La bonifica è indispensabile

Tutti gli anni quando arrivano i bollettini per la bonifica scatta automaticamente la polemica sull’utilità o meno di questo servizio soprattuto ora che a pagare devono essere anche proprietari di immobili e terreni  dell’area metropolitana fino ad ora esclusi. Ripropongo quanto scritto l’anno scorso ritenendolo utile spunto di riflessione.(lr)

La bonifica è indispensabile

Si sa che pagare non piace a nessuno ma ci sono dei contributi dai quali non possiamo esimerci per il buon funzionamento di servizi di vitale importanza per la collettività. Uno di questi è la tassa per la bonifica che sta scatenando una polemica che non esito a definire assurda, o almeno sproporzionata, con un comportamento di alcune forze politiche a dir poco schizofrenico. Finché questo tributo lo pagavano i “campagnoli” e residenti nelle aree rurali non gliene importava niente a nessuno ,quando invece giustamente è stato deciso, con la riforma del 2012, di far pagare anche la piana fiorentina che è quella che trae maggior vantaggio dai lavori dei Consorzi si è scatenata la solita polemica sui “carrozzoni”, sui poveri “tartassati” e così via. Tanto che anche il Consiglio Regionale ha approvato una mozione, inutile, in cui chiede di “Attivarsi nei confronti del Parlamento perché vengano esaminate quanto prima le proposte di legge depositate che prevedono la riorganizzazione dei Consorzi di bonifica, fino all’ipotesi di un loro superamento.” Il testo, è scritto in un comunicato del Consiglio regionale , punta a sollecitare il Governo per arrivare ad un trasferimento delle funzioni agli enti pubblici territoriali, anche per assicurare una ulteriore razionalizzazione delle competenze degli enti che si occupano di tutela del suolo, migliorarne l’azione amministrativa ed evitare inutili sovrapposizioni e conflitti di competenze.”
Tutto questo perché qualche cittadino è chiamato a pagare poche decine di euro , da 10 a 30, per la salvaguardia del reticolo idraulico? E quali dovrebbero essere gli enti che si occupano di difesa del suolo? Le Province, l’autorità di Bacino, le Comunità Montane, la Regione Toscana o Publiacqua ? La mozione originaria presentata dai consiglieri di Forza Italia Stella e da Giannarelli dei 5 Stelle proponeva due cose: 1)l’abolizione entro 6 mesi dei consorzi, facendo comunque salve le funzioni e i compiti svolti, alla stessa data, dai consorzi e le relative risorse;2) riportare la gestione della tutela dell’assetto idrogeologico direttamente in capo alla Regione”.

In pratica tutto questo stravolgimento per risparmiare i costi di qualche presidente (33.000 euro l’anno). L’esperienza dell’abolizione delle province e delle comunità Montane dovrebbe invitare ad una maggiore prudenza nell’accentramento di attività che poi non funzionano facendo invece allontanare i centri decisionali da un rapporto più diretto con i territorii ed espropriandoli di funzioni che sono di vitale importanza come la cura del reticolo idraulico. Ora la nuova mozione emendata dalla maggioranza rimanda la palla al Parlamento che sicuramente ha cose più importanti di cui occuparsi.
Ormai la storia recente ci ha insegnato che alcune abolizioni di tasse e tributi (vedi Ici e Imu) non ha portato nessun beneficio per i cittadini, soprattutto i meno abbienti, anzi ha aggravato la pressione fiscale generale.

La Toscana ha approvato la sua riforma già nel 2012, con il voto favorevole anche del centrodestra, riducendo i Consorzi a solo 6 e ampliandone il territorio d’intervento. Prima di quella riforma i Consorzi erano 13, ma c’erano oltre 30 enti che avevano funzione di bonifica. Si è operato quindi una razionalizzazione rinnovando anche le modalità di partecipazione alla gestione che è composta da soggetti pubblici e privati( in buona parte rappresentanti delle associazioni agricole) che opera attraverso una programmazione di interventi su fiumi e torrenti oltre a curare le emergenze che dovessero presentarsi.
Quella che i proprietari di terreni e immobili sono tenuti a pagare è una tassa di scopo perchè la cura del reticolo idraulico ha come prima finalità quella di evitare le esondazioni di fiumi e torrenti con danni a coltivazioni e abitazioni. Pensare di effettuare questi interventi solo attraverso la fiscalità generale è un errore madornale perchè graverebbe anche su coloro che non essendo proprietari non traggono nessun vantaggio diretto. Con la fiscalità generale infatti si effettuano invece tutti quegli interventi straordinari che esulano dalla programmazione e manutenzione ordinaria. Nuove opere o interventi straordinari su opere esistenti possono essere finanziati con il tributo di bonifica nella misura massima del 30% del costo del progetto. Le somme restanti sono a carico della fiscalità generali. I Consorzi non sono un’invenzione della politica moderna ma hanno un riferimento nella Legge Serpieri del 1933. dal nome del noto accademico dei Georgofili.


