Cafaggiolo: un sogno ma con gli occhi aperti

E così viene il sospetto che tutto quello che pare miracolo di leggiadria e di purezza, in Toscana, l’abbian fatto i toscani, uomini e Santi, non la natura”(c.malaparte)
“Sarà forse che i toscani non sono come i bovi, che vedono tutto in grande: ma è certo che non perdono mai di vista la misura del mondo, e i rapporti, palesi e segreti, fra gli uomini e la natura”(idem)

Cafaggiolo: un sogno ma con gli occhi aperti

Solo qualche settimana fa ,dopo la presentazione del progetto per il recupero dell’ex caserma di Costa San Giorgio a Firenze, sembrava allontanarsi la possibilità che l’intervento della famiglia Lowenstein sulla tenuta di Cafaggiolo potesse concretizzarsi(QUI).
Invece solo qualche giorno fa con una cerimonia in grande stile e un po’ retorica il progetto ha preso nuovo vigore tanto da far pensare ad un inizio dei lavori nell’arco di pochi mesi. Ragionevolmente penso che i cantieri, se non ci saranno intoppi procedurali, non partiranno prima del prossimo anno con conclusione prevista nel 2021.
Si tratta di un investimento considerevole , il più consistente mai fatto in Toscana di recupero di immobili storici a fini turistici, di 176 milioni di euro che potranno creare circa 3000 posti di lavoro tra opere di realizzazione, gestione della struttura e indotto sul territorio, con un impatto simile a quello di una grande industria degli anni 60 a livello regionale.
Se i lavoratori verranno reperiti sul territorio del Mugello potremmo assistere ad un abbassamento del tasso di disoccupazione fino a livelli che potremmo definire fisiologici con conseguenze positive sul Pil del territorio e sul tessuto commerciale e dei servizi. Secondo lo studio Irpet/Centro Studi turistici i 176 milioni investiti avranno una ricaduta sul solo territorio mugellano di ben 285 milioni. “Il valore aggiunto, quindi la ricchezza che resterà sul teritorio in termini di redditi, risparmi e imposte per la pubblica amministrazione ammonterà a 165 milioni con una stima occupazionale di 2780 unità di cui 1555 per effetto della produzione attivata dall’investimento, mentre il personale addetto direttamente alla struttura sarà di 640 unità” .
Uno scoglio che sembrava insormontabile sull’iter del progetto era rappresentato dalla volontà della proprietà di spostare la Sr 65 della Futa in sinistra Sieve per allontanare il traffico dalla villa e dagli impianti sportivi. Anche questo ostacolo sembra adesso superato dall’idea di realizzare la nuova viabilità in sinistra fiume ma vicino alla sponda sotto il poggio Beccai e quindi lontano dall’abitato di San Giusto a Fortuna con un costo di 10 milioni di cui 9 sono già nel bilancio della Regione Toscana. Il progetto deve ancora essere fatto e c’è da augurarsi chesia  attuata un’attenta valutazione onde evitare impatti ambientali sia sotto il profilo paesaggistico sia per la salvaguardia del fiume.

Lo scopo del progetto è la “rifunzionalizzazione in struttura turistico-ricettiva del patrimonio monumentale, del patrimonio edilizio esistente e delle nuove volumetrie” con la realizzazione di 356 suites, 14 ristoranti e 12 bar. Nell’ambito sportivo ci saranno tre campi da polo, 2 campi pratica, 2 campi di dressage e salto, scuderie, campo di calico, calcetto, tennis e parco avventura. In quello terapeutico sono previste 3 Spa di cui una nel bosco con percorso meditativo, sensoriale e di mobilità dolce, biopiscine e due parchi terapeutici. La parte storico- culturale è rappresentata da un museo de’ Medici e uno di arte contemporanea, land art e ripristino della passeggiata reale( che potrebbe far parte dei due ambiti precedenti).(QUI)
Tutto bello dunque?
Sicuramente il recupero di un ingente patrimonio edilizio in rovina e il restauro degli immobili sottosposti a tutela diretta e indiretta è un fatto estremamente positivo mentre qualche perplessità si può avanzare sul recupero delle volumetrie zootecniche per costruire nuove unità immobiliari incastonate in un terrazzamento nella zona sopra gli attuali silos per una superficie di 4340 mq.. Si dirà che servono per rendere sostenibile l’investimento ma di fatto esulano dallo scopo di “riportare alla luce la memoria storica e lo splendore di questi luoghi(…) evidenziandone le specifiche caratteristiche, esaltandone la forte connotazione architettonica e gli elementi distintivi che caratterizzano ogni edificio del complesso”, ricostruendo , come valore aggiunto del progetto “ le “atmosfere” storiche del bene”. Tra le volumetrie aggiuntive oltre a quelle effettuate sugli immobili esistenti ci sono le suites Santini e Mulinuzzo per altri 4950 mq, 1750 mq di negozi. Il totale ammonta a circa 23.000 mq.
Nel “sogno di Cafaggiolo”, poi, è quasi scomparsa l’agricoltura in quanto dei 385 ettari della tenuta, se si tolgono le aree boscate, la parte restante sarà quasi totalmente occupa dagli impianti sportivi con alcuni che hanno dimensioni notevoli(180×275; 150×250;240×130; 120×180). L’unico intervento segnalato durante la presentazione che comporta una qualificazione in senso agriocolo è per il podere Malnome sulla collina dietro Cafaggiolo dove si prevedono coltivazioni di vite e olivo.
Per Cafaggiolo l’agricoltura da attività principale, con all’interno ben 13 poderi , passerà ad essere marginale o residuale anche se magari con prodotti d’eccellenza come il pinot nero o l’olio extravergine di oliva.

