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Bere : leggi e ordinanze

di Leonardo Romagnoli

Educazione al consumo e multe.Una strada impegnativa e una sbrigativa dai dubbi effetti

L’ Art. 689 del Codice Penale recita : “Somministrazione di bevande alcooliche a minori o a infermi di mente. L’esercente un’osteria o un altro pubblico spazio di cibi o di bevande, il quale somministra, in un luogo pubblico o aperto al pubblico, bevande alcooliche a un minore degli anni sedici, o a persona che appaia affetta da malattia di mente, o che si trovi in manifeste condizioni di deficienza psichica a causa di un’altra infermità, è punito con l’arresto fino a un anno. Se dal fatto deriva l’ubriachezza, la pena è aumentata. La condanna importa la sospensione dall’esercizio.” Nonostante questo fanno notizia ordinanze che vietano quello che è già vietato e che nessuno ovviamente ha mai fatto rispettare. Rispetto alle precedenti l’ordinanza milanese aggiunge una multa anche per i consumatori sotto i 16 anni con segnalazione ai genitori.
L’ abuso di alcol è un problema serio che in Italia comporta migliaia di morti all’anno soprattutto per patologie connesse all’abuso e in piccola parte anche per decessi dovuti ad incidenti stradali che coinvolgono guidatori in stato di ebbrezza alcolica. Il consumo si è esteso in anni recenti anche ai minorenni attraverso bevande dolci contenti alcol in pari misura a quello di una birra e soprattutto a cocktail consumati in quantità eccessiva senza considerare il contenuto alcolico dei beveroni. Ma il problema non sono i minori di 16 anni ma l’abuso in generale che sembra essere lo scopo finale di troppe serate passate in compagnia. E in questo caso i divieti servono a poco perchè diventa un problema culturale. Ho sentito con i miei orecchi ragazzi/e maggiorenni discutere di come ubriacarsi il sabato sera e con cosa, come se lo stare in compagnia non avesse senso privato dello sballo.
In molti paesi europei , oltre al divieto già previsto da 40 anni dalle leggi italiane, ci sono grosse restrizioni sulla pubblicità dei superalcolici e alcolici che non possono essere effettuate in prima serata televisiva ed avere contenuti che possono invitare ad un uso non controllato.
In Italia tutto questo non esiste e solo in rari spot si consiglia un consumo moderato per il resto chi consuma alcolici e birra emerge come un vincente… sempre.
Oltre a questo l’abuso si accompagna spesso alla maleducazione, di cui molti gestori di locali sono corresponsabili, con bottiglie e bicchieri abbandonati in ogni angolo della città con grave pericolo per passanti e automobilisti. Anche in questo caso esistono ordinanze in molte città ma il controllo manca.
Allora l’ordinanza di Milano è giusta?
No, perchè si occupa di una fascia d’età che è già ‘tutelata’ dalla legge e non incide minimamente sull’abuso da parte di chi ha più di 16 anni.
Non ritengo che il proibizionismo serva a molto , anzi , in alcune fasce adolescenziali rischia di innescare il fascino del ‘proibito’ che ha già fatto danni in altre circostanze.
SE, come si usa dire , l’alcol fa parte della nostra cultura (il vino e derivati sono una parte importante della nostra produzione agricola e della nostra tradizione) questo dovrebbe impegnarci fin dalla scuola ad intraprendere la strada di un’ educazione ad un consumo responsabile che dovrebbe coinvolgere anche le famiglie. La prevenzione è meglio della cura…. e della multa al sedicenne.

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