La scoperta dell’acqua calda : i soldi non spesi dell’addendum sull’alta velocità

La scoperta dell’acqua calda : i soldi non spesi dell’addendum sull’alta velocità

Recentemente la cronaca locale ci  ha informato con grande evidenza  di una interrogazione della neoconsigliera regionale Tozzi sui soldi non spesi per quanto riguarda gli interventi previsti dall’addendum sull’alta velocità sottoscritto dalla Regione nel 2002.
Si tratta di una situazione conosciuta già da molti anni (QUI un articolo del 2015) e solo recentemente è stata prevista una soluzione per  alcune opere.
Nella risposta alla consigliera regionale si parla di 37 milioni di euro ma l’addendum originale prevedeva un finanziamento di 53 milioni.
Le risorse erano così ripartite:
Acquedotti e fognature (Euro 20.300.000 a carico di TAV SpA).
Progetto di  valorizzazione ambientale (Euro 32.700.000 a carico dello Stato per Euro 27.500.000 di TAV per Euro 5.200.000
).
In realtà 16 milioni tra Ministero, Rfi e Cipe non sono mai stati versati alla Regione che ha fatto ricorso al tar del  Lazio che però  ha respinto  a suo tempo la richiesta.
A quel punto  era ovvio che qualcosa non poteva essere realizzato se non attraverso un finanziamento diretto della Regione Toscana.
Mentre le opere acquedottistiche e fognarie possono dirsi completate, lo stesso non si può dire per le opere di mitigazione tanto che, come già scritto in passato, fu necessario  “secondo aggiornamento del protocollo d’intesa per gli interventi di mitigazione ambientale delle aree attraversate dalla Linea AV Bologna-Firenze” sottoscritto dalla Regione e dagli enti locali che “ prendeva atto della mancata corresponsione da parte dello Stato di complessivi euro 15 milioni e da parte di RFI di 1.200.000 euro” e prevedeva una “ rimodulazione degli interventi che ne limiti il numero” e destini le economie accertate sugli interventi fatti e da fare “alla gestione e manutenzione delle opere realizzate”(tot. 2.220.668 euro).
Uno degli interventi principali previsto dal protocollo erano i famosi laghetti per l’agricoltura la cui competenza passava dalla Comunità Montana alla nuova Unione dei Comuni.
La progettazione di queste opere ha proceduto a rilento ed è stata fortemente ridimensionata rispetto alle ipotesi iniziali e di fatto il finanziamento regionale è figurato per molti anni nell’avanzo di bilancio dell’Unione ( QUI nota del 2022) come sottolineato dal gruppo di opposizione di Mugello in Comune anche con un’interrogazione.
Recentemente la Regione si è ripresa questo finanziamento e , a seguito di un accordo con il Consorzio di Bonifica da parte dell’Unione, dovrebbe riavviare la procedura per la costruzione di tre piccoli invasi nella zona dei Crocioni. Uno dei grandi ostacoli per la realizzazione di questi anni è stato determinato anche dall’incertezza sulla futura gestione degli invasi,  che con il nuovo accordo, come per la realizzazione, passa al Consorzio di Bonifica.
Purtroppo ci sono molti altri importanti interventi , a partire dal Carza e Carzola, che non saranno realizzati per la mancata corresponsione dei 16 milioni da parte dello Stato.  Si tratta di una vicenda che non può concludersi solo con il pronunciamento  del Tar o , se ci sarà, del Consiglio di Stato ma che richiederebbe da parte della Regione l’apertura di un tavolo di trattativa con il Ministero dell’Ambiente per reperire le risorse necessarie al completamento delle opere relative alla mitigazione ambientale.

Leonardo Romagnoli
26.3.23

 

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