PD Borgo: un congresso senza politica e con troppe tessere

IL CONGRESSO DEL PD  BORGHIGIANO : Dove  è la politica?

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Ho seguito un po’ distrattamente il dibattito che si è sviluppato intorno al congresso del Partito Democratico di Borgo San Lorenzo e i resoconti giornalistici non hanno aiutato certamente a capire la sostanza delle questioni in campo soffermandosi spesso su aspetti che vorrei definire folkloristici e dividendo il campo tra “nuovo” e “vecchio”, che non sono certamente categorie politiche, che mal si conciliano con l’anagrafica delle contendenti.
Quello che mi pare di evidenziare è invece proprio l’assenza della politica dal dibattito del maggior partito borghigiano. Non si capisce dai documenti proposti agli iscritti dove siano le differenze che molti vorrebbero profonde, quali sono le idee sul governo di Borgo San Lorenzo, quale il rapporto con l’amministrazione comunale e il sindaco, quale il ruolo di Borgo nella costruzione di un partito territoriale che cerchi di valorizzare il ruolo del Mugello nell’area metropolitana per scongiurare una marginalità, che con l’abolizione della provincia, potrebbe essere determinata da un maggior peso di Firenze e della piana nella nuova costruzione istituzionale. Ci sono poi i problemi del tessuto economico e le opportunità che si possono aprire con la nuova programmazione europea 2014-20 e in questa prospettiva c’è da avviare una discussione sulle prossime elezioni regionali per cercare di avere una rappresentanza all’interno di un consiglio con meno consiglieri e dove conterà molto la compattezza politica dei territori. Su alcuni giornali si sono visti già anche alcuni nomi che non si capisce bene da quale discussione siano emersi e non è certo un buon inizio, sicuramente ci sono aree della provincia fiorentina che stanno dimostrando un livello più avanzato di confronto come la Valdisieve che è ben rappresentata nell’attuale consiglio.
Di questo dovrebbe occuparsi un congresso e di questo, secondo me, dovrebbero discutere i candidati alla segreteria, invece sembra di assistere ad un assalto alla diligenza come se a bordo ci fosse un tesoro che non si capisce bene in cosa consista. La discussione tra “nuovo” e “vecchio” oltre a non corrispondere alla realtà delle cose è veramente demenziale. C’è però una questione riportata in alcuni resoconti e tralasciata come fatto secondario che invece è il sintomo di una degenerazione, questa sì politica, della vita interna di un partito. Se ho capito bene nella settimana precedente al congresso e alle votazioni per il nuovo segretario gli iscritti al PD sono passati da 160 a 300!! Per chi ha qualche anno sulle spalle tornano alla mente i signori delle tessere delle correnti DC degli anni d’oro e di nuovo c’è veramente poco. Ho vissuto una situazione simile nella mia esperienza politica all’interno dei Verdi quando arrivarono i signori delle tessere che confinarono ai margini tutti coloro che avevano fatto le “vere “ battaglie ambientali e avevano fondato le prime liste territoriali. Anche allora erano tessere di persone non si sa quanto interessate alla storia politica di un partito o di un movimento. Questo non ha niente a che vedere con la democrazia ma ne è una degenerazione che potrebbe portare gruppi organizzati e lobby a scalare il partito come un’azienda quotata in borsa senza nemmeno un’Opa. Dato che le tessere, mi risulta, siano fiorite anche in occasione delle candidature alle primarie sarebbe il caso di trovare una soluzione che garantisca il normale confronto all’interno di un partito rendendo la parola alla Politica con la P maiuscola lasciando da parte il marketing.

Leonardo Romagnoli

One thought on “PD Borgo: un congresso senza politica e con troppe tessere

  1. Vorrei dire a Romagnoli che io sono uno di quelli che proprio la settimana precedente il Congresso ho preso, per la prima volta nella mia vita, la tessera del PD, ma possono assicurare che nessun “signore delle tessere” mi ha mai contattato o spinto in qualche modo a farlo per fini assolutamente di parte. Il mio intento era ed è quello di partecipare alla discussione all’interno del partito che ho sempre votato e cercare di dare il mio contributo ad una situazione che definire sconcertante mi sembra un eufemismo. Ho preso la tessera perchè non posso assistere impotente alla disgregazione del mio partito a causa di faide interne degne della migliore Democrazia Cristiana dei tempi andati. Quindi direi a Romagnoli che, fra quelle 300 tessere “lievitate” in tempi anche sospetti, io credo ci siano anche molti che hanno compiuto questo passo per le stesse identiche ragioni di quelle del sottoscritto. O almeno lo voglio sperare, perchè questo partito a Borgo ha bisogno adesso di facce nuove, ma anche di riscoprire la vera politica, la passione, il sentimento a la coscienza civile che sono alla base della storia di questo partito. Grazie.