VAXLEGEND

VaxLegend: come si infila un feto in un vaccino? Con un articolo di giornale.

La propaganda antivaccinista esiste da sempre, da quando sono nati i vaccini.
La sua origine è ovviamente l’ignoranza, non percepire non solo l’importanza delle vaccinazioni ma anche il loro meccanismo, non si capiscono i motivi per cui sono considerati sicuri ed efficaci perché sono medicine che si assumono in assenza di malattia, per prevenire e tutto ciò che si fa a scopo preventivo è considerato superfluo, per natura ci immaginiamo immuni dai problemi più gravi.
Nel 1900, quando l’ignoranza era un analfabetismo diffuso, le paure erano ovviamente irrazionali. Per esempio si spargeva il terrore dicendo che il vaccino, derivando dalle vacche (era stata questa la prima forma, grezza, di vaccinazione), avrebbe causato malattie simili a quelle degli animali nei vaccinati, oppure avrebbe addirittura creato dei mostri, metà uomini e metà  mucche.
Normale per quell’epoca. Se a quei tempi la propaganda antivaccini usava argomenti adatti alla popolazione analfabeta, oggi ne usa altri adatti alla popolazione generale, fondamentalmente analfabeta scientificamente ma che ha accesso ai media (internet, televisione) molto facilmente.
Propaganda antivaccini: dopo la vaccinazione antivaiolo dal corpo escono mucche. La propaganda punta a creare ribrezzo, con qualsiasi mezzo, nei confronti del “nemico”, in questo caso i vaccini.
Oggi si punta ad altro, l’ignoranza esiste ancora ma spesso è dovuta all’incapacità nel distinguere le buone notizie dalle bufale o deriva dall’eccesso di informazioni: abbiamo tante di quelle notizie da confonderci e non sapere più chi ascoltare. Non si può più dire che nascono le mucche sulla pelle ma possiamo dire che i vaccini conterrebbero qualsiasi cosa, meglio se qualcosa che faccia effetto, basta dare con leggerezza false informazioni ed il gioco è fatto.
E sui vaccini di falsa informazione ce n’è tanta. Fortunatamente, dopo un iniziale caos, i media stanno iniziando (almeno quelli più seri) a prendere provvedimenti, a non dare più voce a ciarlatani o imbonitori a fare parlare solo le persone competenti ma ogni tanto qualcuno ci ricasca.
Come qualche giorno fa il quotidiano “La Verità”.
Quante volte avete letto la bufala “feti abortiti nei vaccini” o “nei vaccini ci sono cellule di feti abortiti”? Bene. Capisco che chi non è del campo potrebbe non capire cosa si nasconda in questa “terribile rivelazione” ma posso provare a spiegarlo.
In questo caso si tratta di una bufala che usa sapientemente delle tecniche di propaganda: crea ribrezzo per suscitare paure e confusione.
Feti abortiti per fabbricare vaccini, donne usate come galline ovaiole“, è questo il titolo del quotidiano nel quale è apparsa una lunga intervista poi richiamata in prima pagina, l’intervistato è il titolare (noto antivaccinista) di un laboratorio analisi privato, presentato invece come “scienziato famoso in tutto il mondo” che dice di voler salvare l’umanità con queste sue rivelazioni. Il problema è che, per salvarla, chiede soldi, anche con toni piuttosto drammatici.
I toni drammatici sono usati anche nell’intervista e la giornalista, senza fare una piega come se fosse una cosa normale, riporta la notizia dei “feti abortiti” per fare i vaccini.
Ovviamente per le risposte catastrofiche del presunto scienziato famoso in tutto il mondo non c’è nessuna spiegazione o un contraddittorio, si lancia la bufala e buona notte, l’informazione ormai si fa così.
In realtà questo articolo potrebbe essere una risposta per chi si chiede come mai i quotidiani non vendano più, perché c’è una crisi della carta stampata, eccone un motivo: i giornali si comprano per informarsi, se ospitano pagine di fantamedicina e disinformazione, perché spendere soldi? Di pagine di false notizie è pieno internet, che è gratis.
Perché comprare quindi un foglio di carta che non serve a nulla?
Cioè, se un giornale intitolasse un’intervista “corpi umani per produrre il sangue per le trasfusioni” o “organi espiantati quando il cuore ancora batte per fare trapianti” o “pus nel latte”, non starebbe dicendo una bugia ma nemmeno farebbe un servizio al cittadino, forse un servizio ad un’ideologia, questo sì. A cosa servono quindi cose (e titoli) del genere?
I “feti per produrre i vaccini” è dunque un esempio di cattiva informazione, di malafede e manipolazione della realtà ai fini ideologici.
Chi lavora nel campo della ricerca, infatti, si starà facendo sicuramente una risata, lo so benissimo non preoccupatevi, perché l’uso di linee cellulari umane è uno standard (da decenni ormai) di qualsiasi laboratorio di ricerca ma avverto che sarà una risata amara perché lo scienziato dello scoop dei feti fa invece capire chiaramente che questo “uso di feti abortiti” sarebbe uno scoop, praticamente un crimine e ci sarebbe qualcosa di immorale o proibito. Lui ha visto addirittura le fatture! Tutte cretinate che, chi non è del campo, potrebbe non capire.
