Cosa sta succedendo nel mercato del latte e quale futuro per il Mugello?

Cosa sta succedendo nel mercato del latte e quale futuro per il Mugello?

La Cia Toscana Centro con un comunicato del vicepresidente Legnaioli lancia l’allarme sul futuro della Mukki passata ora, insieme alla Centrale del Latte d’Italia, sotto il controllo della Newlat Food della famiglia Mastrolia che controlla anche Buitoni, Giglio, Polenghi e altri marchi del settore agroalimentare con un fatturato che supera i 300 milioni e che , con l’acquisizione, arriverà fino a 500 milioni.

Legnaioli era un componente del nuovo Cda della centrale fiorentina nominato nel 2019 che già aveva lasciato molti interrogativi per la scelta dell’industriale Campinoti come presidente da parte dei soci fiorentini.

Ora quel Consiglio non esiste più e verrà anche ridimensionato il ruolo dei soci pubblici (Comune di Firenze, Regione Toscana e Camera di Commercio) con il probabile aumento di capitale da 30 milioni che non verrà sottoscritto sicuramente da questi ultimi che sono ora impegnati nell’emergenza sanitaria con seri rischi per i bilanci pubblici e la fornitura di servizi ai cittadini.

Esiste dal 29 aprile un unico Cda per la Centrale del Latte d’Italia in cui sono presenti anche due esponenti toscane, la ex presidente di Confindustria Mansi e Valeria Bruni Giordani, titolare di un allevamento biologico di vacche limousine, di Firenzuola.

In più di un’occasione i Mastrolia hanno ribadito di voler valorizzare i marchi locali citando l’esempio della centrale del latte di Salerno e anche in un’intervista all’inserto “Economia “ del Corriere il presidente del gruppo  ha dichiarato che “ bisogna guardare al territorio, alle filiere, indispensabili per le aziende”.

Ma una cosa sono le enunciazioni, un’altra le azioni anche perchè già dopo l’acquisizione della maggioranza della Centrale del Latte d’Italia la nuova proprietà aveva parlato di costi da tagliare tra i 6 e i 12 milioni di euro. L’emergenza sanitaria con la chiusura di bar e ristoranti ha, inoltre, ridimensionato le aspettative del settore dove i pubblici esercizi rappresentano circa ¼ del mercato.

Meno 3 centesimi fino al 31 dicembre per il latte toscano e mugellano

Il prezzo del latte crudo “spot” sulla piazza di Milano era valutato lunedi 4 maggio a 28,75 centesimi al litro ( -24,5% rispetto a un anno fa) e dalla Francia arriva latte a 26 centesimi.

Il prezzo base del latte toscano era fino al 1 aprile di 39 centesimi e la trattativa per il rinnovo era quindi un banco di prova della volontà di tutelare le produzioni locali e il primo approccio è stato piuttosto negativo in quanto la nuova proprietà si è presentata volendo imporre il prezzo di 34 centesimi senza nessuna trattativa.
Mastrolia sempre all’Economia del Corriere ha detto che “ NewLat ha appena firmato un accordo a tutela di 200 allevatori che producono latte anche biologico in Toscana”. A parte il numero fantasioso di 200 allevatori in realtà un accordo sul latte è stato raggiunto, ancora da precisare, con le Associazioni che conferiscono il latte dei produttori con il prezzo base a 36 centesimi dal 1 aprile al 31 dicembre 2020. Quindi con una diminuzione di 3 centesimi rispetto all’accordo precedente con Mukki. Restano però validi sia il Patto di Filiera , sia il patto integrativo che prevede incremento di prezzo per il latte alta qualità, la mugellanità e il biologico che rendono ancora sostenibile la produzione. Questo patto scade nel 2023 e solo la difesa di questo accordo permetterà agli allevamenti mugellani di mantenere margini economici sufficienti al funzionamento e alla crescita delle aziende.

La politica e le istituzioni che in questi mesi hanno brillato per una certa assenza si sono recentemente risvegliate ( si deve votare per la Regione?) anche con una mozione in consiglio regionale in cui si chiede di creareun fronte coeso fra istituzioni pubbliche e soggetti rappresentativi delle realtà produttive della filiera del latte in grado di analizzare la situazione vigente e delineare insieme strategie future relative al comparto e relative alla creazione del distretto rurale e del distretto biologico, alla salvaguardia della qualità del prodotto alla luce dei nuovi assetti societari, oltreché alle possibili ulteriori forme di sostegno regionale ad un settore strategico, in quanto fondamentale fonte economica per il territorio del Mugello.”

Anche a livello locale sarebbe il momento di un confronto tra allevatori, associazioni agricole e amministrazioni locali per una strategia comune che sostenga le stalle mugellane nella salvaguardia di una produzione di qualità giustamente riconosciuta e remunerata e contro progetti che non hanno nella valorizzazione dell’economia agricola del nostro territorio il loro obiettivo principale.

Leonardo Romagnoli

4.5.20

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