Indagine canonica sul parroco di Pietramala e dichiarazioni degli avvocati

 

Sulla vicenda del sacerdote di Pietramala accusato di violenza nei confronti di una ragazza di 19 anni c’è da registrare un comunicato della Curia fiorentina che preannuncia una sospensione per il religioso se la gravità dei fatti sarà confermata. L’arcivescovo di Firenze Betori era completamente all’oscuro delle indagini e, mentre esprime fiducia nell’operato della magistratura, attiverà immediatamente la procedura canonica e potrebbe decidere per una sospensione di Don Dondoli con il quale potrebbe esserci un incontro in questi giorni.
Ovviamente il sacerdote da alcuni giorni non si trova più a Pietramala e ha affidato al suo avvocato una replica su quanto apparso sulla stampa. “nessuna strana benedizione, nessun rapporto sessuale – ha detto l’avvocato Stefani- don Emanuele nega di aver usato violenza nei confronti della donna, con la quale esisteva un rapporto di amicizia datato negli anni. Abbiamo studiato il materiale – ha detto l’avvocato- comprese le foto nelle quali non c’è alcuna evidenza che si sia consumato un rapporto”.  Nelle notizie diffuse dalla procura invece si parlava espressamente di foto che avrebbero ripreso atti sessuali. Oggi si parla di foto (in bianco e nero) di ragazze che non ritraggono rapporti sessuali.
Per gli inquirenti restano comunque un indizio da non sottovalutare. Anche l’avvocato della ragazza  tiene a precisare che “non credeva affatto di essere posseduta dal demonio “ come invece ritiene la procura.
”la studentessa non è una sciocca – dice il suo avvocato –stava male e cercava aiuto “ e le è sembrato naturale rivolgersi al sacerdote che conosceva. Secondo l’avvocato della ragazza altre persone avrebbero subito le “ benedizioni” di don Emanuele ma non intendono sporgere denuncia.


Per il difensore del sacerdote “ anche nel caso in cui gli inquirenti dovessero credere alle parole della ragazza, però, siamo fiduciosi di poter dimostrare che non è stata in alcun modo circuita, e che era nelle condizioni di prendere decisioni consapevoli” a differenza di quanto sostenuto dalla perizia del prof. Paterniti che ritiene “ l’eventuale consenso prestato al compimento di atti sessuali fosse viziato da tale condizione di inferiorità psichica”.

Sarà ora il giudice delle udienze preliminari a stabilire se queste prove e perizie sono sufficienti per un rinvio a processo del sacerdote per il reato di violenza. Diverso l’operato della Curia e della Congregazione  per la dottrina della fede che dovrà invece valutare il comportamento del parroco anche al di là delle accuse di carattere penale.

 

LR

23.8.19

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