La Regione ha incontrato la dirigenza della Rifle

La Regione ha incontrato oggi i rappresentanti della Rifle&Co, marchio storico dell’abbigliamento denim e casual di Barberino del Mugello, e ci possono essere i presupposti per il recupero di un corretto clima di relazioni sindacale, dopo i tre licenziamenti avvenuti nelle settimane scorse.

L’incontro con il presidente della holding G.Brand Salvatore Insinga che controlla l’azienda ed è membro insieme Renato Urgo del consiglio di amministrazione di Rifle, è stata l’occasione – racconta Gianfranco Simoncini, consigliere per il lavoro del presidente Rossi – per avere dal nuovo gruppo dirigente e societario, operativo dal 12 settembre, un quadro aggiornato sugli investimenti e le strategie messe in campo per il rafforzamento dell’azienda sul mercato nazionale e soprattutto su quello estero. Sforzo già in corso e che va nelle direzione della salvaguardia della presenza di una manifattura storica, di cui la Regione ha preso atto, auspicando appunto il ritorno ad un clima di buone relazioni sindacali che i rappresentanti dell’azienda hanno riconosciuto come interesse primario anche di Rifle. I dirigenti della Rifle&co sono stati accompagnati a Palazzo Strozzi Sacrati da rappresentanti di Confindustria Firenze.

Sono 180 i dipendenti del gruppo, di cui una cinquantina nell’area fiorentina tra lavoratori dello stabilimento di Barberino (35) e gli addetti allo spaccio aziendale e al negozio ai Gigli. La Rifle nasce nel 1958, ma l’azienda (con un nome diverso) già era attiva a Prato dal 1949. Si tratta di uno dei più antichi brand italiani di denim. Negli anni Novanta dalla fabbrica di Barberino di Mugello uscivano 10 milioni di jeans all’anno, cuciti dalle operaie con le famose ‘vestaglie blu’ e diretti in Svizzera, Regno Unito, Israele e Paesi Bassi ma anche l’est Europa fino alla Russia.

 

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