Un esposto contro la Regione per l’ex Ospedale di Luco

Un esposto alla Corte dei Conti contro la Regione per l’ex Ospedale di Luco

“Credo sia un tentativo estremo, quasi disperato, per salvare l’ex-ospedale di Luco di Mugello”: lo dice Luca Margheri, capogruppo della lista civica “Cambiamo, Insieme!” che per sollecitare gli enti responsabili ad evitare che il complesso monastico, risalente al 1100, propone di appellarsi ai Tribunali, e in particolare alla Procura generale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica. “L’idea – spiega Margheri – è quella di presentare un esposto nel quale rappresentare alla Magistratura la situazione gravissima nella quale la struttura si trova, ipotizzando il reato di danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale. Un esposto che serva a sollecitare in modo deciso – visto che finora niente è stato fatto – l’attuale proprietario, ovvero la Regione Toscana, che se è vero intende vendere il bene, non può certo, nell’attesa, lasciarlo crollare”.

Così nell’esposto si ricorda che “il complesso architettonico dell’ex-ospedale a Luco di Mugello è di altissimo valore storico e artistico e nasce nel Medioevo, esattamente nell’anno 1086, come monastero camaldolese femminile. Ricco di storia, il monastero viene radicalmente ristrutturato nel pieno del Quattrocento (con tutta probabilità poco prima del 1476), lavoro attribuito a Giuliano Da Sangallo, progettista di Lorenzo de’ Medici, intervento al quale sono ancora chiaramente riconducibili notevoli parti del complesso (chiostro, loggiato dell’orto, ambienti interni) di rilevante pregio architettonico e che conserva anche importanti opere d’arte”.
Poi si fa presente che il complesso “ormai da anni versa in condizioni di sempre maggiore fatiscenza e degrado, con gravi rischi per la sua stessa tenuta strutturale, con fenomeni di cedimento ai tetti e ai muri interni”. E ricordato che l’immobile è stato acquistato nel 2004 dalla Regione Toscana, con un costo di circa 2 milioni e mezzo di euro si nota che la stessa “Regione Toscana, che pure ha manifestato l’intenzione di alienare il bene, provvedendo a bandire a più riprese aste di vendita, sempre andate deserte, ha comunque l’obbligo di provvedere alla sua manutenzione ordinaria e straordinaria, al fine di evitarne l’irrimediabile compromissione”.

Nell’esposto si rammenta che l’art. 733 del Codice penale, relativo al “Danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale”, “prevede nella parte precettiva l’obbligo in capo a chi ha la disponibilità dei beni sia di prevenire ed evitare ogni forma di danneggiamento degli stessi, sia di fare tutto ciò che è opportuno per la buona conservazione del bene”, e che “recente giurisprudenza ha riconosciuto come soggetti attivi del reato in questione anche i legali rappresentanti delle persone giuridiche pubbliche”.
Per questo nell’esposto si chiede che “le autorità giudiziarie vogliano svolgere indagini al fine di accertare se in ordine ai fatti esposti siano ravvisabili eventuali condotte rilevanti sotto il profilo penale (con riguardo all’art. 733 cp e a tutte le ulteriori ipotesi di reato che la S.V. vorrà ravvisare nei fatti sopra narrati) e/o sotto il profilo amministrativo – contabile e procedere conseguentemente, ai sensi di legge”.

“Ho già coinvolto – dice Margheri – la comunità locale di Luco di Mugello, trovando molto interesse e sostegno verso questa iniziativa. Un’iniziativa apartitica e trasversale, motivata solo dal desiderio di non perdere questo prezioso patrimonio storico e architettonico. Ho già informato anche sindaci, consiglieri comunali e partiti, non solo di Borgo perché l’ex-ospedale di Luco è patrimonio culturale di tutto il Mugello, affinché tutti insieme si possa aderire sottoscrivendo l’esposto e facendo sentire la nostra voce e la nostra preoccupazione. Affinché la regione finalmente intervenga e salvaguardi, con la necessaria manutenzione, l’immobile evitandone l’irreparabile degrado, peraltro già molto avanzato. Ma sarebbe un delitto, oltre che un grave spreco economico, lasciar crollare tutto”.

Foto Francesco Noferini

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