Riforma e referendum

Il Referendum Costituzionale

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Per molti mesi mi sono disinteressato della riforma costituzionale per la pessima qualità del confronto che non mi sembra centrato sul merito degli argomenti toccati dal provvedimento ma soprattutto sulla personalizzazione voluta in primo luogo da Renzi e sulle ricadute sul futuro del governo.  Sono errori grossolani dovuti ad una certa arroganza che però non giustificano toni di allarme democratico e addirittura prospettive di prossimo autoritarismo come paventato da alcune forze politiche o da alcune critiche alla riforma.  La riforma , come gran parte delle leggi, è scritta male ( qualcuno giustamente ha pensato di sottoporla all’accademia della crusca), in alcune parti è confusa e in altre avrebbe potuto osare di più ( vedi regioni a statuto speciale o anche per il ruolo dello stesso senato), ma non c’è dubbio che risponda ad una richiesta di rinnovamento di cui si sente la necessità  per una semplificazione dell’iter legislativo, senza per questo sminuire il ruolo del parlamento che resta il cuore del nostro sistema democratico. Nella riforma non c’è traccia di presidenzialismo o semi presidenzialismo come invece è stato prospettato in passato e ci sono interessanti novità sia per il referendum che per le proposte di legge di iniziativa popolare. Anche sulle regioni lo stesso centrosinistra che aveva modificato il titolo V si è reso conto negli anni che era indispensabile apportare delle modifiche ad un federalismo approvato con troppa fretta.
Il vero problema mi sembra sia rappresentato dalla riforma elettorale (Italicum) che dando una maggioranza assoluta a chi raggiunge il 40% dei voti, o comunque si aggiudica il ballottaggio , pone il governo in una posizione di forza rispetto alle minoranze. Chi scrive è sempre stato un proporzionalista convinto ma anche con quel sistema c’erano le pluricandidature e nonostante le preferenze era il partito a scegliere chi sarebbe entrato in parlamento facendo optare il capolista per un collegio o un altro. Ma la legge elettorale non è nella riforma costituzionale e può essere modificata in ogni momento e comunque sarà la Consulta a cassare le parti più critiche che riprendono alcune indicazioni del Porcellum  a suo tempo dichiarato incostituzionale( ma in parlamento chi l’ ha votato?). Il costituzionalista Ainis avrebbe preferito un voto con più opzioni riguardanti le varie parti del testo e non un voto unico ma ormai su questo non ci sono dubbi il pronunciamento sarà unico. Allora credo che la cosa più utile sia quella di capire cosa andremo a votare e vi propongo tre documenti che si possono scaricare dal sito della Camera che riportano le proposte di riforma con a fronte il vecchio testo, le parti nuove e quelle abrogate. Ognuno può farsi la sua idea ricordando che ci si deve pronunciare sulla riforma e non sul governo e tantomeno su Renzi.

LR

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sintesi

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