Il treno sbagliato di Fubini

Cosa c’entra la Tav Firenze – Bologna con il piano economico della Commissione europea per l’emergenza sanitaria? Il treno sbagliato di Fubini.

Come ormai tutti sanno la Commissione europea ha deciso di proporre un piano da 750 miliardi di euro tra finanziamenti a fondo perduto e a tasso prossimo allo zero. Uno dei beneficiari maggiori sarà l’Italia a cui vengono rivolte alcune raccomandazioni che Cottarelli così riassume su Repubblica : “aumentare la spesa per investimenti pubblici, soprattutto quelli verdi, promuovere la digitalizzazione dell’economia, la ricerca,, l’innovazione, migliorare l’efficienza e l’efficacia della pubblica amministrazione e del sistema giudiziario”( in particolare la giustizia civile).

Sono obiettivi ampiamente condivisibili che però sul Corriere vengono completamente stravolti in un commento, che definire assurdo è un complimento, di Federico Fubini che tira in ballo il processo sull’impatto dei lavori Tav sulla tratta Firenze- Bologna in cui venne coinvolta l’allora Direttore generale della commissione Via del ministero dell’Ambiente Costanza Pera.
Fubini cerca di trovare un filo tra quel progetto e il Recovery Found comunitario ma inanella una serie di stupidaggini colossali per cercare di giustificare il suo ragionamento che solo un ignorante totale del progetto può scrivere.

Fubini sostiene che 14 anni dopo la presentazione del progetto “ la Corte dei Conti ha accusato Costanza Pera di danno erariale : lo scavo di uno dei due tunnel aveva raggiunto una falda d’acqua che i geologi non avevano previsto. I magistrati chiesero che Pera fosse condannata a rifondere decine di milioni di euro – si disse- per aver occultato una nota del servizio geologico. L’accusa si dimostrò priva di fondamento ma , prima che le venisse riconosciuta almeno la prescrizione, Pera aveva già speso 40 mila euro in avvocati”.

L’accusata non era solo la Dott.sa Pera ma anche altri e l’accusa era fondata solo che è intervenuta la prescrizione grazie alla lunghezza dei processi italiani e quindi la dott.ssa Pera non solo non è stata condannata ma si è vista anche restituire dallo stato i suoi 40 mila euro ( stiamo parlando di un dirigente di prima fascia che prende 180 mila all’anno!!). Nella sentenza però c’è scritto chiaramente

che “Dall’esame degli atti e dalle risultanze dibattimentali, è emerso, in modo inequivocabile, che il comportamento, da cui è derivato il danno erariale contestato dalla procura (correttamente definito patrimoniale in quanto relativo all’accertata dispersione delle ingenti risorse idriche), è quello tenuto, per la parte di rispettiva competenza, dai convenuti che, come dettagliatamente indicato nell’atto di citazione, agendo con censurabile superficialità, insolita pervicacia ed in violazione ad elementari norme di diligenza, – pur avendo un’adeguata conoscenza dell’opera e delle conseguenze che avrebbe causato alle risorse idriche, in virtù della consistente mole dì informazioni pervenute nella fase istruttoria e volutamente trascurate o non adeguatamente veicolate, – procedettero all’approvazione dei progetti.  La loro condotta, dunque, non può che qualificarsi come gravemente colposa e, come tale, definirsi, ai fini evidenziati, quale originatrice del fatto illecito da cui è promanato il danno il cui verificarsi, secondo la prospettazione accusatoria, va fatto risalire al periodo in cui essi rivestivano i rispettivi incarichi istituzionali”.

Una bella assoluzione come si vede!!


Secondo Fubini l’Europa chiede di intervenire “ su queste follie italiane” per rendere l’amministrazione in grado di funzionare “ perché l’Italia oggi è paralizzata da dieci,cento, mille casi Costanza Pera” perchè i funzionari hanno paura di firmare. “Non è in discussione l’obbligo dei funzionari di agire con onestà e efficienza , ma i poteri esorbitanti affidati alla Corte dei Conti di contestare il danno erariale innescano la grande fuga dalle responsabilità di una parte del ceto amministrativo”. Insomma persone che vengono pagate 100/200 mila euro non devono avere responsabilità? I progetti non devono rispondere a criteri di pubblica utilità e corretto impiego di risorse pubbliche? Le valutazioni di impatto ambientali si devono fare seguendo le norme comunitarie oppure sono inutili perché i progetti si fanno comunque? Interrogativi che potremmo definire pleonastici ma questi grandi giornalisti economici vanno dove li porta il vento e allora ricordiamo a Fubini alcuni punti che ci hanno allontanato proprio dall’Europa.

