Manovra: in attesa di abolire la povertà si abolisce il sostegno a chi davvero aiuta i poveri

Manovra: in attesa di abolire la povertà si abolisce il sostegno a chi davvero aiuta i poveri

di Redazione

Ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato la cancellazione della mini-Ires «agli enti non commerciali». La misura viene giustificata con la necessità di recuperare risorse per il Reddito di cittadinanza e Quota 100 alle pensioni

Il mondo del sociale e della beneficenza in particolare – trova un “regalo” poco gradito nella nuova versione della Legge di Bilancio 2019: la cancellazione dello sconto del 50% sull’Ires, l’imposta sui redditi delle società.

La novità è stata annunciata ieri il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che nella sua comunicazione ha parlato della cancellazione della mini-Ires «agli enti non commerciali». La misura viene giustificata con la necessità di recuperare risorse per il Reddito di cittadinanza e Quota 100 alle pensioni. Due misure totem di cui ancora non conosciamo gli esatti termini nonostante la mole di annunci e contro annunci, a cui sembra che tutto debba essere sacrificato.

Per capire chi avrà l’Ires raddoppiata dal 12 al 24% bisognerà attendere l’emendamento e la relazione tecnica, ma è già chiaro che sarà un colpo duro per un’agevolazione riconosciuta a enti considerati meritevoli da quasi mezzo secolo. Come spiega Massimo Calvi su Avvenire, l’ipotesi infatti è che siano colpiti gli enti indicati nell’articolo 6 del Dpr 601 del 29 settembre 1973 (Disciplina delle agevolazioni tributarie), dunque, tra gli altri, gli istituti di assistenza sociale, le società di mutuo soccorso, gli enti ospedalieri, di assistenza e beneficenza, gli istituti di istruzione e di studio, i corpi scientifici, le accademie, le fondazioni e associazioni storiche, letterarie, scientifiche, gli enti ecclesiastici, gli Istituti autonomi per le case popolari.

Nell’attesa che la povertà venga abolita (mai annuncio fu più infelice), il Governo sembra voler colpire i soggetti che ancora lavorano a favore di poveri e chi opera nella cultura e nell’assistenza.

LO stesso Governo che ha rimandato per altri 15 anni la riformulazione dei diritti d’uso delle aree demaniali sui litorali. Nel 2016 lo Stato ha incassato poco più di 103 milioni di euro dalle concessioni a fronte di un giro di affari stimato da Nomisma di 15 miliardi all’anno. Insomma, buona vacanza a tutti.

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