BILANCINO : le ragioni dei perdenti.

BILANCINO : le ragioni dei perdenti.
A proposito di un libro di Gian Piero Luchi

E’ uscito da poche settimane un libro dell’ex sindaco di Barberino Luchi su “il Lago di Bilancino” in cui si parla della genesi dell’opera “ Dal concepimento alla realizzazione “ come dice il sottotitolo. Il volume non vuol essere un libro di storia ma contiene una serie di testimonianze interessanti e un appendice in cui sono elencate tutte le tesi di laurea che hanno avuto per oggetto il lago di Bilancino sotto vari aspetti, da quello naturalistico a quello ingegneristico, da quello ambientale a quello turistico. Oltre a questo è degno di rilievo l’apparato iconografico. Tra le testimonianze che vengono riportate ho trovato molto onesta quella del sindaco Giuseppe Aiazzi che racconta del dibattito che nel periodo del suo mandato(fino al 1982) si sviluppò sulla realizzazione della grande opera che portò anche ad una raccolta di firme inviate al consiglio regionale per sottoporre la costruzione dell’invaso al voto popolare.
Per il resto il volume ha il sapore autocelebrativo di una classe politica che negli anni si è succeduta per portare a compimento l’opera.” Gli amministratori che si sono avvicendati avevano una visione strategica del loro territorio, una formazione che li vedeva attenti e vicini agli interessi dei cittadini, avevano chiaro che le loro decisioni avrebbero influito per molti decenni a venire”(Presentazione di Eugenio Giani), “il Lago ha trovato invece un accoglimento favorevole nell’opinione pubblica, tanto da non trovare oggi qualcuno che non consideri questa opera un elemento positivo, sia per la funzione di risorsa idrica e di laminazione delle piene che come potenziale volano dello sviluppo turistico della nostra area” (G.Mongatti p.11). Per il presidente di Publiacqua Vannoni gli effetti positivi sono numerosi e sotto gli occhi di tutti :” a partire innanzitutto dalla regimazione delle acque e dal controllo di eventuali rischi di inondazione – motivo principale per cui è stato pensato e realizzato – che vengono confermati regolarmente con l’arrivo delle piogge autunnali”(p.13)

Purtroppo le cose non stanno così e nello stesso libro di Luchi si capisce che la funzione di laminazione delle piene è stata aggiunta dopo quando Bilancino è stato inserito nel “progetto Pilota per l’Arno” e comunque la sua funzione da solo sarebbe quasi ininfluente se si verificasse una situazione come quella del 1966. Parlando di piene scrive Luchi :” La prevista capienza di 69 milioni di metri cubi, oltre ad ulteriori 15 in casi straordinari, per limitare i rischi i eventuali alluvioni nelle zone a valle dell’invaso(tali quantità avrebbe diminuito del 13% la quantità d’acqua esondata nel 1966 a Firenze”(p.37) Era quello che diceva “il comitato per la difesa del territorio” e che allora veniva negato. Ovvero con Bilancino a Firenze l’acqua invece di 4 metri sarebbe stata alta 3,50 ma non avrebbe evitato l’esondazione.
Bilancino era stato inserito nel progetto pilota dell’Arno che prevedeva ben 10 invasi per contenere le piene e le uniche opere realizzate sono l’invaso mugellano e lo scolmatore dell’Arno a Pisa. Già nel 1976 il prof. Giulio Supino sul PONTE scriveva “ nel 1966 la pioggia più forte è caduta a Badia Agnano, ma può essere che nell’anno X cada invece a Dicomano(sulla Sieve), bisogna dunque predisporre serbatoi sulla Sieve per contenere tale piena ( come cita anche Luchi il progetto Supino -De Marchi ne prevedeva tre oltre Bilancino anche Dicomano e Scopeti Ndr), invece sulla Sieve resta il solo serbatoio di Bilancino che sottende 150 kmq del bacino della Sieve, se la pioggia più forte cadesse tanto a Dicomano quanto a valle di Dicomano, il serbatoio a Barberino non si riempirebbe e la piena della Sieve sarebbe presso a poco uguale a quella che si avrebbe se il serbatoio di Barberino non ci fosse “. Se uno pensa alle recenti preoccupazioni perfino per l’abitato di Sagginale a Borgo San Lorenzo, che si trova a pochi chilometri dallo sbarramento, capisce che le considerazioni di Supino erano corrette. Infatti dopo 50 anni dall’alluvione siamo ancora in attesa della realizzazione delle casse di espansione lungo l’Arno, “l’idea delle grandi dighe mi pare superata – scrisse all’inizio degli anni 90 l’ing. Nardi responsabile dell’autorità di bacino dell’Arno- credo più alle casse d’espansione, cioè alla posssibilità di restituire all’Arno terreni da allagare durante le piene”.

