America : elezioni democratiche?

Leggere questo articolo del premio Nobel Krugman fa toccare con mano il livello bassissimo toccato dalla politica americana  con preoccupanti derive autoritarie e sicuramente antidemocratiche in vista delle elezioni di novembre. “Tutti gli stati dove ci sono governatori repubblicani hanno varato regolamentazioni restrittive del voto, in particolare sopprimendo sezioni elettorali (già poche rispetto alle necessità) il che provocherà lunghe code ai seggi : non proprio un incentivo a fare il proprio dovere civico in tempi di epidemia” : A questo si è aggiunto un pesante attacco al voto per posta  in Usa al quale potrebbero ricorrere addirittura 80 milioni di americani. Ma anche in questo caso sono stati messi in atto meccanismi che rischiano di rendere molti voti inutili. ” Il ministro delle Poste Louis DeJoy, sta cercando di rallentare la consegna della posta eliminando i macchinari che smistano le lettere, vietando al personale di fare straordinari, riducendo il numero dei punti di raccolta e quanto altro”. DeJoy è stato duramente contestato alla Camera dai Democratici ma si è rifiutato di garantire che questi provvedimenti attuati in queste settimane verranno annullati.( sul disfacimento delle poste americane vedi ancora Krugman QUI). Senza contare che alle precedenti elezioni presidenziali la Clinton ottenne 3 milioni di voti più di Trump  quanto gli abitanti di stati importanti come Nevada, Kansas, New Messico o Utah(LR)

 

QAnon è l’ultima, migliore possibilità per Trump,

di Paul Krugman

 da Fataturchinaecomics,com (tradotto dal New york times)

La scorsa settimana la Convenzione Nazionale Democratica verteva principalmente sulle buone maniere – ritrarre Joe Biden e il suo partito come brave persone che faranno del loro meglio per curare una nazione afflitta dalla pandemia e dalla depressione. C’erano molti ammonimenti terribili sulla minaccia del trumpismo; c’era l’esplicito riconoscimento del bilancio rappresentato dalla malattia e dalla disoccupazione; ma nel complesso il messaggio era sorprendentemente ottimistico.

Questa settimana la Convenzione Nazionale Repubblicana, all’opposto, per quanto sia positivo il suo tema ufficiale, è destinata ad essere interamente ispirata da QAnon [1].

Non voglio dire che ci saranno discorsi caratterizzati dalla pretesa che Donald Trump ci stia proteggendo da una immaginaria dottrina esoterica relativa a progressisti pedofili, sebbene sia possibile tutto. Ma è sicuro prevedere che i prossimi giorni saranno infarciti dagli ammonimenti sullo stile QAnon relativi a eventi terribili che in realtà non stanno accadendo e a cospirazioni malefiche che nei fatti non esistono.

Dopo tutto, è stato questo lo stile di Trump sin dal primo giorno della sua Presidenza.

I nuovi presidenti sono soliti indirizzare il discorso inaugurale per offrire un messaggio di speranza e di unità, persino in tempi bui: “La sola cosa di cui dobbiamo aver paura è la paura stessa”.

Tuttavia, Trump offrì una visione della “carneficina americana”, in particolare dei quartieri poveri devastati da crimini violenti. La sua retorica era minacciosa ed aveva chiare allusioni razziste, ma aveva anche un altro problema: non aveva alcun rapporto con la realtà. Trump è entrato in carica in una nazione nella quale il tasso dei crimini violenti è in calo da decenni; le nostre città sono sicure come non sono mai state.

Lo stesso schema dei tentativi di mettere nel panico gli americani su minacce inesistenti ha attraversato questa Amministrazione. Se prendete le vostre informazioni dai dirigenti della Amministrazione o da Fox News, probabilmente credete che milioni di immigrati senza documenti esprimano il voto in modo fraudolento, anche se le frodi elettorali raramente accadono; che le proteste del Black Lives Matter, che con qualche eccezione sono state considerevolmente non violente, abbiano ridotto importanti città in rovine fumanti; ed altro ancora.

Da dove viene questa fissazione sulle minacce fantasma? C’è sempre stato uno stile paranoide nella politica americana che vede sinistre cospirazioni dietro i cambiamenti sociali e culturali – uno stile che risale sino alla paura degli immigrati cattolici nel 19° secolo. Coloro che si ricordano degli anni ’90 sanno che teoria cospirative del genere di QAnon hanno circolato per decenni; sono semplicemente diventate più visibili grazie ai social media ed a un Presidente che attribuisce tutti i suoi fallimenti alle macchinazioni del “ventre molle dello Stato”.

Oltre a ciò, tuttavia, gran parte della concentrazione su minacce immaginarie rappresenta una risposta difensiva da parte di persone che hanno ripetutamente dimostrato, anche prima che il coronavirus colpisse, di non avere idea di come fare politica, ovvero di come fare i conti con le minacce reali.

Tutto considerato, l’America nei giorni nei quali Trump entrò in carica non era un sogno impossibile. L’economia nel suo complesso andava bene, con una crescita regolare dei posti di lavoro ed una caduta della disoccupazione – tendenze che sono proseguite, senza alcuna visibile interruzione, nei tre anni successivi. Ma parti del paese soffrivano una persistente debolezza economica e una bassa occupazione. Gli omicidi erano bassi, ma le “morti da disperazione” per droghe, suicidi ed alcol stavano crescendo nettamente.

Dunque, un Presidente che si fosse realmente preoccupato della carneficina americana avrebbe avuto molto su cui lavorare.

