Mugello comune unico… ma anche no!

Mugello comune unico… ma anche no!

Per dirla con Fantozzi l’idea di un comune unico del Mugello “è una cagata pazzesca”. Presi dalla foga semplificatoria il nostro paese sta distruggendo un patrimonio istituzionale e democratico molto importante che non potrà che avere conseguenze negative sulla partecipazione della popolazione all gestione della cosa pubblica o semplicemente alle scelte democratiche che stanno alla base della vita amministrativa.
Un conto sono le unioni fra comuni , come avvenuto tra Scarperia e San Piero, altro ancora le utilissime gestioni associate fra enti di uno stesso territorio, ma l’unione politica e amministrativa porterebbe sicuramente ad un impoverimento di rappresentatività che mal si concilia con razionalizzazioni e partecipazione democratica. Come già avvenuto per le città metropolitane e l’assurda riforma del province si rischia solo di restringere lo spazio elettivo per i cittadini con scarsi vantaggi per il funzionamento della macchina amministrativa.
“La sostanza della democrazia è il potere dei cittadini di decidere del proprio destino in modo consapevole e pacifico nel quadro di una “società aperta”, nella quale non si dia una distribuzione delle risorse materiali e culturali tale da impedire a qualsiasi cittadino di partecipare alla formazione delle decisioni politiche, come anche accedere ai massimi livelli di potere”(Salvadori).

Già in passato il passaggio dalle Comunità Montane alle Unioni dei Comuni è stata una scelta molto discutibile che ha privato i territori di risorse e competenze fondamentali pur rappresentando il 47 % della superficie della Toscana, senza contare che mentre le Comunità Montane erano un’aggregazione obbligatoria le Unioni non lo sono e quindi tutto quello che era stato fatto sul fronte delle gestioni è ripartito da zero con la perdita della funzione fondamentale nel settore agricolo.
Oggi L’Unione del Mugello gestisce in modo unitario la polizia municipale (escluso Firenzuola) , il personale (escluso Scarperia e San Piero), le gare e il Suap, il turismo e sta elaborando un Piano Strutturale intercomunale che coinvolge tutti i comuni.

Sono fatti importanti ma che non hanno bisogno di una trasformazione dell’unione in un unico comune.

Come ho scritto qualche tempo fa (QUI) “c’è chi per superare questa fase di incertezza propone nel nostro caso la creazione di un comune unico in Mugello continuando sulla strada tracciata da Scarperia e San Piero perchè questo porterebbe risorse economiche aggiuntive, non rispetto del patto di stabilità per alcuni anni e possibilità di mettere in comune personale spesso insufficiente alle esigenze del singolo comune. Si tratta di considerazioni legittime che però hanno alcune controindicazioni di cui tenere conto sia dal punto di vista politico che amministrativo. La Toscana rispetto ad altre regioni italiane ha già un assetto territoriale molto contenuto con comuni che hanno mediamente estensioni molto elevate ( il solo comune di Firenzuola è più grande della provincia di Trieste) ed un’ampia diffusione di unioni e gestioni associate. I comuni non sono un problema burocratico ma l’istituzione democratica che più rappresenta la partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. I nostri giornalisti ci invitano spesso a guardare ai grandi paesi europei come Francia e Germania come esempi di buona amministrazione e allora è proprio il caso di dire che la buona amministrazione non è detreminata dal numero di enti ma da come li si amministra. In Francia, che è simile all’Italia per popolazione, ci sono 36.700 comuni, 22 regioni e 96 dipartimenti e così via , in Germania, che è una repubblica federale con 16 Land, i comuni sono 12.320 e poi ci sono i distretti, circondari rurali, etc. Tutto per garantire la massima partecipazione dei cittadini e delle forze politiche alla vita pubblica.
Per venire in Italia la sola provincia di Torino ha 316 comuni ovvero quasi 8 volte quelli presenti in provincia di Firenze con una superficie superiore solo del 40% (6827 kmq rispetto ai 3513 di Firenze). Trento ne ha 216, Bolzano 116, Cuneo 250 , Bergamo 242, andando nel sud Cosenza 155, Salerno 158. Si tratta di comuni spesso sotto i 1000 abitanti con territori di pochi kmq per i quali una riflessione potrebbe essere fatta senza timori di intaccare campanilismi o partecipazione democratica.

Ho giudicato positivamente la costituzione del comune unico tra San Piero e Scarperia per motivi oggettivi dovuta alla collaborazione già esistente fra le due amministrazioni in campo urbanistico, nei trasporti, nella pubblica istruzione, nella gestione delle aree produttive e perchè di fatto rafforzava il ruolo dell’Unione dei comuni aumentando il peso di questo nuovo comune che è diventato il secondo per numero di abitanti mantendo così anche un’adeguata rappresentatività democratica delle sue istituzioni a partire dal consiglio comunale .

Discorso diverso per il Mugello che si configurerebbe come una provincia vista l’estensione territoriale di quasi 1132 kmq (più grande di Pistoia e altre province toscane) e con una popolazione di 64.000 abitanti avrebbe invece un consiglio di soli 24 rappresentanti che non garantirebbe una necessaria rappresentatività territoriale e anche politica a tutto svataggio dei piccoli centri e delle formazioni politiche minori e delle liste civiche.”

Se all’attuale Unione si aggiunge Vaglia la superficie supera quella della città metropolitana di Napoli, ma già così il Mugello rappresenta 1/3 della Città Metropolitana di Firenze, dove il capoluogo occupa una superficie più piccola di quasi il 50% rispetto a quella di Borgo o Barberino.
Il Mugello avrebbe quasi le dimensioni della città di New York e di poco inferiore e Roma (1287 kmq) che uno dei comuni più grandi d’Europa.


Si potrebbe ovviare all’enorme estensione territoriale( ci vuole più tempo ad andare da Piancaldoli a Dicomano che da Borgo San Lorenzo a Viareggio) con la creazione delle cosiddette “municipalità” con un loro consiglio e i loro amministratori , ma allora non si capirebbe il vantaggio di una tale stravolgimento istituzionale.
Anche con il comune unico si risparmierebbero pochi euro per le figure istituzionali e politico-amministrative ma con il rischio concreto che interi territori non abbiamo una rappresentanza nelle sedi di confronto e decisione politica. Il futuro consiglio comunale avrebbe meno rappresentanti dell’attuale Consiglio dell’Unione dei Comuni del Mugello e visto che il numero di voti necessari all’elezione del singolo consigliere sarebbe molto alto ci sarebbe il rischio concreto che molte forze e liste oggi presenti nei singoli comuni non riescano a raggiungere il quorum e lo stesso rischio lo potrebbero correre realtà comunali molto piccole come ad esempio Palazzuolo sul Senio dove l’intero corpo votante non sarebbe sufficiente ad eleggere un singolo consigliere. Certo i singoli partiti cercherebbero di costruire le liste per garantire la rappresentatività dei territori ma questa non sarà automatica e soprattutto le minoranze ne sarebbero fortemente penalizzate.
Quindi proseguiamo nelle gestioni associate, nelle collaborazioni indispensabili per accedere alle risorse regionali , nazionali e comunitarie ma lasciamo perdere il comune unico che non porterebbe nessun vantaggio alla democrazia e alla partecipazione dei cittadini. Altrimenti per questa strada si potrebbe arrivare alla trasformazione della Città Metropolitana di Firenze in comune unico con il territorio del Mugello ridotto a semplice periferia.

Leonardo Romagnoli

18.12.17

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