Il ricordo di Andrea Salvadori

Sabato scorso si è svolta a Borgo San Lorenzo un’iniziativa  per ricordare Andrea Salvadori promossa da un  gruppo di suoi amici. E’ stato un momento  per molti ricco di emozioni e per i più giovani un’opportunità di conoscere una pagina importante della storia politica e sociale di Borgo San Lorenzo e del Mugello dagli anni 60 ai primi anni 80. In particolare l’intervento di Giorgio Pastondi ha fatto una panoramica dell’attività di Presenza Operaia, di cui Salvadori faceva parte, nel cercare di superare gli steccati ideologici allora molto forti per aprirsi ad un dialogo culturale e politico con il partito comunista, che allora dominava la scena politica comunale, e il sindacato.  Presenza operaia organizzò anche una scuola serale che permise ad oltre 300 persone di conseguire la licenza media permettendo a molti di loro un inserimento nel mondo del lavoro e la partecipazione a concorsi pubblici. Molto interessante è stata anche la ricostruzione dei rapporti con i salesiani e la figura di Don Gelsomino nell’onda del rinnovamento che stava percorrendo la chiesa  con il  Concilio Vaticano II.  In quegli anni si respirava una vivacità culturale che si arricchiva della presenza di personalità  come Don Milani a Barbiana o Don Balducci a Firenze che erano punti di riferimento per chi cercava di proporre i cattolici come protagonisti della vita sociale e per il miglioramento delle condizioni di vita delle classi lavoratrici. Successivamente il gruppo, che aveva una propria sede in via Montebello, non mancò di collaborare con il neonato Circolo La Comune per alcune iniziative di solidarietà con il popolo palestinese e , come Comitato D’Azione Politica, nel proporre la diffusione delle denunce dei  redditi dei contribuenti borghigiani su pannelli installati nei giardini davanti al comune e con la realizzazione di un opuscolo sull’evasione fiscale. Le cose da aggiungere  sarebbero tante ed un approfondimento di carattere storico su quel periodo sarebbe senza dubbio utile, ma voglio concludere ricordando i toccanti ricordi personali di molti degli intervenuti, conclusi con il racconto fatto  dalla nipote ,che hanno sottolineato la grande umanità di Andrea , il suo supporto come diacono nelle attività della parrocchia  e in particolare all’ospedale del Mugello,
LR

Quello che segue è l’intervento introduttivo letto da Andrea Banchi

IN MEMORIA DI ANDREA

Andrea Salvadori è morto un anno fa, il sabato mattina del 27 febbraio 2016.

Alcuni suoi amici, oltre a me si tratta di Giorgio Pastondi, Luigi Clementi, Mario Ceserini, Giampiero Giampieri, vogliono oggi ricordarlo.

Per rispettare le sue caratteristiche personali abbiamo discusso se non fosse il caso di organizzare un memoriale attraverso interventi e testimonianze dei tanti che l’hanno conosciuto ed apprezzato.

Uso memoriale secondo uno stile che è assai più anglosassone che italiano.

Il dizionario Sabatini Colletti spiega che è uno scritto o un modo di spiegare circostanze e fatti degni di essere ricordati, un insieme di memorie riguardanti la vita e l’attività di un personaggio famoso.

Famoso il nostro Andrea lo è senz’altro. Per ognuno di noi affettivamente e con insegnamenti di vita ha marcato la nostra storia. Ma nel suo cammino registriamo qualcosa che molti di noi sentono anche come proprio: si tratta di riconoscere in lui una figura di ponte. Ponte tra mondi diversi, tra età diverse, tra visioni contrastanti della vita. Andrea è stato una di quelle persone che creano comunità perchè legano con fili sottili ma tenaci persone, impegni, volontà, fedi diverse.

Il nostro amico ha vissuto le speranze dei primi anni Sessanta. La sua generazione si è cibata di utopie come raramente è accaduto durante la storia. Il Dopoguerra è finito infatti quando mondi contrapposti, Est e Ovest, comunisti e cattolici, atei e religiosi, hanno cominciato a parlarsi, confrontarsi, contaminarsi.

