Il rischio idraulico in Mugello e Valdisieve

Il rischio idraulico in Mugello  e  Valdisieve

Dopo aver analizzato il consumo di suolo e i rischi relativi al verificarsi di frane nel territorio del Mugello , Alto Mugello e Valdisieve è indispensabile affrontare le problematiche relative al rischio idraulico e alla possibilità che si possano verificare eventi alluvionali.

L’impatto che un evento alluvionale può avere su un dato territorio è legato non solo all’intensità dell’evento, ma anche alle caratteristiche morfologiche e di uso del suolo del territorio stesso, che condizionano le dinamiche dell’evento e il tipo, la numerosità e il valore degli elementi esposti al potenziale danneggiamento.

In Toscana il territorio sottoposto ad un rischio idraulico elevato e medio è superiore ai 2600 kmq (11,4%) con 951.422 abitanti residenti in arre a medio rischio e 213.763 (5,8%) in zone a rischio elevato. Nella provincia di Firenze il territorio a rischio assomma tra elevato e medio a circa il 10%, con 2,8 elevato e 7,2% medio con però ben340.089 cittadini arre a rischio medio e 51.051 in zone a rischio elevato ( sommate fanno + del 30% della popolazione provinciale).

Un’altra annotazione interessante riguarda le imprese che si trovano in zone a rischio che sono in Toscana 129.000 con ben 383.000 addetti. Nella provincia di Firenze sono addirittura 44.000 ( 40%).

Analizzando i dati del Mugello e Valdisieve la situazione non sembra particolarmente preoccupante almeno in relazione alla percentuale di territorio a rischio medio ed elevato, ma il dato può essere falsato dalla localizzazione delle zone a rischio come viene eevidenziato dall’incrocio con i dati sulla popolazione e le attività produttive. Porto due esepi per Mugello e Valdisieve. Palazzuolo ha solo il 5,6% del proprio territorio a rischio idraulico medio ed elevato, pari a 5,78 kmq, ma gli abitanti interessati sono 848 su 1160, le aziende oltre il 57% con più del 74% degli occupati. A Rufina il territorio a rischio medio ed elevato è il 6,4% con meno di 3 kmq, ma i residenti coinvolti sono 4575 su 7. 346, le aziende sono il 41% con circa il 40% degli occupati.
Vorrei precisare che si tratta di classificazioni che non significano che domani ci sarà un ‘alluvione ma che dovrebbero richiedere una certa attenzione nella fase della programmazione urbanistica e nel mettere in atto eventuali interventi di prevenzione. Per motivi di semplificazione in questa analisi sono state accorpate le zone a medio e alto rischio, se venisse considerato solo quest’ultimo a Palazzuolo gli abitanti interessati scenderebbero a 362 e a Rufina a 1407 che comunque non sono pochi. In ogni caso non è superfluo ricordare che tutte le schede nazionali fanno riferimento al dato medio.

Tornando ai nostri comuni partiamo dal Mugello con Barberino che ha l’1,4% del territorio a rischio ma con 2400 abitanti e il 14,8% delle aziende(9,7% degli occupati), a Borgo san Lorenzo le aree interessate assommano al 7,5% (7,51 kmq) con 490 abitanti coinvolti, il 4,2% delle imprese (7,4% occupati), Dicomano è interessato al rischio per il 3,3% del territorio con 913 abitanti e l’11% delle aziende, a Firenzuola la quota di territorio convolta è del 7,5% ma corrisponde al 20,37 kmq della superficie comunale con 1471 residenti interessati e il 60% delle imprese (60,4%occupati).

Restando sempre in alto Mugello Marradi ha il 2,4 del proprio territorio in zona a rischio con 726 abitanti e il 15,2% delle imprese..Per Vicchio la situazione è un po’ più critica con il 5,3% in zone a rischio, ma con solo 613 abitanti, il 16,9% delle aziende (27,9% degli occupati). A Vaglia il dato è molto basso con appena lo 0,5% e solo 110 abitanti e il 2,1% imprese. A Scarperia e San Piero il territorio a rischio medio o elevato è il 6,3% e interessa 515 abitanti e 12,1% delle imprese.

In Valdisieve di Rufina abbiamo già detto , Londa ha numeri praticamente insignificanti e lo stesso per San Godenzo, mentre Pelago e Pontassieve mostrano una situazione più complessa. Pelago ha solo il 3,6% del territorio a rischio idraulico medio o elevato (meno di 2 kmq) ma con 2250 abitanti e il 21% delle imprese. A Pontassieve le aree interessate arrivano al 4,3% con 7158 abitanti coinvolti e il 42% delle aziende con il 53% degli occupati.
Complessivamente è una situazione che è frutto in gran parte delle scelte urbanistiche e di espansione industriale effettuate tra gli anni 70 e gli anni 90 su cui è anche difficile intervenire. Nel frattempo si è però sviluppata una coscienza del rischio e quindi possono essere messe in atto tutte quelle attività che possono limitare o addirittura annulare i danni di possibili eventi alluvionali. A partire dai tanto bistrattati Consorzi di Bonifica che invece hanno un ruolo fondamentale di manutenzione di un reticolo idraulico efficiente a cui vanno aggiunti i lavori di manutenzione del nostro patrimonio forestale e la cura del paesaggio agrario.

Dopo i fatti di Livorno il presidente Rossi ha ricordato che la Regione ha approvato norme specifiche per contenere il rischio idraulico ed idrogeologico, ad esempio con la lr 21/2012 che vieta nuove edificazioni e qualsiasi tipo di trasformazione morfologica negli alvei, nelle golene e sugli argini e proibisce i tombamenti dei corsi d’acqua. Inoltre sono stati rigorosamente disciplinati gli interventi che è possibile eseguire nelle aree considerate pericolose dal punto di vista idraulico

Nei prossimi anni saremo chiamati ad uso attento delle risorse idriche e allo stesso tempo a far fronte ad eventi metereologici improvvisi che possono aumentare il rischio e quindi dovremo mettere in atto tutte quelle attività di regimazione idraulica, salvaguardia dell’assetto idrogeologico e raccolta delle acque che possano mitigare gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Sarà un modo intelligente di utilizzare le risorse finanziarie, anche europee, creando lavoro e tutelando il nostro territorio e quindi il nostro futuro.

Leonardo Romagnoli

14.9.17

indicatori Barberino

Indicatori Palazzuolo

Indicatori Pontassieve

 

I commenti sono chiusi.