Un Monastero di … apertura

Un monastero di …. apertura

 

E’ stato presentato il progetto di massima per il recupero del Monastero di S.Caterina nel centro storico di Borgo san Lorenzo.

L’importanza storica di questo immobile è stata ben delineata dal prof . Marco Pinelli che nel suo intervento ne ha sottolineato la valenza  storica e religiosa, le qualità architettoniche e le bellezze artistiche.

Fondato nel 1516 rappresentava allora 1/3 dell’abitato di Borgo San Lorenzo e ancora oggi la sua collocazione accanto alla Pieve con possibili aperture sul centro storico e sulla piazza del mercato ne sottolineano il ruolo strategico per l’assetto urbanistico della parte più antica del paese. E’ stato fino al 1971 un convento di clausura e poi sede delle domenicane fino al 2013.

Si tratta di un immobile di grandi dimensione con una superficie di oltre 6.000 mq suddivisa su tre piani con un bellissimo chiostro e un giardino /orto interno.

Come premessa va , quindi, detto che ogni intervento che porti alla salvaguardia di questo bene architettonico non può che essere giudicato positivamente ed anzi vorremmo che un’iniziativa del genere potesse essere intrapresa anche per l’ex ospedale di Luco ed ex Monastero Camaldolese.

Quello che è stato illustrato sabato 23 è un progetto ambizioso e del costo di oltre 6,5 milioni di euro che deve ancora cominciare a fare i primi passi dopo due anni di studio e di confronti che hanno permesso di costituire il gruppo promotore formato da Co&So, Suore domenicane, consorzio Fabrica e Gal Start che ha poi individuato nella Fondazione Cittadella del Monastero di S. Caterina, presieduta da Stefano Tagliaferri, il  soggetto che dovrebbe coordinare gli interventi e raccogliere le manifestazioni di interesse.

Anche la Diocesi fiorentina ha condiviso il percorso e collaborato alla costruzione di questa ipotesi di utilizzo e il tessuto imprenditoriale locale, rappresentato dalle associazioni di categoria e anche dal Gal Start, ha manifestato un interesse per un investimento che avrà ricadute non solo per Borgo san Lorenzo ma per tutto il Mugello.

Il comune di Borgo San Lorenzo ha dimostrato fin dall’inizio la sua approvazione e di recente ha fatto approvare dal consiglio comunale una variante urbanistica che permette di destinare l’immobile anche ad attività commerciali. Il Monastero per l’attuale strumento urbanistico aveva già una destinazione socio-sanitaria e anche turistica. Si tratta di una modifica fondamentale perchè in realtà sembra che tutta la sostenibilità economica del progetto si basi sul successo anche della proposta commerciale.

Nel corso dell’incontro di presentazione è stato più volte ribadito che l’intervento sulla struttura ne vuole valorizzare l’uso sociale e collettivo dove “ le attività commerciali dovrebbero essere funzionali alle altre attività “che si svolgeranno nella struttura. In più occasioni è stato anche sottolineato che si tratta di un progetto partecipato aperto al contributo degli operatori economici del territorio e speriamo anche alle proposte dei cittadini e delle associazioni.

Siamo comunque ancora all’illustrazione di un grande sogno che deve mettere le gambe cominciando dai finanziamenti necessari alla ristrutturazione. Sembra che un primo contributo possa arrivare dalla Fondazione Cassa di Risparmio per mettere il Monastero in sicurezza ed evitare il possibile degrado di alcune strutture, ma per il resto dovranno essere la Fondazione e i promotori a trovare gli adeguati finanziamenti.

Il progetto come è stato sottolineato prevede un piano terra con attività commerciali e artigianali e un ristorante a km 0, un primo piano con museo , caffè letterario e aree di coworking e il secondo piano per attività di rsa e riabilitazione con 40 posti. Nelle attività commerciali, artigianali e di ristorazione dovrebbero essere privilegiati i prodotti locali di filiera corta per sottolineare ancora di più il legame con territorio.

La parte commerciale è quindi il core business del progetto senza la quale l’investimento rischia di non essere sostenibile e allora sarebbe utile fin da subito dettagliarne gli aspetti economici che saranno fondamentali per la partecipazione delle aziende mugellane. Quanti saranno i fondi commerciali e per la somministrazione? A quanto potrà ammontare l’affitto dei fondi? In che tempi è stato stabilito il recupero dell’investimento? Sono previste attività incompatibili con gli altri utilizzi della struttura a partire da quella sanitaria e di riabilitazione?

Sono interrogativi che nascono da altre esperienze similari nell’area metropolitana che dopo alcuni anni hanno vissuto momenti di difficoltà nonostante fossero inserite in aree urbane di pregio.

La presentazione del 23 e il largo consenso riscosso dal progetto rendono ancora più amaro l’andamento della situazione dell’ex ospedale di Luco , che è finito nel patrimonio del Maggio Fiorentino solo per fare cassa allontanando ancora di più qualsiasi possibilità di recupero e riutilizzo.

Se il tessuto associativo e imprenditoriale è così ben disposto verso il recupero del Monastero di S. Caterina , perchè non lo è stato altrettanto verso quello camaldolese di Luco che, a un certo punto, poteva essere acquistato per una cifra abbastanza modesta visto il valore dell’immobile?

Leonardo Romagnoli

25.3.19

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