Firenzuola nel 1835

Presentazione

Quella che segue è una relazione apparsa sul Giornale Agrario della Toscana dell’Accademia dei Georgofili nel 1835 e descrive il territorio di Firenzuola e i suoi abitanti. Il tono, a differenza di altre relazioni redatte in quegli anni su altre località del nostro territorio, è benevolo, si considerano i firenzuolini delle persone perbene attente alla morale anche se non grandi lavoratori. Nonostante questo nella comunità sono presenti 92 bettole che, solitamente, sono luoghi dove tra un bicchiere e l’altro ci si lascia andare al turpiloquio o alla rissa. A Firenzuola sembra che questo invece non accada tanto che il relatore scrive che in detto popolo ci sono “poche passioni , poco desiderio di migliorar condizione, assenza di risse, e di qualunque simile effetto dell’umano orgoglio”. La salute è buona per chi vive nelle zone montane e ci sono persone che arrivano a 90 e anche 100 anni, ma con un’alta mortalità infantile e adolescenziale :” la maggior parte dei nati perisce prima di giungere alla gioventù, e spesso pel soverchio coraggio col quale l’uomo affronta questo rigido clima, soccombe, ove non sia accompagnato da somma robustezza di fibra.” Ci sono poi altri aspetti curiosi come le spese nel gioco del lotto (anche allora l’azzardo era considerato un problema) e la presenza del metano a Pietramala che  troverà una sua utilizzazione industriale solo nel XX secolo. Per l’estensore della relazione” gli abitanti del Castello di Firenzuola sono bastantemente sani, ma generalmente parlando né grandi né belli.” Giudizio sicuramente ingeneroso almeno pensando a generazioni a noi più vicine.
Anche da questa relazione emerge l’importanza della castagna nell’alimentazione della popolazione anche se ne viene sottolineata la scarsa cura da parte dei proprietari e della comunità. (lr)

Notizie del territorio di Firenzuola 1835

La geografia 

La posizione del comune di Firenzuola ,è al nord della Toscana sull’inclinazione degli Appennini verso il Granducato. La sua proiezione offre la forma di un pampano di vite, della quale la sezione detta di Bruscoli rappresenta la punta esterna estrema, e quella nominata di Frena , l’incavo al quale starebbe attaccato il gambo. E’ confinato a levante dalla comunità di Palazzuolo, a mezzogiorno da quella di Scarperia e Borgo San Lorenzo, a ponente in parte dalla comunità di Barberino di Mugello , e dallo Stato Pontificio, che ovunque lo contorna a settentrione.
Pochissime sono le notizie lasciateci dagli antichi scrittori , relative a questo territorio. Vari storici narrano che nelle gole di queste montagne trovarono la loro tomba più d’un esercito di barbari. Il Castello di Firenzuola fu fabbricato nel 1332 per decreto della Repubblica fiorentina, onde arrestare la prepotenza della famiglia Ubaldini, signora di diversi castelli in Romagna. Gli Ubaldini in questo luogo proteggevano i masnadieri e i banditi, e data mano alle lore ruberie, ne dividevano il bottino. Furono finalmente disfatti dai fiorentini a ciò incitati dal Petrarca , che alla repubblica scrisse energica lettera chiedendo vendetta per due suoi carissimi amici dalla fazione Ubaldini assasinati nel 1349.
Fra i vari cittadini fiorentini che avevano presieduto all’edificazione di Firenzuola, era il celebre Giovanni Villani che amò darle il nome di piccola Firenze. Dalla sua fondazione in poi questa terra conta un solo uomo celebre , nella persona di Angiolo Giovannini detto il Firenzuola, letterato e spiritoso scrittore del secolo XVI.

Narra il Galluzzi come più di una volta imparentatasi la famiglia medicea con esterne dinastie , la corte veniva a Firenzuola con numeroso corteggio ad incontrare la sposa.

