Rumore di fondo.

Rumore di fondo.

Autodromo e residenti

Oggi pochi mettono in discussione il ruolo attrattivo dell’Autodromo che  , in particolare con alcune manifestazioni, permette di diffondere l’immagine del Mugello  a milioni di persone nel mondo. E’ il caso del Motomondiale che tutti gli anni richiama in Mugello oltre centomila appassionati in quella che molti piloti considerano, a ragione, una delle piste più belle del mondo.(QUI)

Non è stato sempre così. Verso la fine degli anni 70 quando la crisi dell’allora società di gestione dell’impianto sembrava portare ad un impegno diretto della Regione Toscana nella compagine societaria , la questione fu oggetto di un acceso dibattito tra forze politiche, associazioni e cittadini. In anni più recenti una sconsiderata autorizzazione allo svolgimento di una gara di 24 ore con bolidi rombanti nella silenziosa notte mugellana scatenò l’ira dei residenti sia di Scarperia che delle zone limitrofe anche nel comune di Borgo san lorenzo. Fu sollevata la questione della compatibilità di certe manifestazioni sportive con il diritto dei cittadini al riposo e al rispetto della nuova normativa sul rumore che impegnava tutti comuni alla redazione di una zonizzazione acustica del proprio territorio.

In queste settimane un gruppo di cittadini ,che abitano nelle zone limitrofe all’autodromo nel comune di Scarperia e San Piero e in quello di Borgo san Lorenzo, riuniti in un gruppo dal nome suggestivo de “Il suono del Mugello” sono tornati a chiedere il rispetto delle normative vigenti in particolare durante l’utilizzo della pista per prove amatoriali che occupano comunque molti fine settimana durante la stagione di apertura della pista.

Come hanno specificato in un comunicato non c’è nessuna opposizione allo svolgimento delle grandi manifestazioni nazionali e internazionali , “se un domani – scrivono -venisse portato al Mugello il Gran Premio di Formula 1, ne saremo contenti e tolleranti, ma basta con le deroghe illimitate per quasi tutto l’anno. “ In molti autodromi d’Italia gli amatoriali devono avere mezzi con il silenziatore conforme alle normative della federazione e omologati al codice della strada ( una delle multe più frequenti per i motociclisti che girano per i nostri passi è propria quella relativa agli scarichi fuori regola).

Il comune di Scarperia e San Piero è, giustamente, molto attento alle necessità dell’autodromo , ma nel contempo dovrebbe cercare di dare una risposta alle proposte dei cittadini residenti.

E’ possibile conciliare le aspirazioni dei cittadini e le attività dell’impianto senza bisogno di fare delle forzature?

La nuova autorizzazione rilasciata dal comune il 31 luglio non sembra andare in questa direzione garantendo all’autodromo una deroga di 260 giorni in un anno , ovvero tutti i giorni in cui la pista è in funzione esclusa la pausa invernale con lievi distinzioni tra gare ufficiali e il resto delle attività.
Nell’autorizzazione si ricorda come l’autodromo sia un’infrastruttura strategica e rappresenti “ una delle più importanti realtà operanti nel territorio e le sue attività hanno una diretta e positiva ricaduta sulla collettività del comune di Scarperia ( si sono dimenticati San Piero!) anche in termini di attrattiva turistica”.
L’unica limitazione riguarda alcune manifestazioni dove è obbligatorio una sospensione dell’attività per un’ora tra le 12 e le 15, 30 come richiesto dalla Asl.
Richieste simili a quelle proposte da “Il suono del Mugello “ sono contenute anche nelle osservazioni dell’azienda Sanitaria e del comune di Borgo san Lorenzo che scrivono :

  1. per le manifestazioni extra “gare”( quelle ufficiali delle Federazioni) di calendario, siano rispettati i limiti di attenzione di cui al DPCM 14/11/97 ( determinazione dei valori limite delle emissioni sonore), mediati ai sensi del DM 16 marzo 1998( tecniche di rilevamento e misurazione dell’inquinamento acustico);
  2. sia dotata dalla Mugello Circuit una regolamentazione delle attività extra “gare” di calendario, affinchè siano introdotte procedure di controllo sugli scarichi e sulle relative emissioni rumorose, in modo da impedire l’accesso alla pista di mezzi non omologati o comunque non rispondenti alle normative di riferimento”.