Se dicessi “attenzione, DNA umano nelle trasfusioni di sangue!” o “usano corpi umani per preparare il sangue delle trasfusioni” non starei dicendo bugie ma starei tentando di creare paura, ribrezzo e se poi dicessi che questi derivati di corpi umani sono usati abitualmente persino negli ospedali italiani creerei un clima di sospetto che, riflettendoci, è però piuttosto stupido. Nel sangue che usiamo per le trasfusioni c’è (ovviamente) una bella quantità di cellule umane (i globuli rossi!) e di DNA (che è nelle cellule, in tutte).
Ovviamente sono usati corpi umani (e di chi allora, i donatori sono umanissimi…) e chi avrebbe il coraggio di dire che le trasfusioni sarebbero per questo dannose? Nessuno, passerebbe per ignorante (o in malafede). Eppure c’è chi da tempo va in giro a dire che nei vaccini ci sarebbero “feti abortiti” o che “si usano feti abortiti per fare i vaccini”. E glielo fanno dire pure in prima pagina.
Come leggete questa notizia? Paura? Schifo?
No, state tranquilli, chi lo dice vi sta semplicemente prendendo per stupidi.
Ora vi “traduco” questa terribile notizia e vedrete come tutto diventa ridicolo e mostra che tecniche (viscide) di propaganda usa l’antivaccinismo.
I virus (per chi non lo sapesse) non sono cellule normali, non sono come i batteri, per “vivere” e riprodursi devono entrare (proprio entrare, dentro) una cellula vivente. Per questo sono pericolosissimi, riproducendosi distruggono le cellule che li hanno ospitati. Chi deve studiare o produrre virus a scopi medici deve quindi tenerne conto.
Ovviamente per produrre alcuni vaccini (quelli che usano virus attenuati, per esempio) o per studiare i virus, abbiamo bisogno di averne a disposizione qualcuno, esattamente come quando studiamo i batteri (se non ne abbiamo come li studiamo)? O come quando si studia un organo umano, dobbiamo procurarcelo.
Come si fa allora a “coltivare” virus? Si usano delle cellule viventi (esattamente come per studiare i tumori). In queste cellule viventi (che possono essere di cavia o di uomo) si coltivano i virus che poi si useranno per studio o per farmaci. Per produrre i vaccini a virus attenuati (per esempio quello per la rosolia) si useranno quindi dei virus coltivati in cellule umane. Lo stesso per studiare i virus o per fare diagnosi, per capire quale virus (o sospetto) ha causato una malattia, eccetera.
Fin qui ci siamo?
Ecco.
Da questo momento in poi le cellule umane non si usano più. Si prendono i virus ed il resto è un procedimento farmaceutico che porterà alla produzione del farmaco. Ovviamente non si usano cellule a caso”, ogni azienda o laboratorio compra da altri laboratori specializzati le cellule di coltura. Questi laboratori hanno milioni di cellule che derivano da alcune (poche) fonti, in particolare da due (che hanno delle sigle): la WI-38 e la MRC-5. La prima deriva da un feto abortito volontariamente (a scopo terapeutico) a 12 settimane (3 mesi) nel 1962 e la seconda da uno abortito a 14 nel 1966. Queste cellule, donate dalle madri per la ricerca e la medicina, sono state fatte riprodurre e quindi distribuite nei decenni a tutti i laboratori e le aziende del mondo. Le cellule usate oggi non sono ormai nemmeno quelle originali di cinquanta anni fa ma le loro “discendenti“. Per la ricerca questo è un dato assolutamente normale e conosciuto ed anche per qualsiasi laboratorio diagnostico di alto livello.
La stessa identica cosa succede nello studio dei tumori, per il quale si usano moltissimo le cellule di una donna morta per tumore del collo dell’utero, Henrietta Lacks e proprio dalle sue iniziali (HE-LA) queste cellule prendono il loro nome. Nel caso dei vaccini quindi non si tratta di “feti abortiti” usati per la produzione ma di cellule discendenti da altre cellule di feto abortito e donato alla ricerca. Forse questo fa assumere alla cosa un altro significato e fa capire il livello di serietà di chi ha detto certe cose.
Queste cellule sono acquistabilida tutti (anche on line!) per dire quanto sia “segreta” questa procedura, l’intervistato ha visto le fatture ma noi siamo più fortunati, potendo acquistare on line anche se non facciamo parte dei servizi segreti.
Battute a parte, in che tipo di cellule vuoi coltivare virus umani? Come puoi ottenere cellule da destinare alla ricerca? Non certo dal nulla e allora si usano quelle derivate da un unico tipo di cellule tanti anni fa. Se si ha qualcosa in contrario basta rinunciare praticamente a tutta la medicina moderna. Se ci aggiungiamo anche che per esercitarsi un chirurgo spesso deve usare cadaveri (che impressione, vero?) potremmo fare un altro scoop in prima pagina.
Nulla di segreto o di proibito, niente di schifoso o preoccupante, che ve ne pare?