Era allora attraversato questo castello dalla via regia , che aveva un casa di posta a Riccianico ed una a Rifredo in queste adiacenze. Il Castello di Firenzuola è largo braccia 258 e lungo braccia 322.
E’ situato in una piccola valle in vicinanza del fiume Santerno. La sua forma è quadrangolare , ed è contornato da mura regolari. Nei quattro angoli restano gli avanzi di quattro piccole torri ; e in mezzo alla facciata di ponente vedesi costruita regolarmente una piccola rocca che attualmente serve di abitazione ai famigli.
Una strada che è la principale, traversando il paese conduce dalla porta bolognese alla porta fiorentina. Sopra questa porta osservasi una torretta appossitamente fabbricata per sostenere una bella campana del comune che serve a indicare le sole esultanze municipali, e le ore di un orologio pubblico, che a tutto il castello presenta una magnifica mostra.
Internamente ed esternamente , girano Firenzuola strade aperte con simmetria e parallele fra loro.
E’ nel mezzo del castello una piazza della forma di un parallelogrammo, quale può dirsi proporzionalmente vasta. In essa si trovano il palazzo pretorio e la chiesa pieve. Le altre fabbriche che compongono il materiale del paese sono semplici, ma generalmente assai regolari e polite.

Ed in questo genere quella del comune , fra le altre, sì come deve, dà lodevole esempio.
La maggior larghezza del territorio di Firenzuola è di braccia 38.500; la lunghezza è di braccia 45.500. I punti della sua maggiore elevazione sul livello del mare sono i seguenti:

Sasso di Castro (piedi francesi ) P.di 3876

Monteboni 3828

Castel Guerrino 3435

Dogana della Futa 2803

La superficie della comunità è di braccia quadrate 801,741,500, ossiano quadrati 80,714.15 divisa in n° 32,576 appezzamenti, i quali cumulativamente si calcolano capaci di una rendita annua di lire 263,088.29 ossiano fiorini 157,852.97. Detti appezzamenti sono repartiti in n° 1521 possidenti, e disposti alla seguente produzione:

Coltivati a viti q.ti 562.71

Olio e viti 4.76

Lavorativo nudo 17229.95

Bosco 19328.81

Selva di Castagni 8469.98

Prato 5816.52

Sodo a pastura 24258.31

Prodotti diversi 1549.67

Fabbriche 152.13

Beni esenti per legge 108.66

Superficie dei fiumi , fossi e strade 2692.65

Totale Q.ti 80174.15

Possedimenti e strade

Per compre, successioni e matrimoni , giacché spesso la donna porta quivi in dote qualche pezzo di castagneto o di pastura , i terreni sono in continuo moto di passaggio da un proprietario all’altro.
Nell’ultimo decorso triennio, i passaggi dei possessi ammontarono a n° 764, e ragguagliano annualmente a n°254. Molti contratti si fanno in buona fede senza atto veruno, e molti giungono con pena alle prime formalità.
Il territorio è alpestre , ingombro di montagne intersecate da anguste valli, bagnato da piccoli torrenti. Ovunque silenzio e solitudine imponente da rammentare il sublime d’Ossian.
Il fiume Santerno scaturisce dai dirupi della Futa , viene a bagnare Firenzuola, e traversando il rimanente del comune , dirigesi verso Imola. I torrenti Violla , Diaterna , Rovigo, Savana, Sillaro, la sorgente del fiume Idige ed altri, bagnano le falde delle montagne dalle quali discendono , e rumoreggiando cupamente vanno tutti a ingrossare il Santerno.
Trovansi per ora nel comune solo due strade rotabili : cioè la regia bolognese che lo taglia a ponente, e l’altra che da Firenzuola porta a detta via regia , denominata via povera, perché costruita dai poveri in tempo di carestia nel 1817. Nessuna strada provinciale percorre questo territorio.
Vanno attualmente costruendosi due strade comunicative una per lire 14,300 , che dal villaggio di Piancaldoli deve condurre alla regia bolognese presso la montagna della Radicosa. L’altra per lire 25,907 , che seguendo l’andamento, o almeno la direzione dell’antica strada bolognese , deve mettere in comunicazione la valle del Santerno con quella del Mugello , attraversando la montagna del giogo che le separa.

