Decreto Sicurezza: I sindaci dell’Unione del Valdarno e della Valdisieve invocano il rispetto della Costituzione

 

Decreto Sicurezza: I sindaci dell’Unione del Valdarno e della Valdisieve invocano il rispetto della Costituzione

A meno di ventiquattro ore dall’invito alla disobbedienza civile lanciato dal Sindaco di Palermo Leoluca Orlando rispetto al decreto legge 113 del 4 ottobre scorso (detto “Decreto Sicurezza”), anche Monica Marini, Presidente dell’Unione di Comuni del Valdarno e della Valdisieve e Sindaco di Pontassieve, unitamente ai colleghi Sindaci di Reggello, Pelago, Rufina, Londa e San Godenzo, esprimono la loro posizione: “Nel giorno dell’insediamento come Sindaci abbiamo giurato sulla Costituzione della Repubblica, che all’articolo 10 indica senza possibilità di equivoco che ogni straniero che non goda, nel suo paese d’origine, degli stessi diritti e libertà minime garantiti dalla nostra Carta, ha diritto di asilo nel nostro paese.

L’articolo 10 è forse uno dei più belli della nostra Costituzione, parla di libertà ed inclusione, di accoglienza, valori che sgorgano luminosi dalla rinascita nazionale della Resistenza. Nel garantire ad ogni cittadino del mondo un livello minimo di diritti e sicurezza, la Costituzione dovrebbe fare dell’Italia un faro di civiltà ed un porto sicuro per chiunque non viva sicuro nel proprio paese d’origine. Purtroppo, invece, pare che la storia non ci trovi adeguati alle responsabilità lasciateci da nostri padri. La recente involuzione securista, cavalcando percezioni errate per motivi di mera campagna elettorale, va a limitare il livello di apertura ed inclusività della Repubblica eliminando diritti storicamente presenti nell’ordinamento e, vista l’impossibilità di applicare rimpatri nella maggior parte dei casi, a creare disagio umano e sociale a livello locale, nonché situazioni di illegalità diffusa. Non ultimo, a gravare sui Comuni, ogni anno sempre più abbandonati a se stessi a livello finanziario e gestionale. Come primi cittadini abbiamo il compito di garantire la degna esistenza di ogni residente nel territorio dei nostri comuni, e per questo ci faremo trovare pronti di fronte ad ogni scenario.

Fermo restando che crediamo nelle istituzioni democratiche, nel ruolo del Parlamento e degli organi di garanzia costituzionale, unici veri arbitri in merito al giudizio di costituzionalità sul Decreto 113, ci esprimiamo politicamente in modo nettamente contrario ad ogni limitazione o mala interpretazione del dettato costituzionale ed alla negazione dell’accoglienza – e quindi di qualsivoglia progetto di integrazione e inclusione – per le molte persone che non rientreranno nelle poche fattispecie contemplate dalla nuova legge”.

 

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