In memoria di un soldato

In memoria di un soldato

di Michele Serra

repubblica 19.3.19

Non c’è legge internazionale , non c’è calcolo politico, non c’è logica diplomatica che possa impedirmi di sentire fratello Lorenzo Orsetti, il giovane fiorentino ucciso dall’Isis in Siria . O meglio, anagrafe alla mano,  di sentirlo figlio. E , come lui, gli altri ragazzi che hanno preso le armi al fianco dei curdi, quell’esercito straordinario e tradito ( dai turchi, dai governi arabi, infine dagli americani) che tanto ha dato e ha fatto per impedire che prevalesse la tirannia dell’Isis. Un esercito di maschi e femmine, schiaffo  vivente alla segregazione jihaidista  delle donne . Che in caso di sconfitta rischiano, oltre alla vita, lo stupro e la schiavitù sessuale. “L’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e naturalmente, la democrazia. Per questi ideali sarei stato pronto a combattere anche altrove” Così diceva Lorenzo Orsetti, non un intellettuale, non un agitatore politico, un ragazzo come tanti che a un certo punto ha trovato penoso rimanere spettatore di un genocidio. Ci sono scelte di ribellione e di volontariato anche molto diverse dalle sue, pacifiche, operose, quasi ugualmente rischiose  e però refrattarie all’uso delle armi. Ma uno che va a morire per la parità delle donne, per la libertà religiosa e per la democrazia non è un qualunque combattente,  o mercenario, che ha voglia di menare le mani sotto la prima bandiera che capita. E’ uno che ha letto, ha discusso, ci ha pensato e alla fine ha deciso. Sarebbe bello e giusto dedicargli nella sua città una via o una piazza, e pazienza per le eventuali polemiche.

I commenti sono chiusi.