Nel suo libro Luchi liquida con superficialità quelli che erano i contenuti della contestazione alla realizzazione di Bilancino :”insufficiente quantità di acqua a disposizione, nessuna difesa delle piene per Firenze; impaludamento della zona; apporti solidi;effetti negativi sul clima; sismicità del territorio indotta dal peso dell’acqua”(p.24) e a proposito della proposta di consultazione presentata con 3200 firme si limita a sottolineare “ rispetto ai 60.000 abiatnti del Mugello Valdisieve” e alla bocciatura perchè, secondo Luchi, c’era “ incertezza su chi avesse diritto al voto: solo Barberino? Solo il Mugello- Valdisieve? Anche l’area metropolitana?”(p.25) Nella testimonianza di Aiazzi invece si dice che la proposta fu bocciata perché era un referendum consultivo e non abrogativo. Se uno seguisse la logica di Luchi cosa dovrebbe dire dei referendum nazionali? Ma anche Aiazzi fa confusione perchè le circa 4000 firme raccolte accompagnavano una proposta di legge che avrebbe istituito in Toscana , in occasione di grandi opere, la necessità di consultazioni popolari, seppur non vincolanti. Si tratta di un principio oggi recepito da molti statuti e che allora fu bocciato per motivi squisitamente politici e non solo dal Partito Comunista. Infatti l’ufficio giuridico della regione aveva ritenuto la proposta compatibile con lo Statuto regionale e, oltre a questo, i promotori erano anche disponibili ad allargare la consultazione alla città di Firenze in quanto non interessava la sconfitta o la vittoria ma l’instaurazione di un principio di democrazia partecipativa per scelte che avrebbero segnato il territorio per le generazioni future. Ricordo ancora un esponente democristiano che affermò in commissione che avrebbe approvato la proposta se si fosse limitata a Bilancino ( a Barberino il PCI aveva il 65% dei voti) ma non avrebbe gradito una simile consultazione su Farma Merse e su siti per centrali nucleari. Per conoscere questi aspetti bastava aver letto quello che era stato scritto in quegli anni e anche successivamente. Vorrei anche ricordare, visto che Luchi parla di sondaggio di 6500 barberinesi nel 1984, che una consultazione nel solo comune di Barberino fu fatta dopo la bocciatura della proposta di legge nel giugno 1984, come contentino, e a quanto risulta a me ci partecipò solo il 14,5% degli aventi diritto al voto ossia 956 persone e solo 532 espressero parere favorevole (654 risposero positivamente al quesito che riteneva indispensabile un ulteriore ridimensionamento dell’invaso)


Nel 1992 partecipando ad un convegno in regione in occasione dell’anniversario dell’alluvione tenni una relazione che si intitolava “Bilancino : le ragioni dei perdenti” in cui ripercorrevo le tappe della contrarietà all’invaso e quelle che ancora oggi ritengo obiezioni che non dovrebbero essere sottovalutate. E ovviamente non sto parlando di nebbia o terremoti( che pur una loro attenzione meritano) ma di geologia, inquinamento e agricoltura dato che il lago ha sottratto 750 ettari di territorio in gran parte agricolo e tra i più produttivi. Una buona parte di queste obiezioni comprese quelle sull’impaludamento hanno portato gli enti locali a chiedere che l’invaso diventasse un lago con interventi decisivi sulle sponde che inizialmente non erano previsti. Siamo sicuri che senza contestazione tutto questo sarebbe stato realizzato? La logica di Bilancino degli anni 50 era semplicemente di rapina con un tubo che avrebbe portato l’acqua a Firenze e Prato e se è cambiata è solo perchè sono cambiate le scelte acquedottistiche di Firenze con la realizzazione dell’impianto all’Anconella che pesca in Arno con la necessità , quindi, di avere una portata minima di 8 metri cubi nel fiume per funzionare in modo ottimale. Alla Regione e al Comune di Firenze del lago con finalità anche turistico-ambientali non interessava niente, il Mugello aveva la risorsa e la piana ne aveva semplicemente bisogno.
Oggi si dice che l’apporto solido degli immissari del lago non è preoccupante e qualche anno fa la stampa ci ha fatto sapere che per 500 anni non ci saranno problemi. Va benissimo ma allora nessuno aveva i dati delle portate solide e il geologo Giuliano Rodolfi sottolineava che “ gli immissari del progettato invaso si trovano a scorrere per gran parte su terreni facilmente erodibili(…) si presumono quindi valori abbastanza elevati della portata solida media di questi corsi d’acqua”. Oltre a questo sempre il geologo rimarcava la situazione critica della sponda destra su cui infatti sono stati necessari lavori di consolidamento abbastanza costosi. Bilancino che doveva costare meno di 200 miliardi alla fine ha superato i 600 ed a un certo punto si è anche temuto che molte delle opere dell’inserimento ambientale non venissero realizzate. Infatti in quella relazione del 1992 scrivevo “ non possiamo accettare le proposte avanzate dal Ministero dei Lavori Pubblici di interventi dello Stato per il solo corpo diga, Bilancino deve essere completato con tutte le garanzie ambientali richieste dalle amministrazioni locali e stabilite dalla convenzione”.

