Sabato 26 febbraio è comparsa sulle pagine fiorentine di Repubblica la lettera di un sacerdote, Don Fabio Masi, che manifestava con grande serietà il disagio suo e della sua comunità parrocchiale per alcuni recenti avvenimenti che hanno coinvolto le gerarchie ecclesiastiche : dalla famosa “Cricca” della Protezione civile con il coinvolgimento di “propaganda Fide”, alle accuse allo IOR (istituto bancario vaticano) per violazione delle leggi antiriciclaggio, “ultimamente un vescovo della Curia Vaticana si è messo a cercare il pelo nell’uovo per giustificare la bestemmia del presidente del Consiglio e dimostrare la liceità di partecipazione alla Comunione,pur essendo divorziato. Ci ha riso dietro mezza Italia – scrive il sacerdote – molti si chiedevano quali interessi c’erano da difendere con quella dichiarazione”.
Gli interessi da difendere sono emersi nel corso dell’incontro tra governo e curia vaticana proprio nel mezzo dello scandalo minorenni e prostituzione : finanziamenti alla scuola cattolica, meno tasse per i beni della Chiesa e soprattutto adozione della posizione vaticana sui temi “eticamente sensibili”. La sensazione è quelle dei mercanti che diventano i sacerdoti del tempio con la carità e l’amore messi alla porta.
Questo modo volgare di imporre valori che dovrebbero essere legati alla fede, di barattare i principi per qualche finanziamento, ha poco a che vedere con il messaggio evangelico. Siamo entrati in una nuova Controriforma dove il “ realismo” degli interessi anche economici è indifferente ai comportamenti morali delle persone che dovrebbero governare la cosa pubblica mentre si è inflessibili verso le vere libertà personali dei singoli cittadini siano essi credenti o non credenti.
Un nuovo fondamentalismo che ha poco da spartire con la democrazia liberale.
Questo pensiero è stato sintetizzato dal vescovo ciellino Luigi Negri in un’intervista alla Stampa.
“Ci sono tutte le condizioni per orientare cattolicamente la restante parte della legislatura verso principi non negoziabili : vita , famiglia, libertà di istruzione” e il no di Berlusconi alle adozioni dei single e alle unioni gay sono “ segnali positivi di disponibilità alla cooperazione per l’interesse dell’Italia”. Sembra di essere ancora sotto il potere temporale e il ricordo di Cavour nel 150 anno dell’unità d’Italia con la sua divisione tra Stato e Chiesa pare un’affermazione rivoluzionaria.
Per il vescovo Neri le “incoerenze”(i reati si chiamano così in vaticano) di un governante non incidono mentre “ gli attacchi alla famiglia e alla sacralità della vita devastano la vita sociale”. Ma il vero senso reazionario del pensiero di questo autorevole esponente emerge da quest’altra affermazione :”La democrazia non si fa con l’ingegneria costituzionale. Manca un rapporto equilibrato tra la politica e un apparato giudiziario autoreferenziale e indipendente nei suoi atti(altro che separazione dei poteri!!!ndr).Le priorità sono la salvaguardia della vita dal concepimento alla fine naturale, della famiglia eterosessuale(l’unica feconda), della possibilità per
la Chiesa di svolgere l’azione formativa e culturale fra la gente”. E a proposito degli scandali dice :” un politico è più o meno apprezzabile moralmente in base a quanto si impegna a vantaggio del bene comune, cioè di un popolo che viva bene e di una Chiesa che operi in piena libertà. Non è edificante sentire evocare anche in ambienti cattolici l’indignazione, il disprezzo, l’odio verso l’avversario politico. A far male alla società sono i Dico, la legislazione laicista, la moralità teorizzata e praticata da quanti ci inondano di chiacchere sulla rilevanza pubblica di taluni comportamenti privati”.
Da queste ulteriori parole del vescovo emerge una visione intollerante della religione da far invidia ai Khomeinisti, la libertà coincide con la libertà della Chiesa , siamo lontani anni luce non solo dalla cultura risorgimentale ma semplicemente da una visone democratica che riconosca diritto di espressione a tutti cittadini di qualunque credo senza prevaricazioni e imposizioni legislative lesive della libertà dell’individuo. Monsignor Negri auspica uno Stato etico in cui non conta “L’eticità” del condottiero ma l’imposizione dei valori religiosi .
Per questo auspica che “in due anni e mezzo i cattolici potranno incidere di più sulla vita politica e sociale, per esempio contro i registri comunali delle coppie di fatto e il sì al farmaco abortivo Ru486: ci mostrano la moralità pubblica della mentalità laicista e anticattolica che caratterizza le “élites” ideologiche e politiche che pretendono di dominare il Paese”. Un atteggiamento , questo del vescovo Negri, che in altre epoche ha portato le gerarchie cattoliche ad abbracciare sanguinari dittatori(che però erano contrari all’aborto). Se non si trattasse di considerazioni estremamente pericolose per la vita democratica potrebbero sembrare le esternazioni di una persona che ha paura della libertà degli individui e , soprattutto, delle donne, tutti incapaci di intravvedere la “verità” che appartiene , non ai credenti, ma solo alla gerarchia ecclesiastica.
Sull’ultimo numero dell’Internazionale viene riportato un saggio sull’Irlanda, il paese più cattolico del mondo, sconvolta dagli scandali della pedofilia che hanno coinvolto le gerarchie nella varie diocesi. Dalle testimonianze emerge che il brodo di coltura di questi comportamenti sconvolgenti era una concezione ancora medievale del rapporto tra chiesa e credenti che hanno impedito all’Irlanda di crescere in senso civile. A leggere le parole del vescovo Negri, se non si vogliono scomodare alcune teocrazie islamiche, viene in mente l’Irlanda preconciliare degli anni 50 dove l’istruzione pubblica si identificava con le scuole cattoliche e i giovani sembravano vivere in una specie di girone dantesco, una società sessuofobica, in cui dovevano espiare anche corporalmente colpe che non avevano commesso ma che potevano aver pensato. Il nostro medioevo prossimo venturo.
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La Chiesa simoniaca di Ratzinger, Bertone e Bagnasco sabato ha riscosso il suo prezzo: il forsennato attacco di Berlusconi alla scuola pubblica (“travisato”, ovviamente: peccato ci sia la registrazione video), dopo che il suo governo ha coperto la scuola clericale d’oro e altre utilità.
E’ il prezzo dell’indulgenza, per il silenzio della Chiesa gerarchica sulle colpe di Berlusconi, l’ultima delle quali è il sesso (oltretutto posticcio): ben più gravi lo spergiuro, i furti delle cricche, l’odio contro i diversi e gli ultimi. Il prezzo dell’indulgenza: siamo tornati, cioè, alla vendita delle indulgenze, un regresso di alcuni secoli, altro che prima del Concilio di Papa Roncalli. La Chiesa simoniaca, appunto.
(Paolo Flores D’Arcais – direttore di Micromega)