Le abitazioni e il clima

Le abitazioni sono sparse per la campagna e distanti assai le une dalle altre sulla superficie territoriale. Quelle della campagna sono generalmente di miserabile costruzione. Magnifica e nel tempo stesso elegante è la prospettiva della fabbrica regia recentemente costruita per la dogana delle Filigare, e sembra destinata ad annunziare colla sua apparenza al forestiero, che da quella parte s’ introduce nel granducato, ciò che in tal genere dovrà ammirare nell’interno della Toscana.
Il clima è assai rigido , spesso nevoso nell’inverno, e piovoso nell’estate; dominato dai venti , che talvolta soffiano con impeto da tutte le parti e per tutte le foci, generalmente è incostante . Il termometro esposto in stanze continuamente aperte suol segnare tre gradi sotto il gelo nel maggior freddo, e ventitre gradi al di sopra nel maggior caldo.Nel rimanente dell’anno ondeggia fra i detti ventisei gradi senza norma alcuna, mostrando continui sbilanci.

Il castello di Firenzuola è soggetto ad umidità , essendo contornato dalle acque del Santerno, del Rio Barondoli e delle gore dei mulini.
Filoni di pietra arenaria e calcarea formano l’ossatura dei monti. Ove il terreno pianeggia , o almeno in posizioni meno ripide viene esercitata l’agricoltura. Ma il clima si oppone alla vegetazione della vite, dell’ulivo e della maggior parte di frutti, né tutti i monti sono ricoperti di vegetabili. Prevalgono su di essi dove possano allignare il faggio, il castagno, il cerro e l’ontano.
Il dorso del monte detto di Sasso di Castro è ricoperto di pietra rosso- nerastra , di specie cornea.
Presso il Sasso di S. Zanobi , alla Maltesca, ed in alcuni altri punti trovasi una breccia calcareo-selciosa adatta a formar macine da mulino; nella parrocchia di Castro trovasi a pezzetti il cristallo di monte. In quella di Pietramala in due luoghi sprigionasi una gran quantità di gas idrogeno , alimentato dal petroleo, che resta continuamente in stato d’accensione.
Pochi sono i prodotti del territorio che ora esaminiamo, in proporzione dell’estesa di lui superficie .

L’agricoltura

Meschina è la raccolta del vino, nulla quella dell’olio. Limitata è come abbiamo osservato l’estensione lavorativa, e questa in un triennio seminasi una sola volta a grano, una a biade ed il terzo anno è destinata al riposo. Sicché scarsa è la raccolta del grano , discreta quella delle biade , ma manca fra queste generalmente il granturco. Dal bosco poco più si ritrae che l’alimento delle pecore , e deperisce molta ricchezza in combustibile. Il bosco essendo formato per la maggior parte di piante di cerro, queste danno raramente prodotto. Onde scarsissimo è il numero degli animali neri; e la mancanza assoluta di strade impediva la vendita del legname. Tenuissimo è per ora il ritratto del carbone , ma da poco in qua si introduce la cultura del bosco ceduo nelle località meno inaccessibili. Si fa molto conto della raccolta delle castagne, ma poco si ha cura della pianta che le produce. Questa pure è assai fallace , perchè troppo esposta al freddo che suol prevenirla. Tal frutto che si ottiene senza fatica che preceda quella di raccoglierlo, allegra ogni neghittoso. Anche il non possidente crede essergliene dovuta la sua porzione , e se sa procurarsela, ma nessuno poi pensa che ove i castagneti venissero più accuratamente custoditi, tal manna cadrebbe in copia maggiore.

I prati e le pasture alimentano numerosi branchi di bestiame , e costituscono una delle maggiori riprese rustiche. Ma pure questa viene diminuita dalle spese occorrenti per le fide durante la stagione invernale, ed amareggiata dall’emigrazioni nelle Maremme . Si contano nel circondario comunitativo di Firenzuola n° 43 cascine , o almeno altrettanti fabbricati, nei quali si alloggiano vacche, e si manipola il burro.

Scarsi sono i prodotti diversi , e si riducono a piccoli orti presso le abitazioni , spogliati nella maggior parte dell’anno , e bastanti appena nella buona stagione (periodo brevissimo) al consumo delle famiglie che ivi dimorano : è raro che vedasi erbaggio in vendita , se non viene portato dalla prossima valle del Mugello, o dal fiorentino.
Poche, ma assai vegete piante di gelso vedonsi sparse irregolarmente nelle adiacenze di Firenzuola; il loro prodotto è stato molto in credito negli ultimi anni , sicché vari fra i principali possidenti si sono decisi a fare delle regolari piantate di tali alberi, ed i lavori sono già molto inoltrati.

