Il Mugello e il consumo di suolo

Il Mugello e il consumo di suolo

Negli ultimi anni si è parlato spesso della necessità di una legislazione che si ponesse il problema di tutelare il territorio imponendo forti limiti al consumo di suolo e anche la Toscana si è proposta di andare in questa direzione con la nuova legge urbanistica e i comuni nei nuovi piani strutturali parlano con insistenza di consumo zero. Dall’enunciazione dei principi all’applicazione concreta si notano però contraddizioni enormi.
“In Italia vengono consumati due metri quadrati di suolo al secondo, 52 kmq in un anno, secondo l’ultimo rapporto Ispra. Complessivamente 23.000 km quadrati di territorio, una superficie pari alla Lombardia, sono andati persi.” Con costi molto elevati sia in termini economici e soprattutto ambientali: “dalla CO2 che non viene più stoccata ,all’acqua che non viene più filtrata, dall’aumento di temperatura alla mancata rimozione di alcuni inquinanti dall’aria”. L’Ispra valuta il danno in 2,1 miliardi di euro con una frammentazione elevata o molto elevata del territorio che interessa il 38% del suolo nazionale.

Spesso veniamo tratti in inganno dalle percentuali che vengono fornite che parlano di 5% o 7% senza specificare che la cementificazione è un fenomeno concentrato nelle aree pianeggianti urbane dove raggiunge anche quote superiori al 40%. Borgo san lorenzo che ha una superficie di quasi 150 kmq ha “solo” il 5% del territorio cementificato, ma se considerate che gran parte di questa superficie è montana e boscata i 7,5 kmq di asfalto e cemento sono tutt’altro che trascurabili ( siamo comunque lontani anni luce dalle percentuali della piana con Campi che raggiunge il 31,39%).

Il Nuovo Piano strutturale dell’ Unione prevede il rispetto del territorio non edificato? O sono solo le norme regionali che impongono restrizioni?

L’interrogativo sorge da quanto dichiarato dal sindaco Ignesti ( che probabilmente sarà il nuovo presidente dell’Unione) a proposito delle aree di Petrona, inutilizzate da ormai diversi anni, dove si insedieranno alcune aziende:
Il Mugello è diventato appetibile –commenta Ignesti- , e vi sono contatti e sopralluoghi anche da parte di aziende che operano nella piana fiorentina e nel pratese, che vorrebbero venire qui. Semmai si sta riscontrando qualche problema di spazi, ovvero vi sono limiti e perimetrazioni insufficienti, anche per i vincoli posti dalla legge regionale al nostro piano strutturale di zona. Speriamo che questo non divenga un ostacolo  alle opportunità di attrazione che oggettivamente adesso il Mugello sta mostrando.” (Il Filo)

Questo senza che ancora si sia fatto un censimento degli immobili e delle aree attualmente non utilizzate, per evitare di percorrere vecchie strade che in passato hanno portato alla moltiplicazione di aree industriali fonti di spreco e inefficienza.

Tutto questo contrasta poi con la strada intrapresa dalla stessa Unione per fare del Mugello un Distretto Rurale e io mi auguro di tipo biologico.

Leonardo Romagnoli

23.7.19

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