Il “dittatore folle “ di Galileo Chini a Palazzo Pitti

Il “dittatore folle “ di Galileo Chini a Palazzo Pitti

“il dittatore folle “ una grande tela di Galileo Chini realizzata nel 1939 è stata acquistata dalla Galleria di Arte moderna di Palazzo Pitti. Ne dà notizia il Corriere Fiorentino in un lungo articolo dedicato all’artista dove vengono riportate le dichiarazioni del direttore degli Uffizi Eike Schmidt. “ Il quadro è nostro – ha dichiarato Schmidt – lo presenteremo ufficialmente credo verso marzo, andrà ad arricchire la Galleria di arte moderna di Palazzo Pitti. Era importante che quest’opera non lasciasse l’Italia, sia per l’importanza dell’artista  che per il momento storico”.
Si tratta di un’ opera molto importante sotto vari punti di vista . Sotto il profilo artistico  per il suo aspetto  diverso rispetto alla produzione di  Galileo Chini e per il periodo storico in cui è stato realizzato. Il quadro è datato 1939 un anno dopo la visita a Firenze di Hitler con la città coperta di bandiere con la svastica nazista e alla vigilia della seconda guerra mondiale. Un’opera quindi di dissenso verso la dittatura e di tragica preveggenza per la tragedia  che avrebbe causato  milioni di morti  in Europa.
La nipote Paola ha raccontato che il quadro si trovava nello studio del nonno e fu poi venduto  alla Cassa di Risparmio di Bologna che lo voleva portarlo negli Stati Uniti. Solo l’intervento della Soprintendenza che ha bloccato l’operazione acquistando il quadro ha permesso di non perdere un’opera così importante dell’arte italiana del 900. Per la sua ferma posizione in occasione della visita di Hitler Galileo fu cacciato dall’Accademia delle arti e del disegno e gli fu tolta la cattedra.
“ l’ “affaire Chini” – come lo chiama Valeria Ronzani nell’articolo- ebbe allora una vasta eco e segnò in maniera seria la sua vicenda artistica(…) la libera voce di Chini ( anche se l’adesione al fascismo c’era ovviamente stata) gli costò una causa per diffamazione, da cui fu successivamente assolto con la formula piena, e l’espulsione dal partito fascista, per “ mancanza delel qualità che costituiscono lo spirito tradizionalmente fascista”. Se però l’assoluzione gli fruttò il conseguente reintegro nel partito, non fu così per il collegio dell’Accademia delle arti e del disegno, con tanto di revoca dall’incarico accademico”.
Come giustamente nota la Ronzani il recupero di questa opera dimostra ancora una volta l’importanza delle soprintendenze e del loro lavoro di tutela del nostro patrimonio artistico , “ salvando una volta di più un capolavoro della nostra arte da una fuga all’estero, restituendolo alla pubblica fruizione”.
Su Galileo sta anche uscendo un importante volume che sarà presentato a Firenze il 15 febbraio dal titolo “ Galileo Chini Accademico delle arti e del disegno. L’arte, la passione , l’impegno” dell’editore Settegiorni. Il volume è curato da Alberto Coco e contiene anche  i carteggi intercorsi tra l’artista e l’Accademia delle Arti e del Disegno.

“Il dittatore folle”  sarà la seconda opera di Galileo Chini alla Galleria di Pitti dove si trova anche  “Festa dell’ultimo dell’anno a Bangkok”.

LR
29.1.19

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