Charitos e il calcio italiano

Charitos e il calcio italiano

“ sia il denaro pulito che quello sporco sono ugualmente opachi e a nessuno interessa sapere da dove provengono”( P:Markaris – il prezzo dei soldi)

Nell’ultimo interessante romanzo dello scrittore greco Markaris “Il prezzo dei soldi” la Grecia si risveglia improvvisamente dalla gravissima crisi e torna a prosperare grazie all’arrivo di tanti soldi e perfino al ritorno degli armatori che riportano le loro sedi centrali ad Atene al Pireo dai paradisi fiscali o da Londra. Ma da dove vengono questi soldi? Essendo un giallo non vi racconto nulla ma la lettura potrebbe essere utile per capire quello che sta avvenendo al calcio italiano?”“Il maggiore problema della nostra società è che non abbiamo imparato nulla dalla crisi- ha detto lo scrittore greco- Soffriamo senza capire nulla. Nessun popolo accetta di soffrire, è ovvio. Ma alcuni quando stanno male imparano qualcosa, ragionano sulle vere cause della propria malattia. Noi, invece, ci limitiamo a sognare il paradiso perduto. Non ci importa la prospettiva del futuro, ma il ritorno al passato”. Charitos perchè vuoi rovinare tutto ora che cominciamo a stare così bene? Sono aumentati gli stipendi anche degli agenti di polizia? Prendetevi qualche ora di tempo e troverete le risposte tra le pagine di questo nuovo eccellente capitolo della saga di Markaris con protagonista il commissario Charitos.

Quello che sta avvenendo nel calcio italiano lascia veramente perplessi con cifre da capogiro che solo la vicenda Neymar è riuscita a mettere in secondo piano. Per un settore che solo fino a qualche anno fa era pieno di debiti (200 milioni il Milan, 250 la Roma , Inter ..) sembra un miracolo con investitori che arrivano da oltre oceano ma soprattutto dalla Cina. Il gruppo Suning, che ha acquisito l’Inter e sta spendendo decine di milioni tra acquisti e ingaggi, è sicuramente un gruppo industriale solido con un fatturato di 40 miliardi di dollari ma un ricercatore dell’accademia delle scienze sociali cinese , Yin Zhaongli, in un’intervista alla Tv pubblica cinese ha affermato che “ molte di queste acquisizioni all’estero abbiano una bassa probabilità di generare profitti e non si può escludere il sospetto del riciclaggio di denaro”. Affermazioni così pesanti sulla tv pubblica credo non si possano fare senza il consenso del governo cinese. Ancora più complessa la situazione del Milan, dopo trattative andate avanti per più di un anno con soggetti diversi, è finito nelle mani di uno sconosciuto Yonghong Lee con una sequela di società con sede in Lussemburgo e in altri paradisi fiscali .

Per completare l’acquisto è stato necessario un prestito da parte del fondo americano Elliott di 300 milioni, fondo che ha anche garantito due tranche di 127 milioni di bond della borsa di Vienna. IL fondo Elliott ha in pegno il 100% del capitale del Milan e anche della Holding Rossoneri Sport Lux di Mister Lee con sede in Lussemburgo. In soli 18 mesi incasserà ben 56 milioni di interessi e se mister Lee non rispetta gli accordi nel 2018 il Milan diventa proprietà di Elliott.

Il Volountary Agreement presentato dal Milan alla Uefa per rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario non era ritenuto accettabile ed è stato rinviato ad ottobre, dunque a mercato concluso. Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, il business plan che il Milan presenterà all’Uefa prevede che i ricavi passino a 524 milioni di euro entro il 2022, con un incremento a 426 milioni nel 2019, anno in cui dovrà essere saldato il debito.I ricavi per la maggior parte deriveranno dal mercato cinese che già dalla prossima stagione dovrebbe fruttare 90 milioni di euro per le casse rossonere.”(Il Foglio)