Nell’autorizzazione viene quindi stabilito il limite di orario delle ore 20 (erano state chieste le 22) ma la deroga viene concessa per 260 giorni con un massimo di veicoli in pista di 80 moto e 60 auto “ ad eccezione di quelle svolte sotto l’egida delle federazioni nazionali e internazionali”( si tratta di numeri che non si riscontrano in nessuna manifestazione sportiva motoristica).

I controlli sono affidati ad un monitoraggio e per quanto riguarda l’Arpat l’autorizzazione cita un parere del 24 aprile che secondo il comune concorda con la nota trasmessa da Mugello Circuit che “ confermano che nelle aree di influenza si ha il rispetto dei valori costituenti il presupposto di cui all’art. 3 del comma 7, DPR 304/2001”. Torneremo fra poco sul Dpr 304 , intanto preme sottolineare che ad Arpat non viene assegnato nessun ruolo e ai cittadini che si sono rivolti all’agenzia regionale perchè convinti del non rispetto dei limiti è stato risposto che Arpat si attiva solo su richiesta del comune a cui si devono rivolgere gli abitanti del territorio.
In una nota il responsabile del servizio Arpat scrive testualmente che “il comune di Scarperia e San Piero ritiene non applicabile alla sorgente autodromo le linee di gestione degli esposti costituite dalla DGRT 490/2014”( che proprio al punto 5 prevede che sia il comune ad attivare Arpat per la verifica fonometrica attestante il superamento dei limiti di legge). Questo significa che è il sindaco che si fa garante di tale rispetto assumendosi ogni responsabilità.
Per i residenti nella zona di Luco, che hanno aderito alle richieste de “Il suono del Mugello”, potrebbe però essere il comune di Borgo san lorenzo ( che aveva fatto delle osservazioni nel merito) a richiedere una verifica del rispetto di quanto prevede la legge.

Così arriviamo al DPR 304/2001 che è la vera base normativa dell’autorizzazione dove alcune citazioni della legge lasciano alquanto perplessi come quando viene scritto : “ che l’art 3 comma 7 del DPR 304/2001 prevede che per gli autodromi esistenti…. possono essere consentite deroghe illimitate”(il corsivo è nell’autorizzazione). Si tratta di una semplificazione che rischia di svuotare il senso del comma che nel testo integrale scrive:
“7. Negli autodromi e piste di prova esistenti che non sono sede di gare di Formula 1, Formula 3000, campionato di Moto Gran Prix e assimilabili, possono essere consentite deroghe per lo svolgimento di prove tecniche per un limite massimo di sessanta giorni nell’anno solare. Per gli autodromi esistenti anche se sede delle predette gare, possono essere consentite deroghe illimitate purché il gestore provveda a realizzare interventi diretti sui ricettori tali da ridurre i valori di immissione all’interno delle abitazioni a 45 dB (A) nel periodo diurno e 35 dB (A) nel periodo notturno.”
Questi limiti basta certificarli una volta l’anno o possono essere oggetto di ulteriore accertamento da parte di Arpat soprattutto in occasione di manifestazioni non ufficiali? O questo viene considerata una limitazione all’attività?
Leggendo i vari commenti su quanto chiedevano i cittadini de “Il suono del Mugello “, si ironizzava sulla proposta di limitare a 30 i giorni di deroga illimitata ma è quello che prevede proprio il DPR 304 del 2001 al punto 5 :” 5. Le manifestazioni sportive di Formula 1, Formula 3000, campionato mondiale di Moto Gran Prix e assimilabili, le prove, i test tecnici e le altre manifestazioni motoristiche possono essere autorizzate in deroga ai limiti di cui al comma 3 (oggi sono 73 db!), per un periodo massimo di trenta giorni nell’anno solare, comprensivi di prove e gare, e per ulteriori sette giorni per gli autodromi nei quali lo svolgimento di prove tecniche per manifestazioni sportive di Formula 1 sia previsto dalle Federazioni internazionali.”
Non c’è quindi nessuna contrapposizione all’attività dell’autodromo ma una richiesta legittima, anche sulla base della normativa esistente, per cercare di venire incontro a coloro che con l’impianto ci devono convivere almeno 260 giorni all’anno.

Leonardo Romagnoli

4.10.18

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