Massorondinaio arriva la revoca per la produzione di bitume. Storia finita?

Massorondinaio arriva la revoca per la produzione di bitume. Storia finita?

La Regione Toscana tramite un decreto della dirigente del settore ambiente ed energia ha deciso di revocare l’autorizzazione unica ambientale per la produzione di bitume a Massorondinaio nel comune di Scarperia e San Piero gestito dalla società Bindi spa di San Giovanni Valdarno.
Un passo importante ma non decisivo per rispondere alle richieste dei cittadini che abitano nella zona in cui insiste l’impianto. In primo luogo perchè resta comunque attiva l’altra attività svolta nell’area per il trattamento degli inerti e dei rifiuti provenienti da attività edilizia e poi perché l’atto dirigenziale non esclude che l’attività possa riprendere in futuro se il titolare ottempererà al progetto di trattamento delle emissioni con il progetto già presentato al comune di Scarperia e San Piero che ha concesso l’autorizzazione paesaggistica.
Proprio in questi giorni ( dovrebbe essere il 31 ottobre) anche il Tar si pronuncerà sul contenzioso tra Regione e Bindi spa in merito alla volturazione delle autorizzazioni dopo che già in precedenza erano state concesse due sospensive a favore dell’azienda.
Anche se il Tar , come è probabile, si pronuncerà a favore della Bindi , la sentenza non avrà nessun effetto sulla revoca regionale, che potrà essere oggetto di un eventuale altro ricorso, in quanto la dirigente regionale contesta la non ottemperanza da parte della ditta alle prescrizioni dettate dalla Regione quali condizioni essenziali allo svolgimento dell’attività produttiva.

Tra queste “eliminare l’emissione diffusa generata durante la fase di carico nella navetta (skip) che trasporta il conglomerato bituminoso prodotto e nella fase di scarico al silos di deposito e a fornirsi di un sistema che documenti misuri e tenga traccia certa delle ore effettive di esercizio della attività connessa alla emissione A1, comprese le fasi di accensione e spegnimento impianti, in considerazione delle segnalazioni dei residenti nel comune di Scarperia e San Piero che lamentano disturbi di natura olfattiva provenienti da via Massorondinaio nonché degli esiti degli accertamenti condotti e riportati in premessa.

Quella delle emissioni è infatti la questione centrale come viene evidenziato nel decreto riportando una nota della sede Arpat del Mugello in cui si ricorda la lavorazione del bitume può produrre fumi contenenti idrocarburi aromatici

Gli studi di monitoraggio dell’esposizione effettuati in varie regioni italiane chiariscono la presenza di IPA, considerati cancerogeni o sospetti tali, sia nei materiali che nei fumi emessi, pur con alcune differenze nei livelli espositivi, oltre all’emissione di idrogeno solfuro, gas di elevata tossicità acuta.

l’esame delle schede di sicurezza dei bitumi delle società ENI, BITEM e IPLOM, fornite dalla stessa società Bindi durante i sopralluoghi effettuati, confermano l’emissione di fumi derivanti dal riscaldamento del prodotto e – tra i possibili effetti per l’uomo – la presenza di idrocarburi policiclici aromatici e solfuro di idrogeno.

la società Piandisieve (ex Bitumi Mugello) nell’istanza di modifica non sostanziale presentata nel Febbraio 2013 per il convogliamento di alcune emissioni diffuse derivanti dalla movimentazione del prodotto finito,identifica tale adeguamento per le ”emissioni in atmosfera derivanti dalle frazioni odorigene presenti nei vapori bituminosi” abbattuti tramite convogliamento al bruciatore del cilindro essiccatore.

La società Bindi ha presentato un progetto di modifica dello stabilimento ma questo non è ritenuto sufficiente in quanto sempre Arpat in data 11 ottobre evidenzia che La documentazione presentata continua ad essere completamente carente degli aspetti tecnici inerenti le caratteristiche tecniche del sistema di convogliamento proposto e le informazioni relative alla capacità di funzionamento: viene data indicazione esclusivamente sulle modalità di funzionamento del bruciatore che sarà mantenuto acceso anche a produzione ferma per eliminare le emissioni derivanti dalle altre fasi produttive. Nel merito quindi degli interventi proposti non è possibile esprimere alcuna valutazione tecnica e, a parere degli scriventi, la società dovrebbe presentare specifica comunicazione ai sensi dell’art. 269 c. 8 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. per modifica sostanziale/non sostanziale di stabilimento.

Per questo il settore ambiente ed energia della Regione ritiene che le modifiche proposte non rispondano a quanto stabilito dall’autorizzazione unica ambientale poiché non permettono una valutazione delle soluzioni proposte , non indica una tempistica e infine “ non prevede alcuna soluzione, per l’eliminazione delle emissioni diffuse non autorizzate, da attuare nelle more della realizzazione del suddetto progetto e quindi non dà alcuna evidenza dell’immediato ripristino delle condizioni autorizzative, come prescritto nella diffida n. 8423 del 30/05/2018.”

Per questo viene revocata l’autorizzazione per la parte che riguarda l’attività di produzione di conglomerato bituminoso volturato alla ditta BINDI S.p.A.

Un risultato importante ma purtroppo non decisivo in quanto resta comunque attivo uno stabilimento ormai difficilmente compatibile con lo sviluppo residenziale che si è voluto dare a quest’area e con la prospettiva che, una volta attuato il progetto di contenimento dei fumi ( che comporterà comunque una modifica dell’ autorizzazione unica ambientale), possa riprendere anche la produzione di bitume.

Leonardo romagnoli

30.10.18

Decreto_n.17063_del_26-10-2018

sullo stesso argomento

MASSORONDINAIO TRA BITUMI E SALUTE.

I commenti sono chiusi.