In questo senso il progetto non si inserisce nella realtà locale ma si configura come un’area specializzata dedicata ad un turismo di alta fascia con forte capacità di spesa e sicuramente attratto dall’offerta sportivo-terapeutica nonché dalla vicinanza alla città di Firenze.
Nella presentazione era abbastanza inevitabile toccare le corde della retorica quando si è parlato di un progetto aperto al territorio e quasi alla fruizione pubblica ( anche gli amministratori locali hanno detto che finalmente il castello , da sempre privato, si potrà ora visitare) e addirittura si è arrivati a dire che il vero lusso non è altro che il “ riapproprirsi del proprio tempo” in una società sempre più frenetica…. pagando però centinaia ,se non migliaia, di euro al giorno per usufruire dell’accoglienza e dei servizi proposti nella tenuta.
L’apertura alla popolazione , ma anche ai turisti che frequentano tradizionalmente il Mugello , non potrà che essere molto limitata per ovvi motivi logistici e anche di sicurezza dato che il castello diventerà un resort di superlusso e la zona sarà frequentata da una clientela di alto profilo che richiederà quindi adeguati accorgimenti sia per i servizi , sia per la sicurezza. Ci sono i musei che non a caso si trovano presso l’ingresso sud dell’area con a disposizione anche un parcheggio. Se poi le cose andranno diversamente tutti ne prenderemo atto con piacere.
Sarebbe stato anche interessante sfruttare la realizzazione del progetto Cafaggiolo per cercare di recuperare il borgo di Bilancino, che è di proprietà regionale, come era previsto nel master plan presentato agli enti locali ( 34 camere e 112 posti letto e uno spazio polifunzionale di ben 12.000 mq.).Nella presentazione dell’11 aprile questa parte è scomparsa per vari motivi fra cui la vicinanza al corpo diga che non permette un uso a fini di accoglienza o residenza e per i problemi di acquisizione degli immobili di proprietà regionale, da parte della Cafaggiolo srl. L’occasione però non dovrebbe essere persa per cercare di realizzare nel Borgo quelle attività museali e didattiche legate all’invaso di Bilancino, di cui si era parlato diversi anni fa, e che permetterebbero di attrarre un turismo, magari meno ricco, ma attento alla qualità del territorio e capace di integrarsi con la rete museale e didattica oggi presente in Mugello.


Queste considerazioni non inficiano certo il valore economico dell’investimento e le sue rilevanti ricadute occupazionali sul territorio mugellano ma vogliono riportare la discussione e il confronto su aspetti reali del progetto spogliato dalla patina storico- retorica che è inevitabile quando si parla di patrimonio Unesco, e soprattutto della famiglia dei Medici, e di un luogo sicuramente “ unico al mondo”.
Una maggiore attenzione alle produzioni agricole biologiche, come stava già avvenendo in questi anni, avrebbe permesso di integrare il progetto di recupero in un percorso di caratterizzazione del Mugello come distretto biologico che sta avvenendo grazie agli investimenti che vengono effettuati in questi anni grazie ai Progetti Integrati di Filiera finanziati attraverso il Psr della Regione Toscana. Dal Master Plan che è stato presentato questo non emerge oppure resta marginale e invece potrebbe rendere più qualificata l’offerta legata alla somministrazione che, come dimostrano i numeri, sarà sicuramente rilevante.
Il Mugello ha bisogno di un nuovo “Feudo Mugellano Mediceo” o di un progetto il più possibile integrato ambientalmente ed economicamente con il territorio?

Secondo il Piano di Indirizzo Territoriale della Regione Toscana “il nostro territorio è il patrimonio ambientale, paesaggistico, economico e culturale della società toscana.,ma è anche un “veicolo” essenziale con cui la nostra comunità regionale partecipa alla comunità universale dell’umanità e si integra nei suoi destini.
Inoltre il territorio è un fattore costitutivo del capitale sociale di cui dispone l’insieme di antichi, nuovi e potenziali cittadini della nostra realtà geografica. Perciò, quale che sia la titolarità dei suoli e dei beni immobili che vi insistono, il territorio – nelle sue componenti fisiche così come in quelle culturali e funzionali – è comunque e pregiudizialmente il nostro patrimonio pubblico: che pubblicamente e a fini pubblici va custodito, manutenuto e messo in valore. E che, su questa base, va reso capace di accogliere, sostenere e armonizzare l’iniziativa e la progettualità del privato che, con il lavoro e con l’impresa, fonda sul territorio le proprie aspettative di reddito e le proprie capacità di innovazione. Perciò, piani e strategie dell’azione pubblica, da un lato, e l’intraprendere innovativo del progetto privato, dall’altro, diventano l’endiadi(due parti di un unico concetto ndr) essenziale cui sono affidati il valore di quel capitale sociale, la sua tutela e la sua trasmissibilità.”

Cafaggiolo sarà tutto questo?

Leonardo Romagnoli
13.4.17

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