivicolo mugellano con la nascita dell’Associazione “Olivicoltori del Mugello” di cui si parla almeno da una ventina di anni e che, nelle ultime due edizioni della manifestazione, era stata  proposta con insistenza. L’associazione si è costituita durante il convegno con la presenza di un notaio e vede la partecipazione di aziende e anche di piccoli produttori. Primo presidente è stato nominato Giulio Cappetti che ha sempre creduto in questi anni nella necessità di dar vita ad un ‘associazione con lo scopo di salvaguardare e valorizzare la produzione mugellana considerata da molti di ottima qualità anche se modesta sotto l’aspetto quantitativo.

L’annata 2019/20 è stata in Toscana piuttosto negativa con la produzione che ha subito una forte riduzione pur attestandosi su eccellenti valori qualitativi.

Le neonata associazione si propone di incrementare la produzione, realizzare un proprio marchio anche se collegato all’Igp Toscano e colline fiorentine, favorire la commercializzazione nella ristorazione locale e promuovere le qualità salutari dell’olio extra vergine mugellano.
L’associazione si propone anche di valorizzare la coltivazione dell’ulivo con iniziative culturali, formative , scientifiche e sociali.

Il 2020 sarà l’anno del nuovo censimento decennale dell’agricoltura e questo permetterà di avere un quadro esatto della situazione della coltivazione dell’olivo nel territorio mugellano dove negli ultimi anni sono state proposte interessanti inziative imprenditoriali all’interno anche di PIF finanziati dalla Regione Toscana ma dove si è avuto anche un abbandono di aree marginali affidate alla cura amatoriale di persone dedite all’autoconsumo.

Nel 2000 in Toscana le superficie agricola dedicata alla coltivazione dell’Ulivo rappresentava quasi l’11,5% della Sau ovvero 97.000 ettari mentre nel 2016 era già calata a 67.000 ettari. Il rettore dell’università di Firenze Dei intervenendo al Rotarolio ha ricordato che la produzione italiana che 20 anni fa era di 700 mila tonnellate è scesa quest’anno a 200/300 mila tonnellate e copre solo per 1/3 il consumo nazionale. In Toscana la produzione è stata quest’anno di poco superiore  alle 16.000 tonnellate ( nel 2018 era stata di oltre 20.000).L’Italia e la Toscana in particolare sono però grandi imbottigliatori ed esportatori, con parte del settore sotto controllo spagnolo. Questo si porta dietro le consuete polemiche sull’olio che viene commercializzato come italiano e toscano nell’etichetta ma non nella composizione. La tracciabilità e la trasparenza sono elementi essenziali a garanzia del consumatore e la nascita dei consorzi Dop e Igp è stata ed è lo strumento che permette un rapporto di reciproca fiducia tra produttore e consumatore. D’altra parte il consumatore che acquista un olio nuovo a 2,5 o 3 euro al chilo non può pretendere di consumare un olio toscano che ha costi di produzione molto più elevati. Comunque va anche detto che alcune polemiche sull’arrivo nel nostro paese di olio tunisino, spagnolo o greco sono diventate stucchevoli perchè i numeri ci dicono che l’Italia produce meno di 1/3 di quello che consuma( e che in parte esporta) e quindi è ovvio che arrivi olio da altre zone di produzione, l’importante è che non si commercializzi per toscano o italiano quello che non lo è. Ormai gli italiani non hanno più il monopolio della qualità come dimostrano alcune manifestazioni internazionali dove tra i primi dieci troviamo anche andalusi, greci e portoghesi e dove cominciano a farsi apprezzare anche produzioni della Tunisia e del Marocco ( grazie anche al lavoro degli italiani e dei toscani in particolare).

Tornando al Mugello è necessario che la neonata associazione riesca a tracciare un quadro del comparto olivicolo locale e quantificarne la capacità produttiva, avere un’unica struttura di trasformazione e imbottigliamento per una caratterizzazione dell’olio evo tesa a sottolineare il valore nutrizionale della produzione mugellana e il suo legame con il territorio.

Un ultimo aspetto da non sottovalutare è l’influenza dei cambiamenti climatici sugli elementi qualitativi e quantitativi della coltivazione dell’olivo anche in Mugello e in questo senso è indispensabile la collaborazione con l’università e la possibilità di svolgere attività di ricerca e innovazione con i fondi previsti dal Psr della regione Toscana e dalla Comunità Europea.

Nell’ atto costitutivo dell’associazione Olivicotori del Mugello è scritto testualmente che gli associati non faranno ricorso nella coltivazione all’uso di fitofarmaci e pongono quindi il biologico come punto di partenza per la loro attività, una scelta coerente con la volontà di mettere in evidenza le caratteristiche ambientali e nutraceutiche dell’olio extra vergine d’oliva.
A tal proposito può essere molto utile anche lo scambio di informazioni e di esperienza con altre aziende che da alcuni anni si stanno muovendo decisamente verso l’innovazione nel rispetto della tradizione come l’azienda Buonamici di Fiesole che in passato ha vinto il Rotarolio e che al recente Flos Olei 2020 ha ricevuto un prestigioso riconoscimento internazionale come miglior olio evo da agricoltura biologica e Dop/igp.

Leonardo Romagnoli

20.01.10

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