Si tratta di ordinaria scienza, medicina, normale produzione farmaceutica. È quello che si fa e si è sempre fatto per studiare le cure per le malattie, produrre farmaci e fare ricerca che è poi lo scopo per cui, quelle donne, hanno donato le cellule dei propri figli, l’importanza di queste cellule è descritta anche dagli studiosi che ne hanno parlato nelle loro ricerche che sottolineano come, la sicurezza e le caratteristiche di queste linee cellulari, abbiano rappresentato un enorme passo avanti della scienza e per la salute. Chi ne parla come qualcosa di strano quindi o è ignorante o in malafede.

L’intervistato aggiunge altri particolari scabrosi che aumentano la tensione del suo romanzo giallo, per esempio l’FBI che indagherebbe sui fatti.
Storia complicata. In realtà questo è uno scontro politico avvenuto negli Stati Uniti: un’associazione di pianificazione famigliare (Planned Parenthood), spesso al centro di scontri e denunce di gruppi antiabortisti o ultracattolici, è stata accusata da gruppi antiaborto ( dopo un report fatto con uso di telecamere nascoste ed infiltrati) di ricevere denaro in cambio di forniture di tessuti fetali da destinare alla ricerca. Le indagini (sono quasi 500 pagine) del congresso americano sono finite con lo scagionamento da tutti i reati dell’associazione e delle aziende chiamate a risponderne e comunque l’associazione ha annunciato di rinunciare da quel momento in poi a pagamenti in cambio di tessuti. Sulle “donne ovaiole” stendo un velo pietoso, come definizione di chi ha scelto (dolorosamente, com’è comprensibile) di interrompere una gravidanza è davvero di cattivo gusto.
Ma evidentemente queste notizie non sono importanti e tutto si è concentrato sui feti contenuti nei vaccini, su una notizia-non notizia, stupida, data male e manipolata peggio per la quale la giornalista ha assunto una posizione assolutamente acritica se non complice. Un articolo pieno di baggianate. Ma questo è un esempio di informazione in Italia e, come dicevo all’inizio, può essere un esempio di uno dei motivi per cui la stampa italiana ormai sia considerata poco attendibile.
Vi ho spiegato (spero bene) quello che succede e le ragioni della bufala, ora voi, con queste notizie, avete qualche idea in più. Non vado oltre, giudicate voi l’attendibilità e la serietà di chi dice queste cose, giudicate voi se un giornale che pubblica queste cose sia serio.
E giudicate voi se l’antivaccinismo sia morale o meno, soprattutto alla luce del fatto che, per salvare il mondo, non si chiedono soldi alla gente.
La Verità, è questa e forse fa capire tutto molto più facilmente.
Dal Blog di Salvo di Grazia(medbunker)

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