Spaccio e mercato droghe. L’incompetenza del ministro dell’Interno

Spaccio e mercato droghe. L’incompetenza del ministro dell’Interno

“Ringrazio le Forze dell’Ordine per i 26 spacciatori arrestati a Firenze. E’ evidente il cambio di passo sollecitato dal governo. Conto che la magistratura aiuti in questo percorso di legalita’”. Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini (1).

Dovremmo per questo sentirci più sicuri? No. Anzi. Proprio il contrario. Perchè queste affermazioni vengono da parte del ministro deputato alla nostra sicurezza. Ministro che è evidente che non sa di cosa stia parlando, visto che gli arresti di spacciatori ci sono sempre stati e in maniera cospicua, anche quando non era lui ministro e non c’era il governo di cui lui è autorevole esponente. Quindi, di cosa si vanta? Di quale “passo che starebbe cambiando”? Solo perché c’é lui che esterna mentre i precedenti ministri dell’Interno, meno presenzialisti di lui, non ce lo ricordavano in continuazione? Bah!!

Le nostre forze dell’ordine non fanno altro che arrestare spacciatori, da decenni e decenni, sempre in modo cospicuo (2), così come fanno le autorità di tutti i Paesi in cui le droghe continuano ad essere illegali.

Detto questo, appare evidente anche a chi non è super informato in materia, che il nostro ministro parla tanto per fare, visto che nell’esprimersi non fa altro che continuare ad avvallare il metodo che, in Italia come in tutto il mondo, non fa altro che alimentare produzione, traffico e spaccio di molte droghe illegali. Sarebbe quindi questo il “cambio di passo” che dovrebbe portare a reprimere, arginare ed estinguere il fenomeno dello spaccio di droghe? Non ci sembra. Mentre ci sembra che in quei Paesi (e in diversi Stati Usa) in cui dalla proibizione si è o si sta passando alla legalizzazione, il fenomeno dello spaccio si sia fortemente ridimensionato; con evidenti benefici per autorità e consumatori, infliggendo duri colpi alla malavita organizzata che approvvigiona le reti di spacciatori sui territori, e notevole alleggerimento delle iniziative di polizia con ricadute su ordine pubblico ed economia dei territori.

Se di “cambio di passo” si vuole proprio parlare, lo si può dire per quei Paesi in cui dalla mera proibizione si è e si sta passando alla legalizzazione, e non per quelli in cui si continua ad arrestare (trafficanti o spacciatori o consumatori che siano). E il nostro ministro che parla di “cambio di passo” è invece quello che non fa altro che ripetere il suo convincimento che il fenomeno delle droghe occorre che si continui ad affrontare solo in un’ottica e una pratica proibizionista. Ci si vuole ragionare o continuiamo a parlarci per slogan?

Vincenzo Donvito, presidente Aduc

23.1.19

 

1 – agenzia stampa Ansa

2 – qui un po’ di dati raccolti dallo specifico osservatorio del nostro quotidiano online sulle droghe: https://droghe.aduc.it/

 

 

 

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