Tutto questo ha fatto esplodere le valutazioni di calciatori al di fuori di ogni logica di mercato e di valore tecnico dei giocatori i cui cartellini sono di proprietà, in alcuni casi, di società e fondi con sedi spesso nei paradisi fiscali. Oppure si verificano sopravvalutazioni di giocatori , cosa che avviene spesso in sudamerica, con parte del denaro che torna all’acquirente o finisce direttamente in conti correnti ben protetti. Così come molti dubbi vengono dal comportamento di certi procuratori nelle transazioni finanziarie tra società calcistiche, fino all’assurdo della vicenda Neymar dove non sono due squadre a trattare ma lo stesso giocatore che si svincola con i soldi , 300 milioni, di un fondo qatariota che ne ha fatto il testimonial dei mondiali 2022( sia detto tra parentesi, fa veramente schifo che nessuno scriva niente delle decine di operai provenienti dall’Asia che stanno morendo nella costruzione dei nuovi stadi).


In molti casi sono i procuratori/intermediari a fare le campagne acquisti/vendite delle società con in testa Mendes e Raiola o ,nel caso della Fiorentina, Ramadani. A questo proposito è esemplare quanto riportato da Pippo Russo su calciomercato.com in merito all’acquisto di Joao Mario e del brasiliano Gabriel Barbosa :siamo venuti a sapere dei dettagli economici delle operazioni Gabriel Barbosa e Joao Mario, le quali hanno un denominatore in comune: Kia Joorabchian, super agente anglo iraniano, consulente di mercato della Suning, il quale vanta nel palmares un mandato di cattura internazionale diramato dall’Interpool ai tempi in cui tesseva le sorti del Corinthians con il suo fondo di investimento MSI.

Transfermarkt ci dice che per Joao Mario e Gabriel Barbosa l’Inter ha complessivamente speso 75 milioni di euro, ma in realtà sono 83, dato che ben otto milioni di euro se ne sono volati via in commissioni.

Come spiega Pippo Russo, di questi 83 milioni, il 45% è uscito dal sistema calcio fra commissioni e TPO:
– 40% dei diritti economici di Gabigol allo stesso Gabigol (o chi per lui) = 12 milioni
– 20% dei diritti economici di Gabigol a Doyen = 6 milioni
– 25% dei diritti economici di Joao Mario a Quality Football Fund Ireland Limited = 11,25 milioni
– Commissione sul trasferimento di Gabigol, pagata a Giuliano Bertolucci = 4 milioni
– Commissione sul trasferimento di Joao Mario, pagata a Amir Ali Kohansal = 4 milioni.”

Il calcio è solo il contorno di contorte operazioni finanziarie.

In tutto questo come sta la Fiorentina? Per il pagamento di intermediari male ma dal punto di vista societario abbastanza bene e i tifosi viola, anche se delusi dalla campagna acquisti ( è aperta fino alla fin di agosto) dovrebbero smetterla di offendere i Della Valle che nella società hanno investito circa 300 milioni e non credo che dal punto di vista pubblicitario e di immagine abbiano reso alla Tod’s più dei 25 milioni spesi per il restauro del Colosseo che è conosciuto in tutto il mondo. Campioni fiorentini non ne esistono e se devono essere come il sig. Cavalli, che dopo aver offeso l’attuale proprietà come il peggior tifoso ha pensato bene di chiudere stabilimenti e perfino il bar Giacosa di sua proprietà, meglio lasciarli perdere. Se si pensa solo a comprare spesso ci si dimentica di valorizzare e con questa logica uno come Federico Chiesa sarebbe rimasto per anni nelle retrovie, per cui penso che la Fiorentina debba pensare ai giovani con alcuni innesti di esperienza (per questo Borja Valero non lo avrei mai venduto), ad aver bilanci sani , senza super stipendi, e se il Bernardeschi di turno vuole andare da un’altra parte trarne il maggior vantaggio come è avvenuto con la Juve.. Ci deve essere la consapevolezza di vivere una fase di transizione che potrà avere momenti di difficoltà ma offrire anche grandi soddisfazioni. Solo il campo può dirlo non certo il tavolo verde dell’azzardo finanziario.

 

LR

 

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