Gioco: la tassa più alta pagata dagli italiani e dai toscani

Gioco: la tassa più alta pagata dagli italiani e dai toscani

Quando ci sono da pagare tasse o tariffe gli italiani strepitano ma spendono molto più soldi nel gioco d’azzardo. Parliamo ovviamente di quello legalizzato a cui andrebbe aggiunto un settore sommerso e illegale, in gran parte in mano alla malavita, che fattura comunque diversi miliradi di euro all’anno.

Secondo i dati dei monopoli gli italiani nel 2016 hanno speso 96 miliardi di euro circa il 5% del PIL italiano che divisi per la popolazione superiore a 17 anni fanno quasi 1850 euro pro capite. E’ vero che sono da considerare anche le vincite che sono tutt’altro che trascurabili e si aggirano intorno ai 76 miliardi, ma alla fine la spesa è comunque di 20 miliardi di euro che corrispondono ad una spesa pro capite di circa 400 euro. 400 euro sono molto più di quanto una famiglia di 4 persone spende in un anno per acqua e rifiuti.
Come tutti sanno le statistiche sono interessanti ma nascondono tra i numeri dei veri drammi sociali che nel caso del gioco d’azzardo sono molto evidenti con intere famiglie rovinate e la crescita di patologie come la ludopatia che hanno ricadute negative sul lavoro, la convivenza civile e anche le finanza pubbliche. Se prendiamo il dato dei 1850 euro pro capite si capisce subito la drammaticità della situazione perché non significa che tutti spendiamo 5 euro al giorno in giochi vari ma che ci sono persone che utilizzano il proprio stipendio o la propria pensione per tentare la fortuna spendendo anche 50/80 euro al giorno in slot, gratta e vinci o altri azzardi legali.
In passato esitevano il lotto, il totocalcio , le scommesse sulle corse dei cavalli e la lotteria nazionale, ma non è lontanamente paragonabile il giro d’affari con cui si arricchisce lo Stato e i soggetti che gestiscono alcuni di questi giochi.
Solo nel periodo dal 2006 al 2016 la spesa legale in azzardo è aumentata del 300% da 34 a 96 miliardi di euro e la crisi non ha fatto che accentuare questa tendenza.
Per fare un esempio le slot in Toscana sono oltre 24.000 in 4.980 esercizi, le sale video lottery sono 338 con 3.894 apparecchi.


Nel 2016 il denaro impegnato nel gioco d’azzardo legale in Toscana ha toccato la bella cifra di 4 miliardi e 794 milioni che corruspondono a circa 1500 euro pro capite(in linea con la spesa nazionale) per la popolazione sopra i 17 anni. In Toscana ci sono però comuni e province che superano abbondantemente questo limite fino asfiorare o superare i 2.000 euro.
Secondo recenti ricerche c’è una lieve flessione nell’acceso ai giochi da parte della fascia d’età più giovane tra i 15 e i 19 anni(QUI)

Questo quello che emerge da uno studio del CNCA sul gioco:

“I dati per l’Italia dimostrano che, già oggi, la raccolta di denaro che proviene dalle vlt (oltre 23 miliardi di euro nel 2016), è quasi pari a quella delle slot (poco sopra i 26 miliardi), pur essendo molto inferiori di numero. L’intenzione del Governo di ridurre il numero delle slot senza voler intervenire sulla quantità di apparecchi vlt, molto più aggressivi, presenti sul mercato appare perciò inadeguata. Appare anche molto preoccupante il numero di infrazioni constatate dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli (Adm): 4,6 infrazioni amministrative e 1,5 di carattere penale al giorno, nel 2016, con sanzioni applicate per 30 milioni di euro e 245 persone denunciate all’autorità giudiziaria (2.545 nel periodo 2012-2016). Colpisce anche il volume del gioco on line, con quasi 6.400 siti inibiti da Adm nel periodo 2006-2016, che hanno registrato quasi 10 milioni di tentativi di accesso illegali. Non dovrebbe perciò sorprendere che il fatturato complessivo del gioco d’azzardo nel nostro paese nel 2016 (quasi 96 miliardi di euro), sia di gran lunga superiore a quello conseguito nello stesso anno da una delle principali imprese italiane, l’Enel (quasi 74 miliardi di euro).”

La situazione della provincia di Firenze non si discosta molto da quella generale della Toscana ma sarebbe interessante conoscere i dati dei singoli comuni per comprendere la gravità del fenomeno e attuare gli interventi di prevenzione necessari a livello amministrativo, sociale e anche sanitario.

Per i comuni del Mugello e Valdisieve che volessero avere un quadro esaustivo del proprio territorio  è possibile fare una richiesta direttamente ai Monopoli di Stato con il modulo che allego a questo articolo. Cercherò comunque di tornare sull’argomento nelle prossime settimane con i dati di alcuni comuni mugellani(se me li mandano).

Leonardo Romagnoli

 

2.8.17

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