Sperimentazione contro il “marrone bacato” a Palazzuolo

Parte dai castagneti di Palazzuolo sul Senio la sperimentazione contro il marrone bacato

Se da un lato il problema del Cinipide del castagno è stato superato attraverso la lotto biologica del Torymus, consentendo ai castanicoltori del Mugello di salvare le loro piante e riportare in produzione le piantagioni, è altrettanto vero che nel delicato ecosistema del castagneto da frutto esistono molti altri nemici che possono limitare le produzioni.

Proprio per questo continua l’impegno e la ricerca dell’Associazione Castanicoltori “Valle del Senio” per salvaguardare i castagneti e le produzioni in stretta sinergia con l’amministrazione comunale di Palazzuolo sul Senio.

Nello specifico il sindaco Cristian Menghetti sottolinea come «ogni anno una percentuale notevole di prodotto viene attaccata da insetti che limitano le produzioni dei castanicoltori, le larve di queste farfalle scavano delle gallerie dentro il marrone nutrendosi dei frutti, tutti conosco questo tipo di danno sotto il nome di bacato. Attraverso la sperimentazione sul nostro territorio di questo prodotto innovativo, ecocompatibile e biologico – prosegue – sarà possibile verificarne l’efficacia e valutarne l’utilizzo diffuso per ottenere un miglioramento qualitativo e quantitativo delle produzioni».

La sperimentazione sarà effettuata con la Società Isagro lungo la valle del Senio, su un campione di 4/5 castagneti posti a diverse altitudini, attraverso il “disorientamento sessuale” conosciuta ance come distrazione sessuale, che è la tecnica biologica ed ecocompatibile studiata e proposta dalla società italiana per la protezione dei frutti del castagno dalla Cydia Fagiglandana e Cydia Splendana. Questa tecnica consiste nella creazione di numerose tracce odorose feromoniche in grado di predominare su quelle rilasciate dalle femmine presenti nel frutteto, distraendo così i maschi nella ricerca della femmina per l’accoppiamento.

Questo tipo di intervento è assolutamente biologico ed ecocompatibile perché non dà nessuna residualità sulla frutta, impiega basse dosi di feromoni, utilizza diffusori in materiale biodegradabile a base di amido di mais e salvaguarda gli insetti utili.

Al termine della stagione colturale del marrone, i dati della sperimentazione saranno diffusi pubblicamente.

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