Ricordare Andrea è dunque anche celebrare questo particolare periodo che consentì a molti di lasciarsi alle spalle vecchie e rigide impostazioni ideologiche, crescendo in conoscenza e umanità, di immaginare un mondo nuovo, una scuola unica gratuita e ad accesso universale, per i ricchi come per tutti gli altri;

il Concilio Vaticano II liberò i cristiani dalle angustie penitenziali per chiamarli ad essere testimoni della liberazione integrale dell’uomo;

i giovani sognarono di poter costruire un mondo senza muri, di cooperazione e di pace, un mondo in cui i popoli del sud ottenevano libertà ed autodeterminazione. Un mondo in cui i lavoratori avevano dignità e diritti, in cui le donne affermavano la propria diversità e il proprio valore femminile.

Questi valori, questi temi, non interessano solo i coetanei di Andrea.

Lo sforzo di quei giovani cambiò la cultura, il costume, ma non riuscì a sconvolgere la storia, ad imprimere una svolta nelle relazioni internazionali, come le loro ambizioni richiedevano.

Ancora oggi quegli obiettivi continuano ad interpellare le nuove generazioni. E noi confidiamo, contro ogni previsione, che i giovani siano protagonisti di cambiamento per giungere finalmente a realizzarli.

Andrea, con molti di noi, ha creduto in queste possibilità, le ha perseguite con la sua personale capacità di entrare in sintonia con gli altri, la sua simpatia, il suo modo scanzonato ed impegnato di trattare un tema o di condurre un ragionamento.

Con alcuni amici nel 1961 ha attivato Presenza operaia, un’associazione di cattolici che voleva impegnarsi nella l’evangelizzazione del mondo operaio, ha organizzato prima con essi e poi con altri giovani di diversa provenienza (socialisti, comunisti, agnostici) una scuola popolare per adulti, alla maniera di Don Milani, per il conseguimento della licenza media. Una scuola che ha funzionato per 13 anni e per trecento persone.Ha svolto anche corsi gratuiti per preparare giovani borghigiani ai concorsi nelle ferrovie.
E’ stato poi eletto consigliere comunale della DC quando nel 1964 la sinistra di base prese in mano il partito a Borgo San Lorenzo per rinnovarlo. Negli anni ’70 abbiamo insieme animato un gruppo di cattolici che furono detti del dissenso, poi del NO, perché ci schierammo per mantenere il divorzio nel referendum del 1974. Ugualmente lavorammo in occasione del referendum sull’aborto nel 1981 perché non conducesse ad una divisione dei cattolici.

Avevamo preso due stanze in affitto in Via Montebello per avere uno spazio d’incontro, mentre altri amici appassionati di fotografia vi sviluppavano fotografie. Insieme al Circolo La Comune collaborammo in iniziative di solidarietà col popolo palestinese, e poi promuovemmo l’esposizione in piazza dei redditi di contribuenti borghigiani per denunciare l’ingiusto funzionamento del sistema impositivo italiano che consente a chi è ricco di non pagare le tasse.

Al nascere di Radio Mugello nel ’77 abbiamo messo in piedi una trasmissione settimanale di notizie dal mondo cattolico che è durata diversi anni.

Andrea inoltre è stato tra gli animatori del Comitato per la Pace di Borgo che contro i missili NATO a Comiso promosse un referendum autogestito a cui partecipò oltre il 50% degli aventi diritto al voto. Così convincemmo il Consiglio comunale a dichiarare il nostro comune denuclearizzato all’inizio del 1984.

Ha poi fatto l’amministratore alla Casa di Riposo San Francesco, il responsabile della Caritas e ancora per lunghi anni il diacono con un eccezionale servizio di assistenza religiosa all’Ospedale del Mugello.

Ecco dunque i motivi per i quali abbiamo chiesto all’Amministrazione comunale il patrocinio di questa iniziativa, ecco anche perché ci è piaciuto svolgerla nella sala simbolo della comunità locale.

Andrea Banchi.

 

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