“la grande vallata” il nuovo libro di Alfredo Altieri

 

 

Alfredo Altieri autore di numerosi volumi dedicati alla storia de Mugello ha pubblicato un nuovo libro dal titolo “La Grande Vallata. I proverbi, i motti, le usanze, i personaggi, la religiosità e i canti del Mugello di una volta” edito dalla Scriveria p.210 euro 12.
Si tratta di una ricerca molto particolare in quella che qualcuno ha chiamato “la scienza dei poveri” o anche “la filosofia dei contadini” rappresentata dai proverbi e detti che un tempo accompagnavano le giornate e le discussioni. Altieri ha diviso  la trattazione per mesi con una breve spiegazione per i tantissimi proverbi inseriti nel libro che saranno una sorpresa soprattutto per i più giovani. A febbraio ad esempio c’è il detto che Quando canta il merlo siamo fuori dall’inverno oppure La pioggia di febbraio riempie il granaio.
Sullo sfondo di questa sapienza popolare c’era il mondo contadino con il lavoro dei campi strettamente legato all’andamento delle stagioni.
Nella seconda parte Altieri dedica il suo sguardo  “ a quel mondo lontano” delle tradizioni e dei lavori legati all’agricoltura  che in buona parte oggi non esistono più oppure non hanno più l’aurea dell’evento importante della vita della famiglia e della comunità basti pensare alla raccolta del grano o del mais, ma anche le vendemmie e la raccolta delle olive. Quello di Altieri non è però uno sguardo nostalgico, l’autore è ben consapevole della durezza della vita dei contadini dei secoli scorsi tra carestie, epidemie e pellagra, i difficili rapporti con i proprietari terrieri nel secolo scorso  che anche in Mugello sfociarono in proteste e manifestazioni con l’intervento delle squadracce fasciste fiorentine e l’uccisione del colono Sitrialli a Fagna.
Ampio spazio trovano anche le credenze popolari , la religiosità che accompagnavano  la vita quotidiana dall’alba al tramonto e che si fondeva però con superstizioni e “ stregonerie” varie, la fiducia nel guaritore e nei rimedi della nonna. In tutto questo c’era molto di folkloristico senza nessun valore ma a volte si tramandavano anche conoscenze mediche ancestrali legate all’utilizzo delle erbe.

Altieri si sofferma anche sui canti, le satire e la canzonature che trovavano la massima espressione nella poesia in ottava rima che era molto diffusa nelle campagne e dava luogo a vere e priorie tenzoni che potevano durare anche ore nelle sere a veglia e durante il maggio.

Infine un’ultima parte dedicata a mestieri e  figure che erano essenziali per la vita nelle campagne e nei piccoli borghi, dal fabbro al cestaio, dall’innestino al calderaio, dal sensale  al carradore, dall’arrotino al carbonaio. Oppure “ quelli della foglia tonda” ovvero i mezzadri dell’Alpe, così chiamati per l’abbondanza di alberi di faggio nelle zone montane, che commerciavano soprattutto in burro e formaggi. Il libro è pieno di racconti curiosi e divertenti su cuori frementi e misteriose presenze, il “seme” del baco da seta e il malocchio.
Insomma Altieri ci propone di fare un viaggio nel passato per conoscere quello che siamo stati fino a non molti anni fa quando la grande maggioranza della popolazione era impegnata in agricoltura e la vita era scandita da rituali e tradizioni ormai in gran parte perduti, ma che ritornano nei modi di dire che usiamo quotidianamente ma di cui , in molti casi, non conosciamo più  l’origine.

LR

 

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