Essendoci fino ad ora occupati di esaminare la comunità di Firenzuola nella sua topografica posizione , osservata la forma del suo territorio, i suoi confini, la lunghezza, larghezza ,elevazione e dimensione, la sua rendita cumulata, la sua repartizione produttiva , l’aspetto del paese, i corsi d’acqua, la direzione delle strade , le fabbriche , il clima , le temperature , la natura del suolo , ed i suoi prodotti conosciamo abbastanza il materiale di questa frazione del suolo toscano.

L’amministrazione e la popolazione

Vedremo ora figurare sulla superficie della medesima , appunto come in azione sopra una scena la sua popolazione;osserveremo quale sia la sua posizione nella toscana famiglia , e quali i sistemi amministrativi. Vedremo i suoi movimenti etnografici, nell’ultimo decorso triennio, ed il suo stato attuale , e dietro i dati già conosciuti ne dedurremo i rapporti e le conseguenze statistiche , scandagliando la massa degli abitanti ,nel fisico temperamento, nella pronunzia, nel carattere e nei costumi. Ne vedremo finalmente l’agricoltura, il commercio, le manifatture, ogni altro genere d’industria e d’ occupazione , facendoci in tal guisa spettatori in rapporto a questa popolazione, dell’interno suo movimento sociale.

Firenzuola capo luogo è posta quasi al centro del comune cui dà il suo nome; nella diocesi di Firenze; nel compartimento di soprintendenza comunitativa di Firenzuola di quarta classe; vicariato di Firenzuola di quinta classe; circondario del registro di Borgo s. Lorenzo; ruota civile Firenze; circondario di Palazzuolo di quinta classe per l’ingegnere; circondario di Modigliana per la conservazione delle ipoteche.

Il regolamento comunitativo locale è in data dei 22 gennaio 1776. Riduce gli antichi 25 comunelli a 27 parrocchie , più due frazioni di parrocchie, situate per la residenza del parroco fuori del comune. Stabilisce per l’amministrazione un gonfaloniere , cinque priori e dodici consiglieri.
Per l’eligibilità alla carica di priori assegna il censo di scudi 900. La legge del 16 settembre 1816 raddoppiando il censo medesimo, lo stabilisce in scudi 1800, che corrispondono a lire 630 di rendita imponibile del nuovo Catasto.
Per l’eligibilità al grado di consigliere comunitativo è sufficiente qualunque sia cifra estimale.
Così gl’individui che sono ammissibili al grado di priore, secondo il pubblico catasto, sarebbero n° 90, e questi possono ottare alle altre prime onorificenze comunitative. Ogni altro possidente in tal comune ne può divenir consigliere. Quindici sole famiglie possono godere del gonfalonierato.

Totale della popolazione al 1834 era di 8.356 persone (nel 2019 sono 4.555 di cui 400 stranieri).

La popolazione di Firenzuola era diminuita dal 1814 al 1818 a causa di un’epidemia di tifo petecchiale e dell’emigrazione dovuta a periodi di carestia.
Dal 1819 al 1834 ci sarà invece un aumento costante di popolazione nonostante il verificarsi di alcuni periodi di carestia e di un epidemia di vajolo e tifo.

La superficie della comunità di Firenzuola , essendo di braccia 801,741,500, o siano quadrati 80,174.15 cioè miglia quadrate 90 e due terzi, può calcolarsi che esistano N° 82 abitanti per ogni miglio quadrato , mentre nel rimanente compartimento fiorentino se ne calcolano per ogni miglio quadrato N° 280.
I coniugati dei due sessi stanno in rapporto alla popolazione totale come uno a 2,75 . Da tal ragguaglio può dedursi un sintomo di buona moralità.
Le coniugate sorpassano il numero dei coniugati di 16 individui.Ciò può attribuirsi alle emigrazioni del miglior sesso in cerca di lavoro, o per interesse della pastorizia.

Il numero dei maschi nonostante sorpassa quello delle femmine per 222 individui . Il debol sesso resiste meno dell’altro alle fatiche dell’agricoltura , della pastorizia, ed all’intemperie; e più dell’altro si risente dell’assoluta mancanza di molti comodi della vita , e d’ogni pronto soccorso sanitario.

