L’acido deidroacetico e il pecorino del Forteto. Le precisazioni dell’azienda

L’acido deidroacetico e il pecorino del Forteto

Sul Corrierefiorentino viene riportata con buona evidenza la notizia di un sequestro probatorio di alcune forme di formaggio prodotte dalla Cooperativa il Forteto in quanto sulla crosta sarebbero state rilevate tracce di “acido deidroacetico” un conservante per alimenti solitamente indicato con il numero E265. Tutto questo ha portato alla denuncia del presidente della cooperativa Palanti “per violazione della legge sulla disciplina igienica della produzione e vendita di alimentari”. Secondo quanto riporta l’articolo “per il Pm Filippo Focardi, titolare delle indagini, la buccia del formaggio sarebbe stata rivestita da un agente protettivo non autorizzato dal Ministero della sanità”. Il condizionale è d’obbligo ma per sostenere un sequestro probatorio ci vogliono delle analisi che sarebbero state effettuate a maggio dall’Istituto per la repressione frodi in commercio che avrebbe rilevato tracce di E265 sulla buccia di pecorino dop.
Se era così pericoloso perchè ci sono voluti tre mesi per fare le verifiche? La sostanza impiegata è illegale? Qual è il grado di eventuale nocività? Se fossero state per il mercato americano, canadese o giapponese sarebbero regolari.

L’articolo del Corriere fiorentino scrive testualmente “ sono scattati i sigilli anche per 13 taniche da 25 kg della sostanza chimica trovati nel caseificio: la Procura ha già disposto le analisi per accertarne la nocività”. Magari dovrà solo verificare che si tratti di acido deidroacetico di cui si conosce benissimo la funzione e l’utilizzo .

“L’additivo ( E256) viene utilizzato per prodotti a base di acidi grassi destinati al mercato asiatico, nordamericano e sudamericano, dove è ammesso l’uso alimentare. L’acido deidroacetico è una sostanza comunemente usata come conservante e antimicrobico, in prodotti come dentifrici e rivestimenti plastici per formaggi, ma anche come battericida post-raccolta per fragole e altri frutti. Negli ultimi anni il suo impiego è cresciuto nel settore della cosmesi biologica e dei detersivi ecologici, per la sua rapida biodegradabilità. “
Sarebbe allora interessante sapere quale è il livello del residuo sulla buccia , che solitamente è non edibile, per capire l’eventuale pericolosità di un prodotto che in determinate percentuali può trovarsi perfino in un dentifricio o in una crema cosmetica per le rughe con percentuali fino allo 0,6% .


Per scoprire cosa è l’acido deidroacetico basta aprire un libro di chimica.
L’E 265 si compra regolarmente sul mercato ,basta andare su internet per rendersene conto, non stiamo parlando di un prodotto illegale o fuorilegge e viene utilizzato in alcune fasi delle produzioni alimentari (dove non sono ammessi residui) e soprattutto nella cosmesi anche biologica. Nell’articolo si scrive poi che “ è possibile che l’acido sequestrato nei giorni scorsi al Forteto non sia stato utilizzato nel rivestimento delle forme di pecorino che stavano per essere immesse sul mercato”.

Cioè? Tanto rumore per nulla? Se fosse capitato a un altro caseificio avrebbe avuto questo rilievo? A quest’ultima domanda rispondo di no, infatti a lato dell’articolo c’è un trafiletto intitolato “ la vicenda” in cui si riporta il riferimento alla comunità “finita sotto accusa per abusi sui minori” precisando che “la coop ha sempre rimarcato la distanza dalla comunità”. Cosa c’entra con l’acido deidroacetico che sarebbe presente sulle bucce di alcune forme di formaggio?
Nel mese di giugno scorso, come riportato dal Fatto Alimentare, sono state controllate delle partite di formaggi spagnoli, su segnalazione della stessa ditta produttrice, per la presenza dell’acido deidroacetico sulle bucce di alcune forme. “Per l’azienda – scriveva il Fatto il rischio per la salute umana dovuto a questa contaminazione è molto basso: secondo le stime più pessimistiche, il DHA presente nel prodotto può lasciare un residuo sulla crosta dei formaggi di massimo 70 mg/kg, molto al di sotto dei livelli consentiti per l’uso alimentare in altri paesi.”.

Sono passati tre mesi dal sequestro probatorio e pretendere qualche dato serio e scientifico penso sia doveroso per evitare inutili allarmismi.

Leonardo romagnoli

Anche l’azienda ha diffuso un comunicato per spiegare come è andata realmente la vicenda:

La notizia è parziale, inesatta e non esaustiva. La vicenda nasce quando il Ministero della Salute, allertato dall’ autorità sanitaria spagnola, ha disposto il blocco del formaggio prodotto da numerosi caseifici italiani, tra cui il Forteto, poiché la crosta non edibile era stata trattata con una miscela contenente un additivo (DHA) non consentito dalla normativa comunitaria. Tale miscela era stata venduta al Forteto dalla società spagnola DOMCA, che ha ammesso il proprio errore e la propria esclusiva responsabilità. Le autorità sanitarie italiane e straniere hanno adottato le doverose misure precauzionali nei confronti dei caseifici interessati per la tutela della salute del consumatore.

Il Forteto si è adeguato ed ha prontamente messo in pratica le procedure indicategli. La tutela della salute del consumatore è, ed è sempre stata, l’obiettivo primario dell’azienda, unitamente alla qualità ed all’eccellenza del prodotto immesso sul mercato. Il Forteto non produce il formaggio con l’additivo (DHA— acido deidroacetico) : solo a causa della informazione tardivamente ricevuta sulla difformità del prodotto il Forteto è venuto a conoscenza della presenza impropria di tale sostanza. Trattasi comunque di un conservante ecologico/naturale.

L’acido deidroacetico è un conservante antimicrobico sia in campo alimentare sia in campo biocosmetico, sul quale il Ministero della Salute, unitamente all’Istituto Superiore della Sanità, ha indicato le tolleranze e la compatibilità con i prodotti alimentari. È evidente dunque che l’indagine della Procura di Firenze, ed il sequestro eseguito dall’Ispettorato Repressioni Frodi su alcune forme di formaggio, si colloca all’interno di una e più ampia e complessa vicenda internazionale, attentamente monitorata dal Ministero della Salute, sia a livello centrale, sia attraverso i suoi organi periferici.

Il Forteto ha subito l’errore del suo fornitore, ed intende porre in essere tutte le azioni possibili per tutelare la propria immagine e la qualità dei prodotti immessi sul mercato frutto di una particolare ed unica economia agropastorale

 

 

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