Ma Trump non ci ha mai nemmeno provato. La sua risposta al declino di alcune regioni, per quello che era, è stata una guerra commerciale che, al netto, ha ridotto l’occupazione manifatturiera. La sua restante politica economica è stata la consueta ricetta repubblicana, concentrata su sgravi fiscali alle società che non hanno neppure incoraggiato gli investimenti delle imprese. L’unica sua visibile risposta alla crisi degli oppioidi è stata una spinta per togliere l’assicurazione sanitaria a milioni di persone.

Poi è venuto il Covid-19 – che, per inciso, ha già ammazzato molti più americani di quanti vennero assassinati nel decennio che precedette l’inaugurazione di Trump [2]. E la risposta della Amministrazione, a parte l’occasionale promozione di rimedi cialtroneschi, è consistita in poco più che il negazionismo e nella insistenza che tutta la faccenda sarebbe miracolosamente scomparsa.

In altre parole, Trump non può concepire politiche che rispondano ai bisogni effettivi della nazione, né è disponibile ad ascoltare quelli che possono farlo. Non ci proverà nemmeno. E in qualche misura sia lui che coloro che gli stanno attorno sembrano consapevoli della fondamentale inadeguatezza al lavoro della Presidenza.

Quello che lui e loro possono fare, tuttavia, è inventarsi minacce immaginarie che agiscono sui pregiudizi dei suoi sostenitori, rafforzate da teorie cospirative che echeggiano la loro paura e l’invidia verso le “elite” che-sanno-tutto. QAnon è soltanto l’esempio più ridicolo di questo genere, con tutto il suo dipingere Trump come l’eroe che ci difende da mali invisibili.

Se tutto questo appare pazzesco, dipende dal fatto che lo è. Ed è quasi certamente una tattica politica che non può conquistare una maggioranza di elettori americani. Tuttavia, potrebbe spaventare un numero sufficiente di persone, il che, assieme alle cancellazioni dei diritto di voto [3] ed alla natura non rappresentativa del Collegio Elettorale, potrebbe di misura permettere a Trump di restare attaccato al potere.

Non penso che questa strategia disperata sia destinata a funzionare. Ma è tutto quello che è rimasto a Trump. La solo cosa su cui può sperare è la paura stessa – un terrore indicibile, irragionevole e ingiustificato e completamente basato sul nulla.

[1] QAnonè una teoria del complotto di estrema destra secondo la quale esisterebbe un’ipotetica trama segreta organizzata da un presunto Deep State (Stato profondo, l’insieme dei cosiddetti “poteri forti“) contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e i suoi sostenitori, i quali avrebbero all’opposto assunto il potere con l’obiettivo di scardinare il Nuovo ordine mondiale, considerato collusso con reti di pedofilia a livello globale, pratiche sataniste, oscure cabale occulte, e in generale avente per obiettivo il dominio mondiale. Nessuna delle accuse che sono state diffuse dai sostenitori di QAnon si è dimostrata fondata sui fatti. (Wikipedia)

Inoltre: “I sostenitori di QAnon usano una serie di parole chiave e di meme per riconoscersi. Tra questi, l’hashtag #WWG1WGA è un acronimo del motto in inglese Where We Go One, We Go All, “Tutti per uno, uno per tutti”. I riferimenti al coniglio bianco sono legati alla frase del film Matrix, “vedrai quanto è profonda la tana del Bianconiglio” (citazione al romanzo Alice nel paese delle meraviglie), un richiamo al fatto che nella teoria le reti internazionali di pedofili terrebbero segregati in tunnel sotterranei di tutto il mondo milioni di bambini, mentre l’immagine del coniglio bianco con un orologio suggerirebbe che per il Deep State il tempo sia ormai giunto. A Matrix è anche ispirato il riferimento alla “pillola rossa” (redpill), con cui nel film il protagonista si risveglia nel vero mondo dove gli esseri umani sono tenuti in schiavitù. Analogamente, QAnon sostiene l’esigenza di “risvegliare” le persone tenute dormienti dal Deep State e rese incapaci di comprendere l’occulta trama di potere che regge il mondo. Le persone “risvegliate” attivamente impegnate nella promozione di QAnon sono definite patriots, “patrioti”. Alla teoria QAnon sono associati anche gli slogan The Storm (“la tempesta”) e The Great Awakening (“il grande risveglio”).

Il termine Anon è uno slang per riferirsi a un utente anonimo di Internet che posta su forum online. I seguaci di QAnon si definiscono Anons e si pongono l’obiettivo di “fare ricerche” a partire dagli indizi (drop) rivelati da Q, divulgare informazioni considerate classificate, “risvegliare” altre persone.”

[2] I morti per il Covid-19 sono stati negli Stati Uniti – sino ad oggi – 181.114. La mortalità media annua per omicidi nel decennio tra il 2006 ed il 2016 era stata attorno a 15.000 casi. Negli anni ’80 e ’90 gli omicidi in media si collocavano attorno a 20 mila casi (il massimo fu 24.530 casi nel 1993). .

[3] La pratica della “suppression” del diritto di voto ai danni delle minoranze e dei più poveri si esprime in vari modi: dalle norme di molti Stati che inibiscono il voto a chiunque abbia commesso reati ancorché abbia scontato la relativa pena (ed è noto che le persone di colore costituiscono la grande maggioranza di chi sconta periodi di carcere), ai disagi molto maggiori nel voto nei distretti elettorali delle minoranze, incluse macchinose procedure di attribuzione del diritto di voto talora senza esito.

 

I commenti sono chiusi.