Gli ecclesiastici e i militari

Il numero degli ecclesistici ammonta a 99. Si detragga da questo la famiglia del Seminario composta da 43 individui , ed i 13 chierici che concorrono alle scuole , gli ecclesistici rimangono 44 che servono le 27 parrocchie, e stanno in rapporto colla popolazione come 1 a 187,64. Nessuna comunità religiosa esiste nel territorio che abbiamo preso ad esaminare.

Ammontando il numero delle famiglie a 1540, e quello della popolazione a 8356, se ne può dedurre il numero medio di individui per ciascuna famiglia di 5 a 6.
E questo è indizio d’intensità di rapporti domestici , altro sicuro sintomo di buona moralità.
Si calcoli che allo sviluppo maggiore di tali sentimenti si oppongono la mancanza assoluta di vaste abitazioni e dei mezzi di sussistenza.(Sono pochi anni che nella Croazia si contavano per numero medio cinquanta individui per famiglia ,ed a Parigi tre).
Il numero dei possidenti è di 1520. Fra questi solo diciassette hanno un’entrata imponibile maggiore di L. 2000. I rimanenti 1503 ripartendosi con giusta proporzione il territorio , allontanano da loro l’estremo della ricchezza e quello della miseria.
Si rimarchi che il numero dei possidenti si avvicina a quello delle famiglie . Anche detratti i pochi possidenti che abitano fuori della Comunità , il reparto della superficie territoriale presenta una proporzione soddisfacente.
Il Popolo e il comune di Firenzuola somministrano annualmente per suo contingente al servizio militare quattro individui, che rimangono per sei anni in attività.
Sicché somministrano annualmente un solo individuo ogni 2064, e mantengono permanentemente alla milizia ventiquattro teste , che terminato il loro servizio gradatamente, ed a quattro per anno, generalmente tornano in seno alle loro famiglie.

L’aspetto degli abitanti può giudicarsi generalmente vantaggioso specialmente nelle montagne, ove prevale l’ottima salute. Gli abitanti del Castello di Firenzuola sono bastantemente sani, ma generalmente parlando né grandi né belli.
La pronunzia in detto castello , è quella del purgatissimo idioma toscano che partecipa un poco del fiorentino . Nella montagna poi, specialmente presso lo Stato Pontificio, la pronunzia è romagnola.
E’ osservabile che , siccome negli altri climi rigidi, le malattie alle quali vanno maggiormente soggette queste popolazioni sono quelle del genere inflammatorio. Anche la demenza è un flagello che affligge più che altrove l’uomo in quest’angolo della Toscana . Suol contare questa Comunità per numero medio sette individui fra i suoi abitanti attaccati da tal malattia, e questi generalmente appartengono a famiglie che dimorano nelle più elevate situazioni.
Può attribuirsi tale calamità anche al clima assai stimolante , ed alle variazioni istantanee di temperature.

Che mal di denti

Anche le dolorosissime odontalgie vengono spesso , ed in qualunque stagione a turbare la quiete e la serenità di spirito, che il clima ispira. Pochissime dentature vedonsi quivi ben conservate . Per somma fortuna , in assenza di qualunque professor dentista, un parroco assai commendabile per la sua filantropia , si è dedicato a estrarre i denti per carità, e il di lui continuo esercizio, unito a naturale ingegnoso, e ad un fisico vantaggioso e robusto , lo hanno costituito abilissimo a tali operazioni , e rende in tal genere dei servigi molto apprezzabili.
Ove l’uomo giunga in queste montagne a superare i molti pericoli che ivi insidiano l’infanzia e l’adolescenza, vive una vita sana e lunghissima. Esistono vari ottuagenari ; l’uomo di 90 anni non è qua un raro fenomeno,e vi ha chi ha compiuto l’anno centesimo del viver suo.Ma la maggior parte dei nati perisce prima di giungere alla gioventù, e spesso pel soverchio coraggio col quale l’uomo affronta questo rigido clima, soccombe, ove non sia accompagnato da somma robustezza di fibra.
Questo è uno dei principali motivi per i quali la popolazione va aumentadosi quivi lentissimamente.
Il carattere di questi abitanti può definirsi tranquillo; e l’indole loro ilare e molto piacevole.
Generalmente è amata la buona moralità. Il povero e il ricco aprono volentieri il cuore ai piaceri dell’ospitalità, né si parte dalle loro abitazioni senza avervi trovati dei nuovi amici , e senza lasciare a chi rimane , e portar seco, tenere emozioni , ed un vivo e reciproco desiderio di rivedersi.