Tornando alle obiezioni ce n’è una che ancora oggi, purtroppo, conserva tutta la sua validità. Perchè costruire un invaso a fini idropotabili a valle di un paese e soprattutto di una zona industriale con presenza anche di aziende che trattano sostanze tossiche e di un’autostrada tra le più trafficate d’Italia su cui transitano mezzi che trasportano quotidianamente sostanze pericolose ? Cosa avviene alle acque del lago se si verifica una situazione critica o un incidente rilevante?

Il Comitato che allora si era costituito chiedeva anche che fosse fatta una valutazione comparativa con un progetto avanzato dalla Provincia che prevedeva la realizzazione di diversi invasi sugli affluenti della Sieve in Mugello che avrebbero avuto la funzione di riserva idrica per l’agricoltura e per i comuni e parzialmente di laminazione delle piene. Non erano una grande opera anche se oggi sarebbero stati molto utili viste gli effetti del passaggio dell’alta velocità ferroviaria.
Bilancino per ora svolge sicuramente un ruolo fondamentale per l’approvvigionamento idrico della piana , tramite l’acquedotto di Firenze, e anche nel Mugello per l’apporto della Sieve alla falda da cui si alimentano molti pozzi dell’acquedotto, come a Borgo san lorenzo, ma inviterei a non dimenticare che qualche anno fa l’invaso, causa siccità invernale ha rischiato di non riempirsi e quindi andare sotto il livello minimo rendendo problematico il suo utilizzo turistico e anche acquedottistico. I cambiamenti climatici che interessano anche il Mugello possono far sentire i propri effetti anche su Bilancino , basti ricordare che dal 1950 ad oggi le precipitazioni nella zona di Barberino sono diminuite di circa 500 mm l’anno ovvero di 1/3 e sono concentrate in meno giorni.
E’ vero che la storia la scrivono i vincitori ma non sempre chi perde ha tutti i torti.

LR(leonardo romagnoli)

PS
Il lIbro viene presentato domenica 2 aprile nel palazzo pretorio di Barberino alle ore 17

4 thoughts on “BILANCINO : le ragioni dei perdenti.

  1. Ma cosa devo rispondere a uno che con le sole iniziali si crede di essere conosciuto da tutti. Scusa se mi sono permesso di criticarti.

    • infatti tu ti firmi per esteso!comunque volevo solo ricordare che scrivo su questo sito da 10 anni e come avviene sui giornali capita che uno si firmi con le iniziali che permettono facilmente di individuare l’autore da chiunque consulti il sito anche saltuariamente.

  2. Ma perchè non non hai firmato per esteso, sono sicuro che persone come te sono contro a tutto quello che viene fatto.

    • Che LR sta per Leonardo Romagnoli lo sanno anche i sassi infatti un altro sito che ha ripreso l’articolo mi ha citato espressamente. Le mie opposizioni per chi mi legge sono sempre più che motivate e non sono affatto contro tutto altrimenti non avrei potuto fare l’amministratore pubblico per molti anni. So prendere atto delle sconfitte politiche e lavorare perchè poi le cose vengano fatte nel modo migliore, ma non sono uno smemorato che cancella la propria storia per opportunismo politico o di altra natura. Il dubbio e la curiosità sono il sale della conoscenza e l’obbedienza nons empre è una virtù.