Cosa fanno i Consorzi di Bonifica possiamo leggerlo sul sito dell’associazione regionale:
Nel concreto dell’attività quotidiana, i Consorzi svolgono un lavoro costante di monitoraggio e manutenzione del reticolo idraulico e di bonifica loro assegnato attraverso ispezioni quotidiane degli impianti (impianti idrovori, paratoie, portelle, ecc.) e delle opere (canali artificiali, argini, muri) e azioni programmate di sfalcio della vegetazione e rimozione di ogni possibile ostacolo al corretto deflusso delle acque.

La Regione Toscana ha individuato il reticolo idrografico su cui i Consorzi devono operare (reticolo di gestione), pianificando le attività di gestione e manutenzione. Il reticolo si sviluppa per circa 37.000km ed è consultabile qui.

Dove sono presenti reti e impianti irrigui, i Consorzi ne mantengono la piena efficienza sia durante la stagione irrigua, sia a riposo, quando vengono effettuati gli interventi più rilevanti. Questo lavoro viene pianificato e progettato dagli uffici tecnici interni ed eseguito – a seconda del tipo di attività e del Consorzio – da personale dell’ente, attraverso appalti e affidamenti o in convenzione con aziende agricole e cooperative forestali del territorio. Circa il 75% delle entrate derivanti dal tributo si trasforma in interventi sul territorio. Nel restante 25% trovano posto le spese di gestione dell’ente e i costi per gli organi di governo, che rappresentano meno dell’1% del totale.”

Nel loro lavoro i Consorzi coinvolgono le Unioni dei Comuni e soprattutto si avvalgono del lavoro di aziende agricole e cooperative forestali delle aree montane e marginali operando una sinergia economica e di lavoro fondamentale per la sicurezza del territorio.”Si tratta di un contributo decisivo per le imprese che operano in realtà marginali e che spesso si vedrebbero altrimenti costrette ad abbandonare territori come quelli collinari e montani.” Stiamo parlando di milioni di euro di interventi che fanno vivere e rendono sicure queste zone della nostra regione.

Nel 2016 da parte dell’Unione dei Comuni del Mugello, in accordo con il Consorzio di Bonifica, sono stati progettati e appaltati interventi di manutenzione ordinaria per ben 1.954.000 euro rispetto al milione delle annualità precedenti, mentre nell’ultimo triennio per manutenzione straordinaria sono stati attivati lavori per 790.000 euro e progettati per ulteriori 650.0000 euro. Anche la programmazione del 2017, come emerge dal bilancio di previsione dell’ente mugellano, è ingente con 19 interventi di manutenzione ordinaria sul reticolo di gestione dell’ex-comprensorio 17, per 976.750 euro, e 3 per interventi di manutenzione straordinaria sul reticolo minore mugellano, per ulteriori 152.000 euro, oltre a un intervento di manutenzione straordinaria in sponda destra della Sieve in località Villa nel comune di Dicomano per 225.000 euro. Nella sola area fiorentina sono previsti interventi per 7 milioni di euro su fiumi e torrenti.

Afferma il presidente dell’Unione dei Comuni del Mugello: “Investire nella salvaguardia idraulica significa investire sul territorio perché sia sicuro e siano sicuri i cittadini che ci vivono. In base all’accordo col Consorzio noi continuiamo a seguire direttamente le funzioni di bonifica: individuiamo gli interventi in base alle priorità e le esigenze che monitorano i nostri tecnici e li realizziamo con i finanziamenti che derivano dal contributo di bonifica”
Sulla stessa lunghezza d’onda sono anche le associazioni degli agricoltori in primis Coldiretti che ha ribadito l’importanza del ruolo dei Consorzi per le aziende agricole sia per la tutela del territorio sia per la collaborazione per gli interventi nelle aree marginali che sono un sostegno importante per le imprese.

In ogni caso va precisato che quale che sia la soluzione organizzativa prescelta il contributo di bonifica continuerà ad esistere : o direttamente a carico dei proprietari di terreni e immobili , o indirettamente a carico totalmente della fiscalità generale e cioè di tutti i cittadini.

Leonardo romagnoli

28.7.17

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