Le bettole e il Lotto

Sembra che la somma influenza di quel rigido clima sulle operazioni rurali, e l’ingratitudine colla quale la terra corrisponde ai suoi cultori, abituino l’uomo in questo territorio , alla povertà, alla pazienza, ed ad attendere tutto dal cielo.
Quindi si scorgono in esso poche passioni , poco desiderio di migliorar condizione, assenza di risse, e di qualunque simile effetto dell’umano orgoglio. Siccome anche la povertà quivi si appaga di poco , la vera mendicità non mostrasi che scarsa nell’inverno, e scomparisce al ritorno della buona stagione. Prevale pur troppo il soverchio gusto a quel dolce far niente , al quale questi abitanti si avvezzano nella stagione invernale. Così osserveremo poco sviluppo di forze fisiche , e di forze morali; così 92 bettole aperte nella Comunità , mai rimangono deserte; così una sola rivendita di tabacco ha esitato nell’anno 1833 per Scudi 140 di sigari. Nè manca chi attende dalla sorte ciò che non vuol riconoscere dalla propria industria , e così il botteghino del lotto incassa annualmente , per rendita media , scudi 1520.
Sarebbe desiderabile che la popolazione della campagna si dedicasse a qualche ramo d’industria domestica, da esercitarsi nell’inverno, mentre per molte e intere giornate , l’esercizio dell’agricoltura rimane sospeso.
E’ una contraddizione dispiacente il vedere detta popolazione semplice consumatrice , logorare tanto tempo nell’inerzia al focolare di casa, o in un seccattoio di castagne ,appunto nell’occasione che l’inesorabile miseria nel suo più squallido aspetto , e col suo più tristo corteggio, viene ad assalirla alle proprie abitazioni , senza lasciarle uno scampo.
D’altronde un’operazione manifatturiera ne solleverebbe lo spirito, ne manterrebbe la salute ,e ne avvantaggerebbe le condizioni economiche.



Le professioni e i mestieri

Le professioni che si esercitano in questo territorio sono pochissime. Contansi sette legali , un medico, due chirurghi, due speziali , e pochi negozianti. Pochi sono i mestieri che vi si esercitano.
Sei sarti, otto calzolari, otto fabbri, cinque legnaiuoli, un cappellaio, pochissimi e poco abili muratori.
Scarse sono le braccia che si applicano all’agricoltura . Se dal totale della popolazione si detraggono i 99 ecclesiastici, i 622 abitanti di Firenzuola, i 2824 impuberi dei due sessi, i benestanti, e gli addetti a professioni e mestieri, ed altre speciali incombenze, pochi ne restano per il lavoro della terra.
Sebbene irrighino questo territorio molte correnti di acqua, pochi sono gli edifizi che ne traggono profitto, opponendovisi la mancanza delle strade.
Si contano 58 mulini di fabbricazione miserabile, una gualchiera e una polveriera.

La caccia e i mercati

La caccia , attesa la frequente distruzione che la neve suole apportare al selvaggiume, rimane piuttosto un mezzo di distrazione che di profitto . Pure si esitano un anno per l’altro 80 patenti d’armi, senza quelle che si prendono in altri paesi , durante l’ emigrazioni.Hanno luogo in Firenzuola , un mercato settimanale e due fiere annue . IL maggior commercio consiste in tele di canapa, in granaglie provenienti in gran parte dallo Stato Pontificio, ed in bestiame grosso e minuto.

Dopo queste rapide occhiate osservatrici date al territorio di Firenzuola , ed al moto dei suoi ottimi abitatori, sorgono nel nostro cuore sincerissimi voti per il sollecito progresso della loro industria e prosperità . Né vediamo ostacoli insormontabili per il loro compimento , nel silenzioso avvenire.

Giornale agrario della Toscana 1835

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