Una lettera di Marco Paoli sull’ Ingorgo Letterario

Con questa mia lettera voglio esprimere tutto il mio sostegno e apprezzamento per la manifestazione a cui ho avuto il piacere di partecipare sia in qualità di artista che di fruitore culturale. Parlo dell’”Ingorgo letterario” che si è svolto a Villa Pecori nel corso del fine settimana appena concluso. E lo faccio a seguito di articoli che ho letto e di “rumors” che mi sono giunti all’orecchio e che sono a mio avvio fuorvianti. Faccio una necessaria, breve premessa. Oltre 10 anni fa partecipai come parte attiva alla nascita di un Festival letterario a Viterbo, città dove ho vissuto e dove ho agito in qualità di operatore culturale per moltissimi anni. Il festival si chiama “Caffeina” ed è diventato nel corso degli anni uno dei più importanti a livello nazionale, con decine di migliaia di visitatori nel corso dei dieci giorni di durata. Tanto che adesso “Caffeina” è diventato anche un Teatro (tra l’altro quello che io ho diretto li per quasi 20 anni). Una sorta di “Teatro letterario” fulcro culturale di tutta la città. Cito questo episodio non tanto perché mi vede in qualche modo coinvolto, ma perché ricordo bene che alla prima edizione di quel Festival parteciparono in sostanza solo coloro che avevano un interesse specifico per la letteratura ed il giornalismo. Gli organizzatori avrebbero potuto desistere, ma ebbero, invece, la lungimiranza e il coraggio di continuare con i risultati che ho sinteticamente ricordato sopra.

Voglio anche specificare a scanso di equivoci e a onore del vero, che con Serena ho avuto in passato divergenze e qualche attrito. Quanto premesso per ribadire che a mio avviso “Ingorgo letterario” è una manifestazione che è partita molto bene. L’inizio lascia presagire la possibilità che in futuro la manifestazione possa acquisire una rilevanza importante a livello non solo mugellano. E questo non solo grazie agli organizzatori, ma anche agli artisti, scrittori, editori (e mi ci metto anche io),  che dovranno con maggiore convinzione farsi essi stessi promotori dell’evento nei confronti dei fruitori. Spesso l’artista è portato a promuovere innanzi tutto se stesso, senza allargare lo sguardo al contesto che lo accoglie e valorizza. Intendo anche ringraziare a nome mio l’Amm.ne comunale, l’assessorato alla cultura e tutti coloro che hanno reso possibile lo svolgimento di questo evento, che ripeto, conoscendo quanto sia difficile promuovere cultura in questo periodo storico, ha avuto una partenza ai miei occhi sorprendente.

La contemporaneità degli eventi, oltre ad essere inevitabile, non deve essere una scusante per una eventuale dispersività di energie, ma di stimolo agli autori ed artisti a farsi promotori in prima persona degli eventi che li vedono coinvolti. Non solo promotori personali ma spettatori di presentazioni e eventi altrui. Tutto è migliorabile, sempre. Tranne quello che non accade. E quello che non accade è difficilmente criticabile. Un attore con cui ho avuto il piacere di lavorare e che ci ha lasciati poco tempo fa, soleva dire che quando ad uno spettacolo ci sono 10 spettatori, vuol dire che la pubblicità è stata fatta, altrimenti non ci sarebbe stato nessuno. Il messaggio mi pare chiaro. Brava Serena, bravi i volontari della Proloco. Complimenti all’Ass.re Cristina Becchi e al Sindaco per aver creduto in questo sogno visionario.

Marco Paoli.

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