La democrazia del gambero

La democrazia del gambero

Il nuovo governo ha approvato all’unanimità il decreto sicurezza del ministro dell’interno che fa tornare indietro di decenni il nostro paese sul fronte dell’accoglienza e del rispetto dei diritti dell’uomo. Un atto con molti aspetti di incostituzionalità (art.2 e 3, art 10, art 26 e 27) che ci auguriamo siano oggetto delle attenzioni del presidente della repubblica quale garante del rispetto della costituzione per tutti i cittadini.
Un decreto che , come hanno sottolineato molti giuristi ed esperti di migrazioni, avrà come conseguenza un aggravamento delle condizioni di illegalità e clandestinità di migliaia di persone rendendo la vita di molte comunità più insicure.
“Il presente intervento normativo -è scritto nel decreto – si rende necessario ed urgente nell’ambito di una complessa azione riorganizzativa, concernente il sistema di riconoscimento della protezione internazionale e le forme di tutela complementare, finalizzata in ultima istanza a una più efficiente ed efficace gestione del fenomeno migratorio nonché ad introdurre misure di contrasto al possibile ricorso strumentale alla domanda di protezione internazionale”.
“Il presente decreto elimina la possibilità per le Commissioni territoriali e per il Questore di valutare, rispettivamente, la sussistenza dei “gravi motivi di carattere umanitario” e dei “seri motivi, in particolare di carattere umanitario o risultanti da obblighi costituzionali o internazionali dello Stato italiano”, abrogando, di fatto, l’istituto del rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari e introducendo una tipizzazione delle tipologie di tutela complementare”.


Provvedimenti che contribuiranno a rendere “invisibili” migliaia di uomini e donne oggi presenti nel nostro paese alimentando possibili conflitti sociali e peggiorando le situazioni territoriali senza prospettiva di integrazione.
“Aver cancellato il permesso per motivi umanitari alimenterà solo l’irregolarità e quindi il disagio sociale di cui i Comuni, come è noto, si fanno carico. Allo stesso tempo destrutturare, riducendone pesantemente il ruolo, il sistema pubblico dello Sprar in capo ai comuni, a favore di quello privato dei Cas in capo alle Prefetture, avrà come conseguenza un aggravio della spesa pubblica per gli enti locali. Aumenteranno anche contenziosi davanti ai tribunali, con allungamento dei tempi dell’accoglienza e della spesa”. (Miraglia)

Viene proprio da chiedersi se lo scopo del decreto è quello di affrontare un problema oppure quello di alimentare una situazione di instabilità e insicurezza dove poter continuare a governare con provvedimenti emergenziali che rischiano di ledere i diritti individuali delle persone e di tutti i cittadini.
“Quello che vediamo nel nuovo Decreto è un ulteriore passo nelle politiche migratorie repressive del governo italiano, volte a un indiscriminato arresto dei flussi e alla criminalizzazione della migrazione, in mare e in terra, e senza alcun interesse per la vita, la salute e la dignità di migliaia di uomini, donne e bambini” (Msf)


Che l’obiettivo del ministro dell’interno sia solo quello di alimentare consenso verso la Lega e non quello di affrontare il governo dei flussi migratori e una gestione diffusa e non conflittuale dell’accoglienza è dimostrato da ciò che il decreto propone per lo Sprar (il sistema italiano di protezione di richiedenti asilo e rifugiati) e a favore invece dei Cas. “Ciò vuol dire che gran parte delle persone ora accolte andranno a incrementare quel sistema, in gran parte gestito da privati, che viene assegnato con gare d’appalto che non prevedono alcun ruolo degli enti locali e nessun legame con il territorio”(Miraglia)
Lo Sprar non è un’invezione dei governi di sinistra ma è stato previsto dalla legge Bossi-Fini (per molti aspetti da abrogare) del 2002 sulla base di un accordo tra comuni, commissariato onu per i rifugiati, governo ed europa.
Anche il Villaggio la Brocchi di Borgo San Lorenzo è nato in base a quella normativa con il sostegno non solo degli enti locali, ma anche della Prefettura e del ministero dell’interno del II° governo Berlusconi.
Al di là delle sciocchezze che quotidianamente vengono dette sull’accoglienza ,lo Sprar ha dimostrato di funzionare bene e in modo trasparente perchè i progetti sono rendicontati con puntualità in ogni singola spesa che viene rimborsata solo se effettuata e documentata, mentre per i Cas è sufficiente una fatturazione mensile sulla base delle persone ospitate.

“Senza un’accoglienza dignitosa e fin dal primo giorno indirizzata all’obiettivo della responsabilità e dell’autonomia degli ospiti, quindi con strumenti per l’integrazione e personale competente, il risultato è che i tempi si allungano,l’impatto sociale è negativo, aumenta il razzismo e le frustrazione delle persone accolte. Tagliare la spesa , tagliando i servizi, avrà una ricaduta negativa sui comuni erchè aumenterà la conflittualità e il disagio sociale, di cui si dovranno far carico i sindaci con le risorse pubbliche locali”(idem)..

Davvero il contrario di cosa andrebbe fatto partendo proprio dalle esperienze più virtuose esistenti nel nostro paese ( anche in territori amministrati dalla Lega).

Un provvedimento che pensa di affrontare un problema epocale con una logica escludente e repressiva e favorendo solo quello che in questi anni non solo non ha funzionato ( i centri di detenzione) ma anche generato episodi di corruzione, non rispetto dei diritti umani e sperpero di denaro pubblico.