1) L’affidamento dei lavori della Tav ai vari consorzi ( per la Fi- Bo il Cavet) è avvenuto in tempi rapidi per evitare l’obbligo delle gare europee e infatti i costi italiani sono doppi o tripli rispetto agli altri paesi come documentato dalla stessa Corte dei Conti Europea ( 33 milioni a km Italia e 15 milioni per Francia e Germania e 14 per la Spagna)(QUI)

  1. Il progetto Tav Spa doveva prevedere un partecipazione privata al 60% ed è stata 100% pubblica.
  2. Quando fu presentato il progetto Tav Firenze – Bologna nel 1992 doveva costare 2.100 miliardi di lire. Al termine dei lavori è costato 6 miliardi di euro ovvero quasi 12.000 miliardi di lire ( alla faccia dell’Europa): Come hanno scritto i magistrati nel processo fiorentino sui danni ambientali si “dovrebbe prima spiegare perché in questa opera pubblica (purtroppo certo non l’unica) l’indicazione e fissazione dei tempi e dei costi di realizzazione abbiano avuto una affidabilità pari a quella della lettura di un mazzo di tarocchi da parte di una cartomante.[…] Mi sbaglierò, ma se qualcuno mi dice che quest’opera è stata fatta al più alto livello possibile delle capacità tecniche e professionali disponibili in Italia, mi aspetto che si cominci a rispettare l’ABC di ogni opera, l’ABC di quanto ogni committente avveduto chiede al suo artigiano, fosse anche per ristrutturare il bagno di casa. All’idraulico si chiede quanto costa e quanto tempo ci mette. E se l’idraulico non rispetta né l’uno, né l’altro, sono litigi e discussioni a non finire e, soprattutto, non lo si paga subito e per l’intero come se nulla fosse successo o, addirittura, gli si anticipano al suo posto i pagamenti per i danni commessi a terzi. Non si fanno “addendum” in favore degli altri condomini per i danni prodotti dal nostro idraulico.[…]

Quindi, nel luglio 1995, in conferenza dei servizi si approva perché si doveva approvare. Ma cosa si approva? Tutto e nulla, a seconda da che parte la si voglia guardare. Tutto, se si pensa alla volontà di realizzare a qualsiasi costo la tratta Firenze-Bologna. Poco o nulla, se si va al particolare.”

4) Lo studio di impatto ambientale era insufficiente e la parte geologica gravemente carente e fu rilevato sia dai tecnici ministeriali che da quelli della Regione e per questo si sono fatte scelte progettuali probabilmente sbagliate e fortemente impattanti sul reticolo idraulico generale .
Sono stati impattati direttamente dai lavori significative aste fluviali con assenza di afflusso nel periodo arido per uno sviluppo di 57,65 chilometri. Tradotto, 57 chilometri di fiumi che d’estate non ci sono. E, voglio dire, che non siano chiacchiere basta vedere quelle fotografie dove c’è l’erba al posto dell’acqua. Sono in atti. Altri 24,35 chilometri di corsi d’acqua presentano un minor afflusso di acque come conseguenza di un impatto indiretto. A questi si devono aggiungere sorgenti impattate in numero non inferiore a 67, a cui si aggiungono 37 pozzi e 5 acquedotti privati.”
Sono state impattate sorgenti che servivano frazioni di Borgo e l’abitato di Scarperia. Oltre a questo la galleria ha impattato le falde profonde non rigenerabili se non in centinaia di anni. I realizzatori sono stati costretti a chiudere un cantiere, quello di Osteto, per le eccessive venute d’acqua.
Il progettista ing. Lunardi in parlamento disse che la galleria si sarebbe comportata come un sottomarino una volta terminata tutto sarebbe tornato come prima in pochi anni o addirittura mesi. Una sciocchezza colossale che gli è valsa l’incarico di Ministro delle Infrastrutture con Berlusconi

  1. La galleria Firenze – Bologna è stata un work in progress ( come ha detto nel processo la stessa Pera) a scapito di un territorio che in Europa non avrebbero approvato mai senza una seria valutazione ambientale e senza adeguate misure per ridurre l’impatto dell’opera, e la galleria di Firenzuola a canna unica non ha neppure la galleria di servizio per l’emergenza

Fubini ha scelto proprio l’esempio sbagliato perchè l’Europa ci chiede esattamente l’opposto di quello che è stato fatto e valutato approssimativamente con la Tav cioè serietà nei progetti e nell’uso delle risorse pubbliche, nelle valutazioni ambientali e costi-benefici. Ci pensi la prossima volta che sale su un treno.

Leonardo Romagnoli
28.5.20

PS

Costanza Pera dal 1996 è passata al Ministero dei Trasporti dove è direttore generale per la condizione abitativa. Nel suo curriculum a proposito di questo passaggio ha scritto:
Si è trasferita al Ministero dei Lavori Pubblici – Direzione generale per la Difesa del suolo,provenendo dal Ministero dell’Ambiente. Ha assunto tale decisione per l’impossibilità di continuare a sostenere l’enorme sproporzione tra le responsabilità – e le aspettative esterne sugli esiti del suo lavoro – e la struttura organizzativa e operativa effettivamente a disposizione.

Tutto questo per solo 180 mila euro l’anno.

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