Un decreto che si inserisce in un quadro internazionale che invece sta discutendo in modo serio su come dare una risposta a chi nel mondo , per vari motivi, va alla ricerca di condizioni migliori per la sua vita e quella dei suoi familiari.
In particolare l’assemblea generale dell’Onu sta discutendo il Global Compact, patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare, che sarà adottato formalmente a Marrakech nel summit dei capi di Stato e di Governo dei 10-11 dicembre 2018.
“Si tratta di
un patto giuridicamente non vincolante ma che impegna gli Stati e rappresenta un fondamentale riferimento per delineare una governance dei movimenti migratori, proponendo una visione globale, principi e obiettivi condivisi e un quadro d’azione coerente con l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

I 10 principi guida su cui il Compact si basa possono così riassumersi: le persone al centro; indispensabilità della cooperazione nel dialogo; sovranità degli Stati; stato di diritto e protezione giuridica; coerenza con lo sviluppo sostenibile; validità dei diritti umani per tutti i migranti; uguaglianza di genere; attenzione all’infanzia; approccio governativo plurisettoriale e coerente; partnership multistakeholder.
Sono 23 gli obiettivi che impegnano la comunità internazionale e che guidano il vasto piano di azione che viene proposto per un governo sostenibile dei movimenti migratori.
È bene averli presenti perché impegneranno l’Italia e l’UE e dovranno quindi essere presi a comune riferimento nella definizione delle politiche migratorie:
1. Raccogliere e utilizzare dati affidabili, precisi e disaggregati;
2. Ridurre al minimo i fattori strutturali che costringono a lasciare il proprio paese;
3. Fornire informazioni accurate e tempestive in tutte le fasi del percorso migratorio;
4. Assicurare a tutti migranti un documento legale di identità;
5. Potenziare la disponibilità di vie regolari di migrazione;
6. Favorire le assunzioni con equità ed assicurare lavoro dignitoso;
7. Affrontare e ridurre le vulnerabilità nelle migrazioni;
8. Salvare le vite e coordinare gli sforzi sui migranti dispersi;
9. Rafforzare la risposta transnazionale contro i traffico di migranti;
10. Prevenire e combattere la tratta;
11. Gestire le frontiere in modo coordinato, sicuro, integrato;
12. Potenziare la certezza e prevedibilità delle procedure per l’esame e la valutazione dello status;
13. Utilizzare la detenzione solo come ultima risorsa e lavorare per soluzioni alternative;
14. Migliorare la protezione consolare, l’assistenza e la cooperazione lungo la rotta migratoria;
15. Fornire ai migranti l’accesso ai servizi di base;
16. Responsabilizzare i migranti e le società ai fini dell’inclusione e della coesione sociale;
17. Eliminare ogni forma di discriminazione e promuovere un discorso pubblico basato su dati e fatti reali ai fini della corretta percezione;
18. Investire nello sviluppo delle competenze e facilitare il mutuo riconoscimento di capacità, qualifiche, titoli di studio;
19. Creare condizioni perché migranti e diaspore contribuiscano allo sviluppo sostenibile in tutti i paesi;
20. Promuovere il trasferimento rapido, sicuro ed economico delle rimesse e favorire l’inclusione finanziaria dei migranti;
21. Cooperare per facilitare il ritorno sicuro e dignitoso, la riammissione e la reintegrazione;
22. Creare meccanismi per la portabilità delle prestazioni sociali e previdenziali;
23. Rafforzare la cooperazione internazionale e i partenariati globali per una migrazione sicura, ordinata e regolare.

Mentre gli obiettivi rispecchiano la condivisa volontà degli Stati di governare i movimenti migratori che riguardano 258 milioni di persone, il 3,4% della popolazione mondiale, il piano di azione indica strumenti che essi possono utilizzare nella loro sovranità ed autonomia, secondo le proprie priorità, opzioni e capacità.
Si può quindi affermare che il Global Compact può fornire alla politica italiana ed europea lo strumento per superare almeno in parte l’inconciliabilità delle posizioni contrapposte, indicando quel comune denominatore e quel filo conduttore su cui poggiare le decisioni, pur nelle legittime differenti convinzioni, priorità, scelte e modalità politiche. Può inoltre indicare il percorso per definire quella strategia politica complessiva e lungimirante di cui l’Italia ha estremo bisogno e nella quale inserire con coerenza i provvedimenti normativi: quelli sulla sicurezza insieme a quelli per la piena integrazione, la migrazione regolare, l’accoglienza ai fini della protezione, il lavoro, le seconde generazioni eccetera.”(*Nino Sergi, presidente emerito di Intersos e Policy Advisor di LINK 2007)

Il decreto del nuovo governo va in direzione esattamente opposta agli obiettivi indicati dalla comunità internazionale e sarà curioso capire come si comporterà a Marrakech a dicembre. Con l’odio e il risentimento non si governano i problemi né tanto meno un paese.Rancore e paura, coma ha scritto Vita, non sono il passaporto per il futuro. Si otterrà solo isolamento internazionale, maggiore insicurezza, sperpero di denaro pubblico, ma queste sono le conseguenze di quando la propaganda si sostituisce alla politica e l’immigrato diventa il capro espiatorio di incapacità e inefficienza nel governo della cosa pubblica e nelle risposte da dare ai problemi reali dei cittadini.

 

Leonardo Romagnoli

25.9.18

 

da leggere per approfondire

http://www.vita.it/it/article/2018/09/25/ecco-perche-il-decretosalvini-e-un-decretoinsicurezza/149138/

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